Sessantuno

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L'atmosfera in quell'ufficio era calda e morbida, entrambi sembravano aver categorizzato il "respirare" come una preoccupazione secondaria, tutti e due infatti tenevano le bocche attaccate come se fossero state incollate veramente, Jungkook non sembrava intenzionato a lasciare o almeno allentare la presa sulla vita stretta di Jimin, a sua volta Jimin non pensava nemmeno di alleggerire la forza che stava esercitando per restare appeso alle spalle di Jungkook. Avevano passato settimane a rincorrersi, forse quasi un mese a nascondere parole di conforto dietro frecciatine, per il semplice e puro bisogno di addolcire l'altro sperando di fare la mossa giusta, senza cadere, senza temere. Jimin aveva cercato in ogni modo di respingerlo ma il cambiamento faceva parte della crescita, pensava tra un bacio e l'altro mentre il suo cuore correva a perdifiato e il suo stomaco stava creando una serra a sé viste le tante farfalle che ci scorrazzavano dentro libere. 

Jungkook si staccò appoggiando la sua fronte a quella contraria tenendo gli occhi chiusi. 

<<Perché ti sei staccato?>> chiese Jimin quasi in un sussurro.

<<Sei insaziabile>> rise il moro dolcemente prima di allontanarsi da lui e aprire nuovamente gli occhi. <<Abbiamo tutto il tempo del mondo per questo, ma la sfilata non si organizza da sola>> sorrise stringendo le mani dell'altro tra le sue. 

<<C'è tempo->>

<<Park Jimin che mette al secondo posto il lavoro, sono così importante?>> sorrise prendendolo in giro.

<<Non lo sei... Allora chi dobbiamo chiamare??>> si schiarì la voce cercando di cancellare l'eterno rossore dalle sue guance.

<<Tutti>> rise Jungkook da quell'improvviso cambio di comportamento che trovò adorabile.

Jimin roteò gli occhi e si sedette alla sua scrivania per iniziare e concludere il più velocemente possibile tutte le telefonate.

Jungkook intanto si nascose dietro il pc, rosso in viso per tutto quello che era successo nel giro di poco, faticava a crederci, il suo cuore doveva ancora calmarsi, tutte quelle parole, tutti quei sentimenti l'avevano reso delicato, si sentiva esposto, si sentiva fragile, odiava da sempre sentirsi così perché la prima e unica volta che era successo aveva sofferto talmente tanto che ancora sentiva le cicatrici bruciare ogni tanto.

<<È possibile? Fantastico!>> esclamò Jimin.

Per quanto cercasse di far finta di niente, vedeva Jimin più libero e più rilassato del solito, forse perché aveva la certezza che lui l'avrebbe protetto o perché in mancanza di testosterone era diventato una fatina dei boschi, felice di svolazzare tra un fiore e l'altro. Il suo dolce profumo di vaniglia era percepibile in tutto l'ufficio, almeno secondo lui. Tante volte aveva sentito il suo odore ma mai lo aveva analizzato così, sentiva chiaramente il soffice aroma della vaniglia, con qualche accenno lieve di cannella, giusto il necessario per renderlo più frizzante come profumo.

<<Jungkook>> lo richiamò poggiando il telefono sulla scrivania <<Sento le tue narici dilatarsi fino qui>> rise Jimin.

Solo allora Jungkook notò di essere molto simile ad un piccolo cane durante la sua ordinaria passeggiata che annusa la strada in modo vigoroso.

<<Non è colpa mia se il tuo profumo sta diventando un deodorante per ambienti tanto è forte>>

<<Pensavo ti piacesse>>

<<Non ho mai detto che non mi piace>>

<<Lo so che lo adori>>

<<Scusate civettate dopo, mi servono due firme e me ne vado>> come ormai era solito fare, Seokjin aveva il potere di entrare nei momenti più imbarazzanti, porse ad entrambi una cartellina con una penna attaccata di lato. <<Se tutto va come programmato per la sfilata riusciamo ad affittare un teatro, con la passerella che scende dal palco, fino infondo alla sala.>>

<<È meraviglioso!>> sorrise Jimin.

<<I modelli ne saranno entusiasti>> sorrise a sua volta Jungkook attirando l'attenzione di tutti e due verso di sé <<Che ho detto?>>

<<Saremo noi i modelli>> puntualizzò Jimin.

<<Nel senso che noi sfileremo gli abiti? Noi dovremmo correre dietro le quinte a cambiarci? Noi dovremmo camminare avanti e indietro con quelle luci caldissime sparate contro>>

<<Così si faceva all'inizio nella Nevermind>> aprì le mani con fare ovvio.

<<Ma questa sfilata non è della Nevermind!>>

<<No ma ci vuole lo stile di entrambi>> sorrise il biondo riprendendo il telefono e continuando la sua rete di comunicazione in tutta Seoul.

Era quasi ironico, quei due avevano il potere di passare dal punzecchiarsi continuamente al baciarsi per ore senza sentire il bisogno di respirare, forse l'idea di Jimin non era poi del tutto sbagliata, erano due persone che spesso entravano in conflitto, ma due lupi bisognosi dell'altro per vivere, pensava Jungkook mentre controllava gli ultimi gossip sulla loro azienda. 

Come previsto molti giornalisti erano giunti alla sua stessa conclusione di molto tempo prima ovvero che Jimin era accoppiato, il suo omega era Yoongi e vivevano insieme. Jungkook sorrise leggendo l'articolo e si spostò i capelli dalla fronte con fare di superiorità, si divertiva a leggere errori su errori.

Jimin era suo, da quel momento ufficialmente, almeno per loro due, avrebbe fatto qualunque cosa per lui, poteva già immaginarselo nei camerini della sfilata, elegante come solo lui sapeva essere, con quel portamento invidiabile e le sue curve delicate che accentuavano la perfezione dei loro abiti, dai più larghi e liberi, ai più stretti e attillati. Si distese comodo con la schiena sulla sedia, immaginando loro due a fine sfilata, nascosti nei camerini per festeggiare a modo loro. Dopo di quella non avrebbero più avuto bisogno di apparire in pubblico per un po', così avrebbe potuto riempire la pelle bianca di Jimin di qualche segno di proprietà.

Jungkook rise, immagiando ancora la successiva festa, appena gli venne in mente casa sua, subito i pensieri riguardo quel giorno si ammucchiarono nel suo cervello, come Jimin aveva chiamato la sua parte più animale, di come lo voleva ma di come lui aveva deciso di trattenersi, ora avrebbero potuto parlare e giungere ad un qualche compromesso comune.

<<Jungkook>> la voce di Jimin lo risvegliò.

<<Mh?>>

<<Stiamo lavorando, se ti devi eccitare il bagno è lì>> disse serio indicando la porta in vetro.

Solo in quel momento Jungkook si rese conto di avere la mano sul cavallo dei pantaloni e arrossì.

𝐌𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞 • 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora