Novantacinque

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Con una mano spense velocemente il gas mentre le labbra lasciarono cadere a terra il pezzo di pomodorino che aveva tanta voglia di mangiare prima di voltarsi, corse in avanti e prese la mano del ragazzo 

<<Ti porto in ospedale e nel mentre chiamiamo il tuo dottore>> disse conciso, prendendo violentemente la coperta dal divano per avvolgerci Jimin dalla pancia in giù, infine lo prese tra le braccia e corse all'auto, lo appoggiò sul sedile e scattò ad occupare il posto di guida. Spinse l'acceleratore con tutta la forza che aveva nel piede, si sarebbe preoccupato delle multe una volta che gli sarebbero arrivate a casa, non di certo in quel momento, raccolse la mano di Jimin e la strinse, sentendo la forza ricambiata. <<Dimmi cosa senti Jimin, parlami>>

<<Fa male>> riuscì solo a sibilare mentre stringeva la sua mano come se quel contatto potesse dargli qualche segno di conforto.

Il cervello di Jungkook stava andando in surriscaldamento, non riusciva a capire, stava bene prima, era così chiaro, lo aveva detto anche il dottore, doveva essere andato a letto e quello era uno dei suoi incubi peggiori.

L'auricolare nel suo orecchio continuava a suonare a vuoto, sapeva che la linea del dottore era quasi sempre occupata, ma in quel momento non l'avrebbe accettato, ne avevano bisogno, ne avevano bisogno subito.

<<Jimin ti prometto che non andrò da nessuna parte>> ripeteva Jungkook cercando di tenere lo sguardo sulla strada per evitare di peggiorare la situazione della sua patente, ma non aveva il controllo di sé.

<<Mi sento... graffiato dall'interno>> sussurrò.

Il moro inchiodò davanti all'ospedale con gli occhi sbarrati, quella frase l'aveva già pronunciata qualcuno e nella mente di Jungkook si stava srotolando la pergamena delle risposte che tanto voleva, anche se in quel momento avrebbe voluto dimenticarle.

Raccolse Jimin tra le braccia una seconda volta e si gettò dentro il pronto soccorso, i medici lo guardarono entrare con terrore e sorpresa in un miscuglio che poteva creare il voltastomaco a vedersi, una giovane infermiera accorse

<<Che è successo??>> chiese osservando il corpo del biondo.

<<Sono gli ultimi mesi della gravidanza io non->> balbettò Jungkook

<<Ho capito>> disse semplicemente, aprì una barella e ci fece adagiare sopra il ragazzo, dopo di che iniziò a correre dentro il reparto e il moro cercò di seguirla. <signor Jeon la prego, quando sarà tutto sistemato la farò chiamare> lo bloccò fuori dalle porte.

<<Dottoressa è il mio compagno e mio figlio la prego di->>

<<Signore mi dispiace, rimanga qui> corse dentro senza sprecare un secondo di più.

L'alpha si sedette a peso morto sulle scomode sedie di ferro che decoravano la sala d'attesa del pronto soccorso, con il terrore che si mischiava nel suo sangue, i racconti di suo padre su come sua madre l'aveva messo al mondo si ripetevano, continuamente, in un eterno loop nel suo cervello, appena terminavano, ricominciavano senza un minimo di sosta, probabilmente dall'esterno si sarebbe visto un velo di fumo farsi largo dalla sua testa da quando il suo cervello bruciava. Il suo viso tenuto nascosto dalle mani, ancora qualche traccia di sangue su di esse, che nemmeno gli importava, sentiva i muscoli tesi, tremava, percepiva gli stessi sintomi che si potevano avere durante l'influenza, con il corpo che ribolle per via della febbre. Il problema era che il suo sudore era freddo come il ghiaccio, non sapeva se stringersi di più nella giacca o toglierla e usarla come un semplice asciugamano. Nel mentre che Jungkook si sentiva ad un passo dallo svenimento, il loro medico accorse davanti a lui e lo fece tornare leggermente con la testa sulle spalle, forse per quanto possibile. 

<Jeon, cosa è successo, ho ascoltato il messaggio che hai lasciato in segreteria prima possibile e sono corso qui> spiegò. 

Il moro si alzò in piedi e si appoggiò alle spalle del dottore <io non lo so> disse con il fiato corto <si è alzato, mi ha guardato, non so nemmeno io cosa è successo, stava bene fino a qualche secondo prima...>

<Jeon>

<...siamo stati attenti, ho fatto tutto quello in mio potere, ho fatto il possibile, so che anche lui ha fatto del suo meglio, lo vedevo finalmente felice di essere se stesso...>

<Jeon>

<...ma all'improvviso non so cosa è successo, non posso perderlo è tutto quello che ho->

<JEON.> gridò il medico fermando il fiume di parole in panico del ragazzo <mi ha raccontato in un dei nostri incontri dei problemi che ha riscontrato la sua madre biologica per quanto riguarda il suo parto, dovuto alle complicazioni date dal suo secondo genere, è corretto?> 

Jungkook rimase un momento in silenzio, il suo cervello era troppo sottosopra per poter analizzare il linguaggio in materia che stava usando il medico <Non... non credo di aver capito dottore...> 

L'uomo sospirò e semplificò la sua frase. <sua madre ha avuto problemi durante il parto in quanto lui è alpha, giusto?> 

Il moro sbiancò, credendo di aver finalmente capito l'inizio del suo incubo, ma il dottore continuò. <è possibile che il bambino abbia preso il secondo genere dominante e che i problemi siano sopraggiunti in relazione a questo>

La porta oltre la sala d'attesa, quella in cui Jungkook non aveva il permesso di entrare e la stessa dove Jimin era sparito, si aprì rivelando una dottoressa dai capelli bianchi, abbastanza anziana che guardò il dottore, sorrise lievemente e lo corresse <I bambini, sono due, prego dottore abbiamo bisogno di lei> disse concisa sparendo nuovamente dietro la porta. 

Il medico avanzò ma fu bloccato dalla stretta del moro sul polso <dottore la prego...salvi il mio compagno> disse con la voce più calma che riuscì a trovare nella sua gola. 

<Noi fermo del nostro meglio Jeon, ma alla fine dipenderà tutto da lui> 

<Jimin è la persona più forte che abbia conosciuto nella mia vita intera> 

<Allora avrà modo di dimostrarcelo> concluse, liberandosi della stretta di Jungkook per sparire a sua volta oltre la porta. 

𝐌𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞 • 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora