𝐌𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞 • 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤

Trentanove

Mentre il mondo sembrava correre velocemente senza stancarsi, Jimin si sentiva bloccato in un continuo movimento a rallentatore. Yoongi continuava ad urlargli di muoversi ma lui continuava a vestirsi e prepararsi con tutta la calma del mondo.

<<Ti ricorderai di farti le iniezioni ogni mattina?>> chiedeva il corvino mentre portava la grande valigia in salotto.

<<Sicuramente, stando attaccato alla persona che più invidio, vuoi che mi dimentichi l'unica cosa che mi aiuta ad imitarlo?>> si vestì parlottando con l'altro e infine si diede gli ultimi ritocchi nel bagno.

Yoongi intanto girava le chiavi della Porsche sul dito con fare elegante.

<<Tu non guidi la mia macchina>> si lamentò Jimin coprendosi con la giacca leggera.

<<Invece si visto che tu non ci sarai per un po'>> sorrise furbo uscendo e lanciandosi al posto di guida per evitare di essere superato dall'altro.

Dopo qualche sbuffo il biondo salì ed entrambi partirono rapidamente alla volta dell'aeroporto.

<<Cerca di stare attento per favore, tutti noi ci fidiamo di te>> disse Yoongi a bassa voce mentre guidava.

<<Sarò attento, andrà tutto bene Yoongi rilassati>> continuava a tranquillizzarlo, anche se sotto forse stava cercando di tranquillizzare anche se stesso.

Una volta giunti all'arrivo Jimin prese la sua valigia ed entrò velocemente in aeroporto, era comunque in anticipo ma voleva fare il check in prima di lui.

<<Signor Park, come mai tutta questa fretta? Non aspetta il suo collega>> Jungkook ormai era diventato un esperto nell'arrivare proprio quando Jimin lo voleva meno tra i piedi.

<<L'idea era quella>> replicò con un sorrido sarcastico.

<<Non sei felice di fare una piccola vacanza con me?>>

<<Non è una vacanza è un viaggio di lavoro idiota>>

Yoongi non capiva, era lo stesso Jimin che la sera prima avrebbe sbranato lui e Taemin per avergli fatto notare quanto lui e Jungkook non andassero d'accordo e che lui era in pericolo?

<<Grazie del passaggio principessa>> sorrise Jungkook a Taehyung fermo davanti all'entrata con le braccia incrociate e le chiavi della macchina strette nel dito. Lo sguardo del moro cadde su Yoongi e la sua mente tornò a quel fatidico giorno. <<Noi andiamo, ci sentiamo tra un po'>> salutò caloroso Jungkook abbassando poi lo sguardo sul corvino <<Buon ritorno a casa Hyung>>

<<Buon viaggio signor Jeon>> disse Yoongi tra i denti ricordando anch'egli quella conversazione.

<<Ti scrivo appena posso, non preoccuparti, prenditi cura degli altri e di te stesso>> sbraitò Jimin mentre il più grande lo tirava sulle scale mobili verso la zona del check in.

<<Quanta paura ha il tuo amichetto del fatto che starai con me questa settimana?>> sorrise Jungkook mentre mostrava il suo passaporto e posava la valigia sul nastro.

<<Non ti riguarda cosa pensa Yoongi, piuttosto dì al tuo amichetto di togliergli gli occhi di dosso>> ringhiò Jimin facendo la stessa cosa appena vicino.

<<Taehyung sente quello che senti tu nei miei confronti, non posso dirgli di no.>> alzò le spalle liberando il posto per andare a controllare il bagaglio a mano.

<<Che cosa stai dicendo?!>> sbraitò ancora Jimin prendendo il suo passaporto e seguendolo.

<<Dico la verità Park, ma il fatto che tu abbia capito immediatamente cosa intendo, toglimi una curiosità, ti sei innamorato di me?>> chiese tranquillo passando sotto il metal detector.

<<Come potrei innamorarmi di una testa di cazzo?>> l'addetto dell'aeroporto rise sentendo quella conversazione ma cercò comunque di contenersi e di lasciarli passare dopo aver controllato entrambi i loro bagagli a mano.

Finalmente si sedettero, per aspettare di sentir chiamare il loro volo.

<<Hai deciso di passare il tuo calore con me, dopo avermi schiaffeggiato perché te l'ho chiesto, permettimi dei dubbi>> Jungkook non era mai stato così serio in tutta la sua vita (non lavorativa) e si poteva chiaramente notare dal luccicare dei suoi occhi scuri.

<<Ho solo scelto di fidarmi del tuo alpha, perché so che non puoi fare del male alla tua anima gemella. Non te l'ho chiesto per farmi scopare per giorni consecutivi.>> rispose altrettanto seriamente Jimin.

Il moro storse il naso <<Il mio alpha, ti fidi di qualcuno che ti ha quasi ucciso e non di me>> si sentiva quasi offeso.

<<Sei tu che mi odi Jungkook. Mi odi perché siamo sullo stesso piano anche se la tua testa è convinta che non sia così. Mi odi perché non riesci ad accettare di non essere più da solo con il lavoro.>>

<<E tu? Mi odi perché io non ho i problemi che hai tu e mi odi perché stai facendo, da anni, il possibile per essere come me>>

<<L'unica cosa che vorrei di tuo è il secondo genere, per il resto sto benissimo in quello che sono.>>

Jungkook sbuffò. Jimin voleva il suo lupo, voleva la parte che più odiava di se stesso, la parte che lui stesso non riusciva a controllare ma l'altro sapeva farlo.

Tempo dopo quando furono finalmente entrambi seduti ai loro posti all'interno dell'aereo, Jimin lasciò un lungo sospiro, appoggiò la testa allo schienale e resosi conto di poterlo reclinare si distese comodo.

Nemmeno il tempo di partire che il biondo era già che collassato nel piccolo letto con la bocca semiaperta e le mani vicine tra loro come per coccolarsi a vicenda.

Jungkook alzò lo sguardo dal suo magazine di moda giapponese solo dopo la partenza e sentì dentro al cuore un'immensa dolcezza farsi largo nel suo animo. Per quanto continuasse a dire di no, lui sapeva che Jimin era spaventato per quella settimana che avrebbero passato insieme, aveva paura perché si fidava del suo alpha e non di lui. Gli riservò ancora un piccolo sorriso prima di tornare a giudicare i modelli che pubblicava l'azienda a cui avrebbero fatto pubblicità. Ma anche mentre i suoi occhi correvano tra i capi, il suo cervello continuava ad urlargli di proteggere quella creatura che ora dormiva come un bambino nel sedile della prima classe insieme a lui.

Il suo omega.