Quarantaquattro

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La luna brillava alta nel cielo, i due erano seduti appena fuori dalla porta finestra della grande stanza d'hotel, Jimin era dolcemente appoggiato al petto di Jungkook mentre continuava ad ammirare la vastità del cielo, il profumo che gli riempiva le narici era quasi soporifero, si sentiva sicuro e protetto, nonostante la fastidiosa e dolorosa eccitazione, riusciva a parlare tranquillamente, riusciva a comportarsi quasi come sempre e stava bene.

<<Perché mi fai questo effetto...?>> chiese Jimin sottovoce, con l'insicurezza di non voler sapere la risposta.

<<Che effetto?>> alzò un sopracciglio Jungkook confuso da quella domanda fuori contesto.

<<Stando così... Non lo so è tutto diverso>> voleva spiegarsi, ma aveva paura che facendolo quel filo di magia che li teneva vicini si sarebbe spezzato.

<<Tu riesci a calmare me, a quanto pare io posso calmare te>> sorrise leggermente Jungkook rubandogli un innocente e veloce bacio dalle labbra.

Jimin sorrise appena, non era quello che voleva intendere ma andava bene comunque.

<<Devi riposare>> gli ricordò il moro alzandosi dalla comoda posizione e portandolo nuovamente sul letto come fosse un bambino, anche perché non era qualcosa di molto diverso.

<<Mi starai accanto?>> chiese Jimin arrossendo.

<<Te l'ho promesso>> rispose semplicemente l'altro sorridendo e distendendosi sul morbido materasso.

Jimin si avvicinò gattonando per poi distendersi a stretto contatto con il corpo di Jungkook. <<Non sai quanto ti voglio>> sussurrò sottovoce.

<<Quando Jimin deciderà di volerlo allora lo avrai anche tu>> sorrise già con gli occhi chiusi forse in cerca di tranquillità.

<<Sono io Jimin.>> replicò l'altro con lo stesso tono di un bambino arrabbiato.

<<Jimin è quello stronzo che vorrei prendere a schiaffi da quanto mi fa incazzare, è quello di cui odio ogni singola parola che tira fuori da quella bocca ma che allo stesso tempo>> si avvicinò silenzioso <<Vorrei baciare fino a morire>> Un brivido percorse tutta la schiena di Jimin in quel momento, la sua mano si strinse sulla maglia larga del moro come se avesse pensato da sola di volerlo avere più vicino. <<Se sei tu a volermi>> gli prese il mento <<e non io che ti faccio cadere ai miei piedi, posso resistere e vederti pregare per avermi>> sorrise malizioso.

<<Ti sto odiando troppo>> sospirò con il respiro mozzato.

<<Però mi vuoi>>

<<Dovevamo riposare>>

<<Ed è quello che farai, io ho un problema che mi hai creato tu e devo sistemarlo>> dichiarò Jungkook facendo cadere lo sguardo sul cavallo dei suoi pantaloni.

<<Sono qui apposta>> sorrise Jimin staccandosi e abbassando velocemente i suoi pantaloni comodi.

<<No Jimin non->>

<<Shh>> due occhi ambrati si puntarono predatori quasi nella sua anima. <<L'ho già fatto e come hai detto tu non mi tocchi, quindi posso farlo>> gli occhi di Jimin brillavano ma a parlare non era ben chiaro quale delle sue due parti fosse.

Diceva che poteva resistere, ma se era lui stesso a calargli i pantaloni mentre gli inumidiva le labbra carnose con la lingua, non poteva continuare a fare finta di nulla, si rendeva perfettamente conto che, come Jimin era fortemente attratto dal suo corpo, dal suo odore e da tutto il resto, lo stesso valeva per lui, avrebbe venduto la sua stessa fortuna per passare quell'intero calore in una camera d'albergo dove si sarebbero potuti divertire, con la voglia da lupi ma i corpi da umani.

<<Io non ti tocco>> ansimò Jungkook chiaramente eccitato.

<<Non servirà>> sorrise liberandolo dei restanti indumenti. Passò lo sguardo su di lui, famelico, mordendosi il labbro, si avvicinò lentamente come per dare tempo a Jungkook di negare tutto, ma nessuna richiesta arrivò nel tragitto delle labbra di Jimin fino alla punta della mascolinità dell'altro.

La sua bocca correva veloce su tutta la lunghezza, premendo anche su vene leggermente più esposte che lottavano per tenere il sangue che in quel momento affluiva in una quantità che non avevano mai avuto modo di testare.

Jungkook ansimò, sapeva che nella natura era normale una cosa del genere e sempre secondo la natura stavano andando bene, ma quel piacere che sentiva inondargli l'anima lo percepiva come qualcosa di sbagliato. Non lo stava toccando, vero, ma si stava approfittando della voglia morbosa che aveva. Avrebbe voluto dirgli più e più volte di smettere ma le uniche cose che riuscivano ad uscire dalle sue labbra erano ansimi e il nome dell'altro.

La mano di Jimin faceva compagnia alla sua bocca e insieme sembravano fatte apposta per far impazzire Jungkook che si sentiva ad un passo dalla fine.

<<Jimin>> ansimò.

<<Silenzio e vieni.>> rispose l'altro fermando il suo metodico lavoro per qualche momento giusto per parlare, tornando subito dopo sui suoi gesti, sentendo i gemiti di Jungkook come approvazione del suo diligente operato.

Jungkook tremò a quella frase pronunciata così, i brividi si impossessarono di lui, come se le parole di Jimin avessero colpito il suo corpo prima di arrivare alle sue orecchie, gemette ancora il suo nome che ormai era diventato un accessorio indispensabile della sua voce, strinse i capelli del biondo tra le sue dita, come per avvisarlo. Jimin alzò velocemente la testa e lasciò che tutto quel liquido bianco andasse ad impregnare la maglia comoda di Jungkook e rise.

<<Così impari a non toccarmi>> gli disse in modo infantile girandosi dall'altra parte del letto e stringendo le gambe tra le coperte per sentirsi protetto e al sicuro.

Jungkook ancora con il fiato corto lo guardava, quale piccola "vendetta" aveva deciso di riservargli semplicemente perché aveva mantenuto la parola data. Rise appena, resosi conto di essere stato imbrogliato ancora da lui, ma questa volta non era arrabbiato, aveva appena avuto l'orgasmo più forte della sua vita e doveva esserne felice, più o meno.

<<Dormi con un occhio aperto sta notte>> lo minacciò Jungkook.

<<Non puoi toccarmi>> rise Jimin stringendo il cuscino.

<<Ti odio>>

<<Non è vero>>

Aveva ragione.

𝐌𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞 • 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora