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<<No Jimin, qui andiamo ben oltre il "fingere" stai mettendo a rischio il tuo corpo oltre che la tua salute>> il medico era stato più che chiaro, non aveva intenzione di prendere in cura Jimin per rendere quasi nullo il suo periodo di calore, era troppo pericoloso sia per lui, sia per chiunque avesse incontrato.

<<È una sfilata molto importante, non posso spostarla e non posso mancare>> Jimin sembrava determinato a ricevere i farmaci per potersi presentare senza il rischio di trovarsi circondato da alpha affamati di lui.

<<Jimin te l'ho già detto, hai tutti i farmaci che si occupano della tua conformazione fisica e del tuo odore, non posso anche toglierti il calore, il tuo corpo ha bisogno di una pausa>>

<<Solo per questo mese!>>

<<No>>

Jimin si sedette sulla comoda sedia dello studio del suo medico, era stanco e stufo di pregarlo ma non voleva arrendersi.

<<Devo andare a quella sfilata a tutti i costi, se non mi da i medicinali, ci andrò senza e morirò lì>>

Il medico lasciò un grande sospiro, resosi conto che Jimin non aveva nessuna intenzione di lasciar perdere. <<Jimin, voglio parlarti seriamente, il fatto che tu sia in cura da me è già molto rischioso perché in quanto omega dovresti stare al tuo posto, però è anche vero che avendoti qui posso tenere sotto controllo gli effetti dei farmaci per un futuro non troppo lontano, preferisco rischiare di farti veramente male piuttosto che lasciarti morire>>

Jimin era confuso, era un si? era un no? Non lo sapeva nemmeno il medico?

Egli si alzò, lasciando Jimin confuso sulla poltrona, si diresse verso gli armadietti che occupavano lo sfondo dello studio, aprì un cassetto e ne tirò fuori il contenuto: una scatola trasparente con delle pastiglie nere al suo interno, erano grosse, fin troppo.

Il medico si sedette nuovamente alla sua scrivania e avvicinò la scatola a Jimin. <<Ascoltami bene. Te le concedo solo per la sfilata, ne prendi una prima di uscire di casa e ogni ora ne prendi un'altra. Non di meno e non di più. Esci di casa, vai alla sfilata e dopo che è passata un'ora ne prendi un'altra e così via finché non sei di nuovo a casa ok?>> disse serio.

Jimin allungò la mano e prese la scatola, agitato quanto felice <<Una volta a casa? Cosa dovrebbe succedermi?>> chiese leggermente preoccupato.

<<Forti dolori finché non espelli tutte le sostanze, molto probabilmente avrai una forte nausea, una sorta di sintomi della gravidanza, senza la gravidanza e leggermente amplificati, ma è quello che vuoi tu>> alzò le spalle il dottore osservando Jimin in un misto di curiosità e ansia.

<<E' perfetto, quanto le devo?>> disse serio tirando fuori la sua carta nera.

<<200 mila won*>> disse serio porgendogli la macchinetta per la transazione.

<<Cosa sono d'oro?>> scherzò Jimin appoggiando la carta su di essa.

<<In un certo senso>> sorrise il medico aspettando la riuscita della transazione per poi chiedere gentilmente a Jimin di andarsene.

Un volta tornato a casa Jimin dovette fare i conti con Yoongi e il resto del suo gruppo, nessuno di loro voleva che lui si recasse a quella sfilata, era troppo poco importante per rischiare la vita in quella maniera. Ma il biondo non voleva per niente lasciare che quel maledetto di Jungkook l'avesse vinta, solo perché alpha, solo perché con genitori influenti, solo perché lui poteva fare ciò che voleva, finché Jimin fosse rimasto vivo, Jungkook non avrebbe mai avuto la meglio, non in campo lavorativo, non in campo umano, mai.

I giorni passarono velocemente, una settimana sembrò volare in un paio d'ore, Jimin continuava a lavorare come niente fosse, tranne per quel maledetto tarlo che aveva in testa, odiare il suo rivale lo stava portando a pensarlo sempre più spesso, aveva deciso di creare un'altra collezione e renderla più ricamata e particolare. Tanto era l'odio che gli albergava dentro che il pensiero dei poveri omega che avrebbero dovuto esaudire le sue richieste non era più così tanto rilevante. Pensava a quanto fosse fortunato Jungkook a vivere come viveva, era sempre perfetto nel suo lavoro e lo dicevano anche i capi che venivano pubblicati sotto il suo marchio, nonostante questo non aveva nessun problema, non doveva usare testosterone la mattina, non doveva chiudersi in ufficio impaurito di essere scoperto da qualcuno da un momento all'altro. Mentre lui pagava mensilmente per non essere scoperto, per essere sicuro di vivere tranquillo e bene con i suoi compagni, nonostante questo doveva affrontare un lutto, per cosa? Non c'era un motivo, era normale, ogni omega doveva essere pronto a sopportare la perdita di tutti quelli a cui teneva. Erano questi i suoi pensieri durante quella settimana, che poi erano stati bruscamente interrotti il lunedì della settimana successiva, prima della pausa pranzo quando improvvisamente il suo corpo aveva iniziato a creargli problemi, quell'insieme di sensazioni che gli ricordavano che era arrivato il suo calore con una precisione che non avrebbe voluto, visto che la sfilata si sarebbe tenuta il giorno dopo.

Jimin iniziò a sentire come un fuoco dentro di lui, decise di aprire un momento la giacca e la finestra del suo ufficio, così da non fuggire a casa subito, doveva approvare a tutti i costi ancora troppi abiti per permettersi di scappare, la sua testa sembrava intrappolata in un girotondo senza fine e senza nemmeno volerlo l'unico profumo che gli venne in mente fu quello freddo e pungente di Jungkook, perché doveva pensare a lui in un momento del genere? Il fatto che lo avesse trovato attraente una volta non gli dava la libertà di immaginarlo quando il suo corpo da omega bramava attenzioni, anche troppe per i suoi gusti.



*200 mila won sono all'incirca 150 euro

𝐌𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞 • 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora