Novantaquattro

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I mesi proseguivano, la My Style proseguiva la sua vita tra alti e bassi riguardo diverse categorie di persone, durante l'ultimo mese Hoseok e Namjoon avevano consigliato di creare una sorta di promozione abbassando i prezzi di una determinata collezione, ovviamente già rivista, per dare più possibilità agli omega con un povero stipendio di poter arrivare ad indossare il loro marchio tanto rinomato e chiacchierato.

L'idea era stata un successo, per quanto fossero capi venduti a poco prezzo il loro impatto monetario fu in continua crescita. Dall'altra parte però i contatti con gli altri piani della moda si erano ridotti esponenzialmente. I primi mesi, la pressione che sentiva Jimin riguardo la situazione che aveva creato lui, era talmente forte che Seokjin e Taehyung erano quasi diventati vicecapi dell'azienda visto che i due capi erano perennemente irreperibili. Ovviamente oltre a quello che succedeva all'esterno nel mondo quello che non aiutava il biondo era quello che stava succedendo dentro di lui. Rispetto all'inizio quando si specchiava dieci volte al giorno mostrando il fianco per vedere la prospettiva della sua pancia crescere anche di qualche minimo centimetro, ora dopo quei mesi, la sua pancia era qualcosa impossibile da nascondere, per questo motivo aveva fatto cucire nuovi abiti per poterli indossare comunque e per non rovinare i suoi soliti.

<<Voi due siete pronti?>> chiamò Jungkook dal piano terra mentre infilava le braccia nella giacca. 

<<Si>> sorrise Jimin scendendo le scale.

Pronti per dove? Per la visita prossima, appuntata per una mezz'ora da quel momento, un semplice controllo per il bimbo, dopo che il dottore lo aveva avvisato della pericolosità della sua gravidanza era quasi inevitabile che fosse strettamente controllato tre volte a settimana. 

Entrambi scivolarono rapidamente in macchina. Jimin giocava distrattamente con le sue mani, era sempre preoccupato, anche se vi era stato appena due giorni prima, il moro poggiò la mano sulla sua coscia e la strinse leggermente.

<<Ogni volta che andiamo dice che va tutto bene e sta crescendo come deve, rilassati>> 

Il biondo sorrise a quelle parole ma non una briciola di preoccupazione lasciò la sua mente, nemmeno dopo essere sceso dalla macchina ed essere entrato nello studio, era solo quell'uomo: lo avrebbe controllato, lui avrebbe potuto rilassarsi, almeno per i restanti due giorni successivi.

Avevano pregato e aspettato fin troppo per avere quel bambino, se gli fosse successo qualcosa, lui non avrebbe mai accettato. 

<<Park, Jeon, entrate>> sorrise dolcemente il medico ormai abituato alla loro presenza. <<Allora in questi giorni nessun problema Jimin?>>

<<No nessun problema>>

<<Io ti vedo più stanco ultimamente>> commentò Jungkook.

<<Normalissimo non preoccupatevi, dopo tutto ha un animaletto feroce che ha bisogno di forze, prego siediti>> disse dopo aver sistemato.  

Jimin si sedette come il solito, alzando la maglia per scoprire la pancia e sorrise alle parole del dottore, l'uomo iniziò la solita routine che ormai Jimin conosceva a memoria, anche se la sua perenne abitudine di osservare ogni più piccola micro espressione del medico, per captare ogni più piccolo dettaglio e magari per prepararsi psicologicamente ad una brutta notizia, ma come ogni giorno, dopo avergli ripulito la pancia:

<<Bene Jimin, non c'è nessun problema, è tutto nella norma come sempre, mi raccomando le solite accortezze sul fare sforzi e sulla dieta da seguire, per il resto ci vediamo tra un paio di giorni, visto che ci stiamo avvicinando alla scadenza>> sorrise professionalmente.

Jimin lasciò un sospiro di sollievo, ogni volta che il medico pronunciava quelle parole, per lui era un passo in più verso quel traguardo tanto atteso e tanto bramato. Jungkook sorrise, felice di quelle parole naturalmente, ma con una punta di "te l'avevo detto" che il biondo notò subito, alzò gli occhi al cielo e non aggiunse una sola parola.

I due ringraziarono e si congedarono, tornando nella loro casa, non fecero nemmeno a tempo a lasciare le scarpe fuori dall'uscio di casa che Jimin si fiondò in cucina per preparare la cena, sentiva di dover provvedere almeno nel fare qualcosa in casa, ma il moro, suo compagno, aveva altre idee.

<<Fermo là principessa>> gli ordinò dolcemente, prendendogli la mano per farlo voltare verso di lui come una sorta di danza. <<Sta sera cucino io, tu mi aspetti a tavola e festeggiamo il mio aver ragione sulla salute del bambino>>

Eccolo quel "te l'avevo detto" che aveva osservato prima nel suo sguardo, ora era uscito insieme ad un sorriso malizioso e ad un lieve inchino per restare alla sua stessa altezza. 

Jungkook accompagnò il biondo sul divano, per farlo sedere comodo, gli posò un delicato bacio sulle labbra e sulla mano che ancora stava tenendo con delicatezza e si diresse verso i fornelli, c'erano tanti cibi che Jimin non poteva mangiare a causa della gravidanza, ma erano stati accuratamente elencati in una comoda lista appesa al muro vicino agli stessi fornelli così, dopo averci dato la solita rapida lettura per mantenerli tutti in mente, il moro iniziò a raccogliere ingredienti dal frigo e dalla dispensa per creare il piatto che aveva in mente.

Da quando Jimin aveva iniziato ad avere sempre più bisogno di riposo, Jungkook aveva scoperto questa nuova, nascosta passione per la cucina, era diventato quasi divertente, magari non era bravo come nel suo periodo d'oro con cooking mama, ma non poteva certo lamentarsi dei piatti che riusciva a portare in tavola al suo compagno. 

<<Jung-kook>> si sentì chiamare con voce sottile.

Il moro si voltò con un pomodorino tra le labbra, prima di sentire il cuore fermarsi e il respiro bloccarsi a metà. Davanti a lui, Jimin in piedi, i pantaloni grigi che portava si stavano impregnando di liquido scuro, la maglia larga che indossava era sposata dal suo ventre e lasciava intravedere delle macchie violacee all'interno della pelle bianca e delicata.

<<Jungkook>> ripeté <<aiuto>> sussurrò con le lacrime agli occhi.

𝐌𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞 • 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora