Novantuno

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I primi raggi del sole mattutino decisero di entrare dagli spiragli della finestra e colpire in viso il biondo pacificamente rannicchiato nel letto, non era passato molto tempo da quando si erano trasferiti, da quando finalmente potevano dire di vivere insieme, Jimin si voltò sul grande letto matrimoniale vedendo Jungkook nel suo pieno sonno con le braccia sotto il cuscino e la bocca semiaperta, spostata a contatto con la morbidezza del poggiatesta, sembrava un piccolo cucciolo commentò Jimin nei suoi pensieri, passando delicatamente la mano su quei capelli scuri e spettinati.

Una sorta di suono cavernicolo uscì dalla gola di Jungkook, giusto per far intendere fosse sveglio.

<<Buongiorno bello addormentato>> lo prese in giro dolcemente vedendolo stirare i muscoli per poi aprire gli occhi. <<Dormito bene?>>

<<Mh, si>> rispose ancora assonnato, era un comunissimo sabato mattina e dopo la festa della sera prima Jungkook avrebbe soltanto voluto dormire fino al nono mese della gravidanza del compagno, senza farsi troppi problemi. Aprì un occhio per guardare l'altro e grugnì una seconda volta <<Perché mi hai svegliato?>> si lamentò.

<<Voglio portarti in un posto>> sorrise.

<<E non ci potevamo andare dopo pranzo?>>

<<Dopo pranzo devo andare dal medico a rinfacciargli che aveva torto quindi no, andiamo adesso>>

Jungkook sospirò, ormai rassegnato all'idea di dover allontanarsi dal suo caldo e morbido nido fatto di coperte e cuscino. <Va bene, dove andiamo?>> chiese alzando il busto sedendosi sul letto per svegliarsi totalmente.

<<Non te lo dico, lo vedrai, preparati veloce>> sorrise Jimin saltando fuori dal letto prendendo i suoi vestiti dall'armadio e chiudendosi nel bagno per sistemarsi.

Jungkook si schiaffeggiò il viso per svegliarsi e si alzò nonostante la stanchezza che gli girava intorno pregandolo di tornare a dormire, scese in cucina e si preparò una veloce colazione mentre guardava dalla portafinestra la luce del sole illuminare il verde dell'erba del giardino.

Quella casa ancora sapeva di nuovo, ci passavano poco tempo visto il lavoro, ma aveva un che di particolare secondo i suoi occhi. Sembrava come se fosse stata costruita per loro su misura e che tutte le mura avessero aspettato il loro arrivo.

<<Ho fatto>> disse Jimin scendendo le scale, mostrandosi con dei pezzi della penultima collezione della My Style addosso.

<<Non metti gli ultimi modelli? Signor capo mi delude>> scherzò Jungkook, lasciando i piatti sporchi nella lavastoviglie.

<<Ringrazia che non metto i vestiti della Nevermind, signor capo>> rispose sistemando la giacca.

<<Che viperini questa mattina>> sorrise il più alto lasciandogli un lieve bacio sulle labbra prima di andare a vestirsi nuovamente al piano di sopra.

Dopo qualche frecciatina di troppo i due si infilarono in macchina diretti verso l'ignoto per quanto ne sapeva Jungkook, non era ben chiaro come Jimin quella mattina avesse così voglia di girare per la città, considerando la quantità di persone che occupava le strade il sabato, lui era sempre stato un uomo attento ai grandi gruppi di persone, ma per qualche strano motivo da un po' di tempo non se ne faceva più un problema. Che si fidasse di lui? Jungkook sorrise istintivamente e lo nascose nella mascherina per non ricevere domande sul perché.

Il viaggio sembrò più lungo del previsto ma quando Jimin parcheggiò e Jungkook lesse il cartello gli gelò il sangue nelle vene.

<<Jimin perché mi hai portato in cimitero?>> chiese senza ottenere alcuna risposta dal diretto interessato.

Scese dall'auto e seguì Jimin in silenzio, di certo non era una gita al luna park e doveva evitare di comportarsi come un idiota o fare battute fuori luogo.

<<Prima di marchiarmi, mi hai raccontato la tua vita>> iniziò con voce seria. Jungkook annuì silenzioso. Jimin fece una pausa fino ad arrivare alla sua meta. <<Potrei dire di non aver avuto molto piacere a conoscere tuo padre>> sorrise leggermente <<Ma ti presento i miei genitori>> si spostò dalla sua visuale per mostrare una tomba più bianca della neve ricoperta di fiori di mille colori diversi, intorno alle foto dei due coniugi e tutto intorno il marmo.

Jungkook sorrise <<Devo chiedergli se posso sposarti?>> disse a bruciapelo facendo arrossire Jimin come mai pensava di aver visto.

<<Ti sembra il momento?!>>

<<Scusami, sai che bisogna chiedere prima>> fece una pausa <<Anche il modo di decorarla ti rappresenta e...>> si abbassò per guardare bene le foto <<assomigli molto a tuo padre in realtà>>

Jimin sorrise <<Sono morti proteggendomi, la sera che siamo stati attaccati mi hanno ordinato di scappare e io mi sono fidato, sono corso via e mentre mi perdevo per le strade ho trovato Yoongi e Taemin, quando sono tornato a casa, erano già...>>

<<Sono certo che sono orgogliosi di cosa è diventato suo figlio>> sorrise Jungkook.

<<Mando qualcuno qui una volta ogni due giorni a sistemare e a mettere fiori, quando riesco vengo io e visto che sta mattina non avevamo nulla da fare ci tenevo venissi, scusami per averti svegliato>>

<<Sentitelo si scusa>> lo canzonò <<Se me lo dicevi non mi sarei lamentato principessa... però magari qualche fiore più bianco magari da non fare troppo contrasto>>

Jimin sospirò <<Finirà mai questa storia??>>

<<Mh fammi pensare... no>> sorrise.

il biondo lasciò perdere ormai conscio del fatto che anche da vecchi, al compleanno dei novanta Jungkook gli avrebbe fatto una torta bianca e nera per prendersi gioco di lui. <<Andiamo>>

<<Facciamo un giro e poi ti porto a mangiare>>

<<È un modo carino per dirmi che vuoi il mio perdono per queste pessime battute e che mi chiedi umilmente scusa per il tuo comportamento?>> chiese Jimin pavoneggiandosi

<<No in realtà è un modo carino per dirti che non ho voglia di cucinare e che mi sembrava più romantico offrirti il pranzo>>

<<Perché io ti sopporto?>>

<<Perché mi ami>> sorrise Jungkook lasciandogli un bacio sulla guancia e facendo arrossire l'altro.

"Colpito e affondato" pensò il biondo.

𝐌𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞 • 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora