Ottantotto

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Poche volte Jungkook si era sentito così agitato e nervoso, di solito viveva la sua vita con tranquillità, una sorta di "come va, va" perenne, non si faceva troppe aspettative, non ne aveva mai avute, eppure quel giorno, quel pomeriggio, le sue aspettative erano alle stelle, camminava avanti e indietro per il corridoio davanti al bagno, mentre sentiva le gambe tremare, avrebbe potuto sedersi e aspettare ma aveva troppa adrenalina in corpo per porter restare fermo.

Jimin aprì la porta e si avvicinò a lui con sguardo basso, nonostante la testa abbassata riusciva a vedere grandi lacrime che gli solcavano il viso.

Il moro fece un respiro profondo per calmare il cuore e strinse il ragazzo nel suo petto per dargli il conforto di cui aveva bisogno.

<<Amore mio>> sussurrò il più alto con dolcezza.

<<Dimmi papà>> rispose sottovoce il biondo, fermando il cuore dell'altro.

<<C-cosa?>> iniziò a balbettare, mentre la realizzazione colpiva il suo corpo.

<<Si>> Jimin alzò la testa con un sorriso così bello e ampio da illuminare l'intero mondo, appoggiò la mano sulla sua pancia subito dopo aver preso quella di Jungkook e aver fatto lo stesso <<Ce l'abbiamo fatta>> disse con voce piena di lacrime, incapace di creare frasi più lunghe.

Jungkook cadde in ginocchio, lasciandosi andare alle emozioni, iniziò ad imitare il compagno riempiendo il viso di lacrime, appoggiò la fronte sulla pancia dell'altro e chiuse gli occhi come per sentirlo <<Quanto mi hai fatto impazzire>> sorrise tra i singhiozzi, sentendosi sopraffatto da tutte quelle emozioni che aveva abituato a sopprimere per confortare l'altro.

<<Jungkook... Ce l'abbiamo fatta... Il nostro cucciolo>> Jimin era così felice da far quasi fatica a respirare, si sentiva nel paradiso più bello di tutti.

<<Come lo chiamiamo?>> sorrise Jungkook guardandolo dal basso.

<<Ti prego è appena un feto>> sorrise Jimin a sua volta, coprendosi il viso imbarazzato con le mani.

Il moro si rimise in piedi prendendo le mani del compagno, accarezzandone il dorso con i pollici. Egli rimase semplicemente in silenzio ma Jimin sentì milioni di parole, prima tra tutte sentiva "sei pronto a dirlo al mondo?"

Il realtà no, non lo era per niente, tremava di paura al solo pensiero, sapeva che non tutti l'avrebbero presa bene e se la loro idea li avrebbe condotti al fallimento il loro bambino non sarebbe più potuto nascere e crescere in un ambiente sicuro, ma dovevano tentare. Non poteva restare nascosto per sempre, ora soprattutto che la sua pancia avrebbe iniziato a crescere per nutrire e formare il loro cucciolo.

<<Non abbandonarmi mai... Ti prego>> disse solo Jimin, come per chiedere al compagno di proteggere lui e il loro cucciolo, ora che tutti quei sogni sfrenati erano diventati sempre più reali e lentamente si stavano concretizzando sotto al loro naso.

<<Nemmeno da morto ti lascerò>> disse con un sorriso baciandogli successivamente la mano come i fosse al cospetto di una principessa.

<<Direi di dirlo... Ai ragazzi almeno>> arrossì il biondo.

<<Almeno?>> alzò un sopracciglio Jungkook <<Intanto che è ancora piccino e che non ti affatica esigo una bella festa>> gli prese i fianchi ondeggiandoli come se stessero già ballando <<Il primo uomo alpha che riesce a concepire un bambino, amore sei speciale>> sorrise.

<<Non sono alph-> Jungkook lo interruppe posizionando il dito contro le sue labbra, nel segno del silenzio.

<<Sei tutto ciò che vuoi essere>> spiegò sorridendo e baciandolo subito dopo, vedendolo arrossire vistosamente.

Nemmeno Jimin sapeva con quale secondo genere si trovava più a suo agio, se con l'essere considerato omega si sentiva, costretto, rinchiuso, a tratti nel posto sbagliato, il termine alpha era forse troppo per lui, troppo serio, troppo grande, troppo dettagliato.

Forse dopo anni e anni a cercare di essere qualcos'altro si era reso conto di non voler appartenere a nessuno, in una società dopo che alpha, beta e omega andava a pari passo con il nome, lui aveva strappato ogni stereotipo, riuscendo a comandare senza il secondo genere accanto. Era sempre stato se stesso e gli andava bene così.

<<La teniamo privata la festa, vero?>> chiese Jimin con un briciolo d'ansia.

<<Certo che si, dopo faremo un comunicato ufficiale per annunciare la collezione e mettiamo come postilla la tua situazione, tu non sei un articolo per fare pubblicità>> puntualizzò Jungkook come volesse assicurarsi che il compagno non si sentisse mai nello stesso modo che aveva dovuto sopportare lui.

<<Non lo è nemmeno lui>> continuò Jimin accarezzandosi il ventre.

<<Assolutamente no, voi siete la più grande gioia della mia vita>> si fece sfuggire il moro, arrossendo subito dopo per la frase incredibilmente dolce che gli era uscita dalle labbra forse da sola, senza che lui lo chiedesse.

La restante giornata Jimin la passò al computer, per portare avanti il lavoro fin quando ne avrebbe avuto la possibilità, Jungkook invece era diventato un perfetto party planner, girava per casa al telefono, chiamando mezza o più Corea, in cerca del posto perfetto, scriveva e-mail con una velocità unica, nel frattempo tra una telefonata e l'altra sistemava il design degli inviti e registrava gli indirizzi delle persone che lo avrebbero ricevuto per far si di farglielo recapitare a casa.

Era ormai ora di cena quando Jimin uscì dal suo piccolo studio, nonostante l'orario Jungkook ancora si stava impegnando per controllare chissà cosa, il biondo sorrise vendendo il compagno così impegnato, sembrava una pallina da flipper, che correva lungo il soggiorno ad ampie falcate, forse il fatto che in ufficio fosse seduto, diminuiva la sua capacità di lavorare a appieno.

<<Amore mangiam->>

<<Fatto! È tutto pronto!>>

Jimin lo guardò con occhi sbarrati <<Cosa vuol dire tutto pronto?? Hai organizzato una festa in un pomeriggio?>> chiese basito.

<<Se è per il nostro bambino si, ci sono persone che offrono tutto a prezzi molto bassi per avere i capi assoluti della moda>>

<<Datti meno arie per favore, non mi hai chiesto niente pensavo ci mettessimo d'accordo su dove e quando farla>> si lamentò Jimin.

<<Lo so, ma credimi, voglio farvi una sorpresa si dice che la serotonina sia buona per i cuccioli>> spiegò.

Jimin ridacchiò <<Va bene, va bene>> accettò la sua sorte da quasi papà.

𝐌𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞 • 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora