Trentotto

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Era la sera prima della partenza e nessuno dei due CEO sembrava felice di lasciare Seoul, Jimin aveva lanciato in valigia tutti i soppressanti possibili ignorando le continue lamentele di Yoongi e Taemin, ripetevano che non sarebbe dovuto andare, che una festa per un po' di pubblicità non era importante quanto la sua salute. Jimin da parte sua non voleva sentire ragioni, lui si era sempre comportato come alpha e non avrebbe mai ceduto ai suoi bisogni o addirittura perso delle occasioni semplicemente per il suo secondo genere.

<<Stiamo parlando di Tokyo Jimin, non è esattamente fuori casa, così se stai male non puoi tornare qui!>> il biondo poteva giurare di non aver mai visto Taemin così arrabbiato come in quel momento. <<E non solo, hai deciso di condividere il tuo calore, con un alpha che->>

<<Che è la mia anima gemella e che ha promesso di non toccarmi nemmeno se glielo chiedo. Perché parli se non sai?>> sbraitò Jimin chiudendo di prepotenza la valigia, era appena andato contro Taemin, forse per la prima volta urlando e l'aveva fatto solo per proteggere Jungkook dai loro pensieri? Si forse quei due davanti a lui avevano ragione, era pazzo.

<<Jimin, ti abbiamo salvato una volta, lo farei altre mille volte se necessario, ma se sei lontano... Non possiamo arrivare per magia.>> Yoongi voleva farlo ragionare, ma conoscendolo sarebbe stato impossibile.

<<Non avrò bisogno di essere salvato, Jungkook è un alpha è vero, ma tiene al mio omega anche se dice che non è così, quando ha scoperto tutto non ha mai detto niente a nessuno e>> non poteva raccontargli di certo quello che stava per succedere sulla sua scrivania quel giorno <<e quindi anche se mi da fastidio dirlo, mi fido di lui>>

<<Jimin è un alpha...>> sospirò Yoongi come se stesse raccontando un segreto.

<<Si è un alpha e pure bello, tua madre chi pensi abbia scopato per partorirti??>> si lamentò Jimin stufo di quel discorso

<<Jimin.>> cercò di zittirlo Taemin.

<<Se non vi dispiace ora vado a dormire che domani mi aspetta un viaggio in aereo, buonanotte>> concluse chiudendo la porta della sua stanza e gettandosi sul morbido letto con un sospiro. Capiva benissimo le loro preoccupazioni, molto probabilmente se tutta quella situazione fosse capitata tempo prima non sarebbe mai andato. Ma ora conosceva Jungkook, che lo odiasse o meno era comunque la fine del suo filo rosso e quindi poteva avere una piccola-grande certezza che non l'avrebbe mai sfiorato. Magari avrebbe lottato contro sé stesso per non lasciarsi sopraffare dal suo profumo, ma lui si fidava davvero. Aveva messo la sua vita dentro quella promessa che si erano fatti.

Jungkook era molto più tranquillo mentre preparava meticolosamente la valigia tenendo conto di possibile temperatura, qualche giro per la città e la famosa festa.

<<Spiegami, è un viaggio di lavoro o vai a fare la bella vita in Giappone?>> chiese Taehyung tenendo tra le mani una tazza di té caldo.

<<Possono essere entrambi>> sorrise agguantando dall'armadio la sua combinazione di pantaloni, maglia e giacca preferiti.

<<Da quanto che non ti vedevo amare quel completino>> rise il ragazzo argento sorseggiando la sua bevanda.

<<È un occasione in cui devo fare colpo, devo avere questo per forza>> spiegò semplice, ripiegandolo e mettendolo in valigia.

<<Quanto stai?>>

<<La festa è solo un giorno ma Jimin ha deciso di prenotare una settimana, per questo ho detto entrambi>> sorrise chiudendo la valigia. <<Tu vedi di avere già famiglia quando tornerò>>

A Taehyung andò di traverso il té che stava lentamente sorseggiando <<Che cazzo dici!>> sbraitò tossendo.

<<Hai il suo nome in bocca e lo metti ad ogni fine frase, ti prego, o ti uccido o vi accoppiate>>

<<Non è così semplice...>>

<<Come vuoi tu, io lo dicevo per te, vabbè finisci il tuo té nella tua stanza grazie, io dormo ora>>

<<Mi scusi principessa>> rise Taehyung allontanandosi.

<<Solo io chiamo Jimin così>>

<<Tu non hai il suo nome sempre in bocca no>> sussurrò coprendosi la bocca con la tazza.

<<Che hai detto??>>

<<Buonanotte>> concluse uscendo dal corridoio che portava alle stanze.

Durante la notte però, il sonno di Jimin era costantemente interrotto da incubi, pensieri e paure. Tutte le parole che aveva urlato a Taemin e Yoongi sembravano in lotta per ritorcerglisi contro. Si fidava davvero Jungkook? Forse. Aveva paura distruggesse la sua promessa quando lui non sarebbe stato più in grado di opporsi? Assolutamente si, tremava al solo pensiero di essere debole, fragile e alla sua completa mercé. Avrebbe potuto approfittarsi di lui in ogni modo possibile, ricordava ancora il suo primo calore dopo averlo conosciuto, non riusciva nemmeno a spingere il pedale dell'acceleratore della sua auto, come avrebbe potuto difendersi da un alpha.

Cercava di tranquillizzarsi abbracciando il cuscino, non aveva motivo di impazzire in quel modo. Jungkook era rimasto in silenzio dopo aver scoperto il suo segreto. Certo, lo aveva minacciato, ma alla fine si erano scoperte solo parole dettate da un momento di rabbia. La stessa cosa valeva per quel giorno a casa sua, si era lasciato sfuggire quel richiamo, si era esposto lui stesso al pericolo, eppure non aveva fatto niente, anzi aveva capito il problema e si era allontanato da lui.

Allora perché continuava ad avere paura? Perché pensava troppo?

Si addormentò per disperazione ad un orario non ben definito, ma sicuramente troppo tardo, infatti dopo qualche ora, che nella sua mente passarono come due secondi, la sveglia suonò, svegliandolo e facendogli tornare i mente tutti i dubbi della notte.

Si coprì il viso con il cuscino forse per pensare di voler dormire ancora e dimenticarsi di tutto, viaggio compreso.

<<Muoviti o perdi l'aereo>> gridò Yoongi fuori dalla sua porta.

Si alzò con le occhiaie profonde come la voglia di stare a casa ma cercò di ricomporsi. Dopo tutto era Park Jimin. Nessuno lo avrebbe indebolito.

𝐌𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞 • 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora