Novantasei

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Jungkook si era rintanato nella stessa posizione su quella scomoda sedia senza muoversi, aveva avvisato gli altri che avevano chiuso baracca e burattini per quel giorno, soltanto per restare fuori ad aspettare, sia per la paura che attanagliava ognuno di loro, sia perché lui aveva chiesto un aiuto disperato, era convito che di lì a poco i suoi nervi avrebbero ceduto. Yoongi fu il primo ad arrivare, nessuna sorpresa a riguardo, anche il suo viso era impallidito, la carnagione quasi fantasma come lo era il suo sguardo, pieno di paura, forse era meglio usare la parola terrore per definirlo, si sedette accanto a Jungkook e lo pregò di spiegargli cosa era successo. 

l'alpha sentì peso del mondo farsi carico sulle sue spalle, era colpa sua se Jimin ora era in quelle condizioni, il mondo gli aveva dato una lezione il giorno in cui era stato messo al mondo e lui stesso l'aveva ignorato e aveva condannato un'altra persona, che non era nemmeno una persona qualunque, ma era la persona che più amava sulla faccia della terra. <Yoongi è...colpa mia> dichiarò senza scoprirsi i viso, almeno alla fine avrebbe voluto mantenere un minimo di dignità e non mostrare il viso totalmente bagnato e distrutto dal dolore e della lacrime della sua stupidità. <come mio padre ha fatto alla mia madre biologica, ora io ho fatto a Jimin, mi sono comportato esattamente come un Jeon, un egoista, megalomane che pensa solo ed esclusivamente a se stesso, ero così prima di lui e speravo di poter diventare una persona migliore stando al suo fianco, imparando l'amore nelle sue forme> 

<Jungkook...che cazzo stai dicendo?> Yoongi aveva la voce fioca, forse le sue corde vocali erano state strette nella sua gola dal morso del dolore, della paura e dal magone delle lacrime. 

Il moro sospirò, cercando di recuperare la forza di parlare e spiegò dettagliatamente quello che aveva detto l'infermiera e in seguito il dottore davanti a lui. 

<Due cuccioli alpha?!> sbraitò alla fine della spiegazione. 

<Non lo so! non so se sono entrambi o solo uno, quello che so è che almeno uno di loro lo è, come se il parto di gemelli non fosse già difficile da solo, doveva anche andare così!> rispose a sua volta alzando la voce. 

I quel momento Jungkook sentì calore sulla guancia destra, un calore che quasi pizzicava, alzando lo sguardo notò la mano di Yoongi oltre il suo viso, l'aveva schiaffeggiato? non se n'era nemmeno reso conto?

<Come poteva non andare così? Sapevi che il tuo secondo genere dominante l'avrebbe portato a questo punto, gliel'hai detto e non hai minimante pensato di opporti a questa idea? Si che è colpa tua è colpa tua se ora perderò un altro membro della mia famiglia per colpa di alpha!> 

<Yoongi> bastarono le loro voci a farlo risedere a peso morto sul ferro scomodo di quelle sedie. Hoseok e Taehyung erano arrivati insieme e avevano assistito alla scena senza dire una parola. Hoseok si avvicinò al suo omega stringendolo tra le braccia per cercare di dargli più conforto possibile, voleva sentisse la sua presenza, voleva che si sentisse al sicuro, voleva fargli credere che se si fosse rotto in mille pezzi dal dolore, lui sarebbe rimasto lì a tenerlo insieme. 

Dall'altra parte Taehyung era rimasto lontano ad osservare il suo migliore amico e collega con sguardo vuoto. Riusciva a capire entrambe le situazioni e non riusciva a capire dove era meglio stare, si sentiva fuori luogo perché metà parte di lui avrebbe voluto difendere il suo compagno, avrebbe voluto inveire contro Jungkook per aver esposto Jimin ad un tale pericolo nonostante la piena conoscenza della sua situazione. Ma dall'altra parte? Il biondino che lo guardava con astio durante le riunioni lo aveva cambiato, lo sapeva benissimo avendola vissuta da esterno, Jungkook aveva deciso di annegare la sua vita del lavoro, trovare uno scopo per rendere la sua vita utile a qualcosa e non miserabile come credeva di essere sin dal giorno della sua nascita, Jimin gli aveva aperto il cuore, gli aveva curato le ferite del passato, una sola cosa gli aveva chiesto in cambio ed era quel bambino, Jungkook aveva solo acconsentito ad avere una vita e non doveva essere messo al rogo per questo. 

Una mano si andò ad appoggiare delicatamente sulla spalla di Taehyung e per un secondo il ragazzo trasalì per lo spavento, si voltò in fretta e dopo aver visto i visi familiari di Namjoon e Seokjin si calmò. 

Finalmente si ritrovavano tutti lì, il loro arrivo non era stato ignorato o reso discreto, poco alla volta macchine di reporter si parcheggiavano nei posti riservati ai pazienti dell'ospedale, dai grandi vetri si potevano avvistare anche elicotteri che tentavano di spiare all'interno e di scoprire cosa stesse succedendo. 

Namjoon osservò in silenzio e sospirò <sapevamo che era inevitabile una cosa del genere, ma così fa proprio schifo> commentò stringendo la mano di Seokjin per percepire quel senso di stabilità e sicurezza che solo il beta era in grado di trasmettergli. 

Jungkook si appoggiò la mano sul petto improvvisamente, come se avesse avuto una fitta sul momento, ignorava completamente tutto quello che stava succedendo all'esterno, teneva stretto il petto mentre osservava quella stessa porta per la milionesima volta, i ragazzi lo guardarono confusi, che avesse forse sentito qualcosa?

Yoongi tremò al solo pensiero <Che succede?> chiese con fervore scuotendo le spalle dell'alpha accanto a lui, ma lui non rispose, non emise un singolo fiato, restò semplicemente in silenzio con lo sguardo puntato come un predatore sulla sua preda.

Qualche secondo dopo la porta si aprì lentamente, mostrando la stessa infermiera anziana che aveva chiamato il dottore ormai non sapeva nemmeno quanto tempo prima. Ci fu un piccolo scambio di sguardi silenzioso, dove la tensione si poteva tagliare con un coltello e infine la donna parlò 

<Signor Jeon, può entrare> 

𝐌𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞 • 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora