Capitolo 41

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Celeste stava odiando parecchi aspetti di quella giornata. Come prima cosa non riusciva più a sopportare i fotografi che la inseguivano dappertutto, non poteva neanche mangiare in pace che la riempivano di flash. Prima del pranzo aveva dovuto anche sopportare lo shooting fotografico, tradizione dei matrimoni veri, in cui lei e suo marito avevano inscenato molto bene il loro amore dei giardini dell'hotel che ospitava la cerimonia. Una vera meraviglia, baciare Alexander così tante volte le provocava uno strano effetto ma ogni volta le sembrava un gesto sempre più meccanico anche perché si lasciavano solo dei baci a stampo. Per il resto niente contatti, da quando erano usciti alla chiesa lui era diventato serio e molto distaccato, non aveva ancora accennato a quello che le avrebbe fatto quella sera e la cosa spaventava Celeste che non capiva cosa succedesse nella mente di quell'uomo, alla fine lui aveva ottenuto tutto a cosa stava pensando.
Un altra cosa che non sopportava oltre ad Alexander, il continuo baciarsi e le foto era sicuramente il fingere. Non riusciva più a sorridere ma doveva farlo per colpa dei fotografi, non poteva comparire triste e depressa il giorno del suo matrimonio così doveva ingannare tutti. A lei non stava venendo molto bene come invece riusciva Alexander che sembrava parecchio a suo agio nei panni di un uomo appena sposato. Andava per i tavoli a salutare i presenti cosa che avrebbe dovuto fare anche lei e qualche volta la indicavano segno che stavano parlando del loro futuro, lei ovviamente poteva fare solo una cosa sorridere.
Tra il primo e il secondo doveva esserci il primo ballo della coppia e fu suo padre a iniziare le danze con lei.

Quando iniziò la musica infatti, suo padre la obbligo a ballare, doveva fare un ballo con i due uomini più importanti dalla sua vita.
Peccato che Celeste non riteneva nessuno dei due così importanti da concederli un ballo, ma ovviamente dovette recitare. La musica era triste, e le luci soffuse che pendevano dal soffitto come tante stelline rendevano la situazione davvero romantica, ma in quel momento lei tra le braccia di suo padre ascoltava la confessione di quest'ultimo.

"Noi Celeste non avremmo mai voluto che la tua vita andasse così" stava per continuare ma lei lo interruppe
"Ma lo avete lasciato che accadesse"
"Si lo so" continuò a parlare sottovoce "ma preferisco vederti affianco a lui con ancora tutto il tuo rispetto che umiliata è sposata con un altro mafioso"
"Cosa vuoi dire?" Celeste si allontanò leggermente per vedere il volto di suo padre aveva gli occhi lucidi.
"Voglio dire che tuo nonno a fatto delle scelte sbagliate nell'ultimo periodo e alcune persone cattive stavano per approfittarne, ci avrebbero tolto tutto se non fosse arrivato Alexander, il suo nome è bastato per allontanare qui vermi"
Celeste non ebbe il tempo di fare altre domande che Alexander li si avvicinò pronto a dare il cambio al padre.

La strinse fra le sue braccia e lei gli appoggiò le sue intorno al collo. Non erano così vicini da quella mattina ma li non era presente nessun prete e potevano dirsi tutte le cattiverie in faccia ovviamente sottovoce nessuno doveva sentire.  Iniziò Alexander la conversazione.

"Che effetto ti fa?"

"Che cosa?"Le rispose fissandola negli occhi "Avere un anello al dito" Celeste non sapeva cosa dire, non aveva ancora riflettuto su quello che sarebbe cambiato

"Non lo so"

"Sai questo è un momento importante per una coppia, il primo ballo intendo"disse portando gli occhi al cielo

"Si ma noi non siamo una coppia"ma cosa erano allora? Amici, neanche per sogno, fidanzati, neanche forse conoscenti, ma la maggior parte delle persone che si conoscono e basta non si sposano.

Lui sorrise lo sapeva che non erano una coppia eppure Celeste aveva voluto sottolinearlo. "Voglio che mi prometti una cosa Celeste" lo sguardo della ragazza si fece interessato a quello che stava dicendo lui.

"Cosa dovrei prometterti? Hai già tutto quello che posso darti fammela tu una promessa Alexander" lui rimase colpito non solo perché l'aveva chiamato per nome cosa che faceva solo lei ma anche perché pretendeva che lui le promettesse qualcosa.

"Ascolta prima me e dopo potrò giudicare la tua di offerta" come si aspettava facesse, Alexander era calcolatore non avrebbe mai accettato su due piedi.

"Voglio che mi prometti che non ti ribellerai a quello che succederà stasera" il suo sguardo era serio ma Celeste non capiva perché le stava dicendo quelle cose, il suo pensiero divenne erotico, si immagino loro due distesi nel letto mentre Alexander la aiutava a spogliarsi. Ma subito cacciò quel pensiero, non poteva farle fare quella promessa solo perché quella sera le avrebbe tolto la verginità era assurdo, lui gliela avrebbe presa che lei lo volesse o no.

"Fallo prima che finisca la canzone" la pressione, metteva Celeste sempre in una brutta posizione e poi sapeva che se non avesse promesso Alexander l'avrebbe obbligata comunque. Quella situazione la preoccupò parecchio e l'ansia la perseguitò per il resto della giornata.

"Prometto" lo disse quando la musica ormai stava sparendo e con le labbra ancora socchiuse Alexander la baciò andandosene.

"Aspetta e la mia di promessa?" lui si girò a guardarla, ormai tutti avevano incominciato a ballare, e come se non avesse sentito niente se ne andò uscendo dalla sala. Forse avrebbe dovuto inseguirlo, fargli promettere quello che voleva farli capire che anche lei ha delle volontà e non solo lui può comportarsi in quel modo.

Il taglio della torta e il resto del tempo furono una perdita di tempo anche Alexander sembrava annoiarsi ma almeno Celeste era riuscita a riparlare con la sua amica Molly. Avevano passato quasi un'ora prima che sua madre la trovasse, le aveva quasi urlato contro era arrabbiata per il fatto che si era nascosta. Se sua madre era arrabbiata anche suo marito lo era e difatti quando lo rivede era parecchio agitato e il suo sguardo non prometteva niente di buono.

Una giornata infinita che era terminata, finalmente Celeste poteva tirare un sospiro di sollievo per tornare a ritrattenere il fiato. Cosa sarebbe successo adesso?

La risposta non tardò ad arrivare perché il suo diavolo era proprio li davanti a lei e la stava per accompagnare al suo inferno privato. Salirono in macchina, la Ferrari che era diventata il loro regalo di nozze e sotto lo sguardo di tutti sfrecciarono via sotto il cielo stellato di Mosca.

"Mi devi una promessa" in macchina era il momento perfetto per parlare non sarebbe potuto scappare.

"Celeste... non mi sembra il caso"

"A me sembra il momento ideale e poi non mi hai neanche ascoltato non sai cosa voglio proporti" era seria anche lei questa volta, voleva veramente che Alexander gli promettesse quella cosa

"Va bene"

"Promettimi Alexander che non mi farai mai del male ne fisico ne mentale" lui giro lo sguardo verso di lei anche se stava guidando, ritrovandosi a fissarla negli occhi anche lei lo stava guardando. Per la prima volta che lui si ricordava, non sapeva cosa rispondere a quella ragazza che era diventata sua moglie e che lo stava implorando di proteggerla da lui stesso. Non poteva farlo ecco la risposta lui non poteva promettere.

"Non posso farlo" disse frenando la macchina, erano arrivati ma lei non se ne accorse, troppo impegnata a cercare un significato.

"Come non puoi, tu puoi tutto tu sei lo Zar di Russia" glielo urlo ma lui non ascoltò e la fece scendere dall'auto. In quel momento Celeste si accorse di non essere a casa ma in mezzo a dei prati e davanti a lei soltanto una casa diroccata per lo più, guardo Alexander che stava aspettando che lei si muovesse a seguirlo.

"Dove siamo?" furono le prime parole a cui riuscì a pensare

"Hai detto tu Celeste che sono lo Zar ma tu mia cara non pensare di essere diventata la mia regina"

"Cosa intendi" li pose la domando cercando di capire l'espressione che aveva sul volto illuminato dai fari della macchina

"Te lo spiegheremo" la testa di Celeste stava elaborando le informazioni troppo lentamente e difatti non fece in tempo a capire la situazione che la vista di Alexander davanti a lei svanì e vide solo il buio.

CelesteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora