Capitolo 71

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Aveva preteso delle scuse da Alexander ma ovviamente non le aveva ricevute, che stupida che era stata. Non poteva pretendere niente da lui e a ripensarci ci stava male, aveva creduto che la loro relazione fosse salita ad un altro livello ma non era proprio cosi.

Si erano detti ti amo ma poco era cambiato, entrambi avevano troppo orgoglio per amarsi veramente e ad ogni litigio o discussione si scontravano con tutta la forza che avevano. Ovviamente Alexander vinceva sempre, l'orgoglio, l'arroganza e la cattiveria non li mancavano e ad ogni suo gesto o parola lasciava un taglio indelebile in Celeste. Lei reagiva come poteva ma le sue parole sembravano sempre cosi vane davanti al muro che Alexander aveva creato con tanta dedizione nel corso degli anni. Niente e nessuno poteva ferirlo, poteva dirgli tutte le cattiverie del mondo ma lui non avrebbe reagito, come se tutto gli rimbalzasse addosso. Tutto rimbalzava sul "muro" che lui si era costruito, mattone dopo mattone, intorno da quando era bambino.

E forse quel ti amo non significava niente per loro due che non conoscevano il significato concreto della parola. Celeste difatti aveva ricevuto solamente l'amore dei suoi genitori. I quali però  le avevano nascosto per diciott'anni un segreto troppo pesante per non essere rivelato, per il resto lei non era mai stata amata da nessun altro. Si era resa conto da quando era arrivata in quella casa che la sua vita normale era finita e che lei l'aveva sprecata, non aveva fatto amicizie tranne per la sua amica Molly che però lavorava per lei, non aveva conosciuto nessun ragazzo ne nelle scuole che aveva frequentato ne durante le feste a cui i suoi l'avevano portata. Era sempre stata lei, i suoi genitori e il nonno, sempre loro. Non aveva mai avuto nessun altro e ultimamente quella cosa l'aveva turbata, avrebbe voluto avere delle amiche, qualche conoscente con cui parlare di passioni in comune. Non capiva perché non fosse mai riuscita a trovare un amica e si sentiva male per quello. Avrebbe voluto divertirsi e provare a vivere prima di sposarsi, avrebbe voluto imparare a relazionarsi con li sconosciuti ad essere più matura per affrontare con diverso carattere Alexander.

Celeste in quel momento sperava e basta, sperava che Alexander la lasciasse più libera e sperava desiderandolo con tutto il cuore di riuscire a farsi delle amiche anche se frequentando l'università online.

Quel giorni difatti sarebbero andati a vedere l'università che Celeste aveva scelto confrontandosi con la sua insegnante di russo. Si sentiva al settimo cielo e sapeva che quell'università faceva per lei aveva dei programmi fantastici e non avrebbe dovuto studiare tutte le materie in russo dato che era un'università internazionale.

Indosso dei pantaloni bianchi e una camicetta azzurrina sotto un maglione anch'esso sui toni del blu, non voleva dare nell'occhio ma sicuramente voleva fare bella figura e poi avrebbe parlato con il rettore in persona quindi doveva assolutamente farli una buona impressione. Si lego i capelli in una coda alta e si trucco leggermente non voleva esagerare e poi si mise i suoi stivaletti che si abbinavano molto bene al suo outfit. Quando prese il maglione e usci dalla cabina armadio trovo Alexander ad aspettarla.

"Sei pronta?" le chiese, anche lui era vestito bene, come al suo solito solo che questa volta sembrava più formale, aveva optato per un maglione al posto della solita giacca che metteva sopra la camicia e lei noto che li donava molto. E mentre lui assomigliava ad un padre di famiglia Celeste sembrava una vera ragazzina pronta a conoscere la sua nuova scuola. La differenza di età tra i due in quel momento era ben visibile e lui se ne accorse, ma l'entusiasmo di Celeste li fece pensare che forse solo lui ci aveva fatto caso.

Cosi scesero le scale e in un attimo si trovarono sulla soglia di casa pronti ad uscire, fu li che lei si blocco. Vide le macchine che avrebbero dovuto accompagnarli e rimase bloccata. Il ricordo dell'ultima volta che era uscita di casa le piombo addosso e dovette chiudere gli occhi per farsi schiacciare. Tutto era identico, le macchine erano le stesse e riuscì a riconoscere anche alcuni degli uomini e poi c'era Markus che come quel giorno stava tenendo aperto lo sportello per farli entrare. Si fermo proprio li sulla soglia mentre Alexander raggiungeva la macchina senza accorgersene solamente quando si giro per farla entrare per prima si rese conto che lei era ancora li.

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