Cinquantasette

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Quella mattina la tensione nell'aria si era leggermente sciolta, non si poteva dire di certo che ora Jimin fosse qualcosa di simile al tranquillo, però riusciva a comportarsi più o meno normalmente nonostante il suo cervello fosse già volato in Corea e il suo unico pensiero rivolto a Ni-ki. 

<<Vuoi fare colazione o la facciamo in aereo?>> chiese Jungkook mentre chiudeva la sua valigia. 

<<Facciamola in aereo, almeno ho un motivo per rimanere sveglio>> sorrise appena il biondo, portando la sua valigia fino alla porta d'entrata. <<Andiamo? Hai preso tutto?>> chiese semplicemente aprendo la porta pronto ad uscire.

Jungkook fece un sospiro, pronto a lasciare quella stanza e a riprendere in mano la normale routine da cui aveva tentato di scappare in quei pochi giorni, dopo tutto era inevitabile tornare, anche se avrebbe preferito rilassarsi di più, ma anche in quella "vacanza" aveva avuto sempre da fare.

<<Andiamo>> concluse Jungkook uscendo dalla porta con la sua valigia stretta tra le dita.

Nel frattempo a casa di Jimin non c'era niente al suo posto, sul grande divano del soggiorno vi erano Taehyung e Hoseok, addormentati uno in una posizione più strana dell'altro. Erano entrambi rimasti accanto a Yoongi tutto il giorno, cercando in qualche modo di distrarlo o rilassarlo, la sera, o meglio, la tarda notte, il corvino aveva preso coraggio e gli aveva chiesto di tornare alle loro case, ma Hoseok aveva rifiutato dicendo che non avrebbe dormito sonni tranquilli sapendo che lui era al limite dell'autocontrollo e Taehyung aveva negato la possibilità di lasciarlo dicendo che non sarebbe rimasto a casa da solo, sapendo che in un qualche modo poteva farlo stare meglio.

Ed era così, Yoongi continuava a negarlo ma la presenza di quei due nella sua casa e nella sua vita gli sembrava una carezza per l'anima, si sentiva protetto e, anche se cercava di rimanere distaccato per paura di fidarsi troppo e pentirsene, sentiva dentro di sé che stava passando momenti e parlando di cose che mai e poi mai avrebbe detto a qualcuno, tantomeno alla sua famiglia.

Quella mattina, come ogni mattina, Taemin si recò al lavoro e portò Soobin con sé per lasciarlo davanti all'edificio scolastico, così Yoongi si ritrovò da solo, ma a differenza di qualunque altra giornata, c'erano i due alpha arrotolati su un unica coperta che aveva trovato, sul divano.

<<Buongiorno, dormite sempre così tanto?>> sorrise leggermente avvicinandosi allo schienale del divano per svegliarli.

Hoseok aprì un occhio e sorrise dolcemente <<È perché non c'è la sveglia, di solito no>> parlò con voce roca e assonnata che senza volerlo provocò una scarica di brividi lungo tutta la spina dorsale del corvino.

<<In realtà hai il divano comodo>> disse Taehyung con la voce più profonda che Yoongi avesse mai sentito, decise di appuntarsi nella mente di non svegliarli la volta successiva per evitare di sentire uno stormo di farfalle nel suo stomaco, volare come spinte da una bufera.

<<Vi preparo la colazione>> concluse per scappare più velocemente in cucina e calmarsi. Si stava comportando come una ragazzina con la sua cotta del liceo, il problema di fondo era che lui non era una ragazzina del liceo e soprattutto non riusciva a capire chi dei due gli desse quelle emozioni, era un lupo, nel peggiore dei casi era possibile che qualcuno fosse il suo compagno, non che dovesse creare un branco di tre persone perché pure il suo animale era indeciso.

<<Yoongi>>

Taehyung si era alzato.

<<Mh?>> mugulò piano soltanto per fargli intendere che non lo stava ignorando mentre velocemente raccoglieva pentole e ingredienti.

<<Come stai oggi?>> chiese sorridendo, Yoongi non vide quel sorriso ma poteva intenderlo e sentirlo dall'aria che respirava.

<<Sto meglio, cerco di pensare positivo ecco, faccio del mio meglio>> boffonchiò mentre nascondeva il suo viso dietro le ante aperte del mobile.

<<Yoongi>>

Chiamato una seconda volta il corvino si girò, notando solo il quel momento come entrambi avessero dormito nelle loro divise da lavoro, Taehyung aveva la camicia stropicciata a cui aveva aperto il primo bottone e tirato su le maniche mostrando gran parte delle braccia.  <<Sono e siamo qui per qualunque cosa, ieri abbiamo fatto il possibile per distrarti, però se vogliamo fare qualcosa ci serve sapere, chi erano, cosa volevano e dove pensi lo abbiano portato>> continuò calmo avvicinandosi al corvino <<Vogliamo aiutarti in ogni modo possibile>> concluse sorridendo e prendendogli la mano libera dalle pentole tra le sue.

<<Perché vorreste aiutarmi...>>

Hoseok spuntò nella cucina con la camicia acconciata come il collega. <<Un qualcosa che lo dice da dentro credo, staremo a vedere. Tu non senti niente?>> chiese infine spingendo il labbro inferiore in avanti come per inscenare un espressione da bambino triste. In realtà era abbastanza palese che come lo sentisse uno era naturale lo sentisse anche l'altro.

<<Sento>> rispose vago e semplice, portando lo sguardo più volte tra i due senza capire effettivamente quel "sento" cosa significasse e soprattutto per chi.

Entrambi gli uomini davanti a lui sembravano le creature più magnifiche che il mondo avesse mai deciso di creare, o ancora di immaginare. Erano diversi, nell'aspetto, nel modo di fare, nel linguaggio, in tutto, eppure davanti a lui in quel momento sembravano molto simili, il profumo che sentiva era diverso, Taehyung era più vicino e da lui sentiva un odore fresco, di foresta in piena notte, oscura ma che se la conosci sai dove andare senza avere paura. Hoseok invece, la sera prima lo aveva abbracciato e lui aveva chiaramente sentito un profumo caldo, come la sabbia in piena estate, rovente a tratti, che è morbida a contatto con la pelle però nelle ore più calde fatichi a camminarci sopra.

Lui si sentiva sulla strada. Dove guardando da una parte vedeva la foresta dove avrebbe potuto correre e dall'altra vedeva la spiaggia calda che lo invogliava a chiudere gli occhi e rilassarsi.

Era tutto difficile.

𝐌𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞 • 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora