Capitolo 68

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Alexander sfrecciava per la strada come un pazzo aveva promesso a Celeste che sarebbe riuscito ad arrivare e lo avrebbe fatto. Premeva sull'acceleratore poi sorpassava a sinistra e a destra come se stesse facendo un gara e lui si sentiva veramente un pilota ma duro poco perché alcune volanti della polizia iniziarono a seguirlo con le sirene spiegate.

"Solo loro mancavano" sorrise mentre rallento di colpo fermandosi in mezzo alla strada, le volanti lo stavano quasi per tamponare. Alexander scese dalla macchina si diresse verso i poliziotti e loro prontamente estrassero le pistole "salve agenti" disse tranquillo

"Metta le mani dietro la testa" urlo uno e Alexander lo riconobbe subito

"Oh agente Grinfer come sta sua figlia Rose" per fortuna aveva appena letto il suo fascicolo sul tavolo di Rosko.

"Come fa a conoscermi" urlo di nuovo il poliziotto

"Sono stranito che lei non conosca me" parlo Alexander ma aveva fretta "posso andare?" chiese mentre gli agenti si confrontavano per riuscire a indovinare chi fosse

"Stava violando il codice della strada dobbiamo ritirarle la patente ha superato di troppo i limiti consentiti"

"Si possiamo rimandare? Le lascio il numero del mio avvocato magari può chiamare lui, oppure posso chiamare io al distretto siete del comando di Smirt o di quello di Verser?"

"Signor Volkov può andare" disse uno dei poliziotti con una radiolina in mano e Alexander non se lo fece ripetere due volte, pagava troppo profumatamente per farsi ritirare la patente. Aveva perso parecchio tempo ma poteva ancora riuscirci, anzi doveva riuscire.

Celeste intanto entrava nella clinica e per fortuna di tutti gli uomini che l'avevano accompagnata solo Markus era entrato con lei. La clinica era molto carina e sicuramente molto costosa, c'era parecchio personale che correva da una parte all'altra e Celeste si dovette ricordare che quella era la normalità. Non usciva da parecchio ed era molto più abituata a percorrere i corridoi deserti della grande villa che quelli affollati. Per fortuna la sala d'aspetto per le visite ecologiche era al piano superiore e li c'erano veramente poche persone se non solamente lei e Markus.

Sperava veramente che Alexander riuscisse ad arrivare in tempo la sua ansia stava diventando troppa da sopportare. Si torturò le dita mangiandosi tutte le pellicine e iniziò ad uscirli sangue, lo guardo colare e sospiro.

"Tieni" Markus le porse un fazzoletto in modo che si asciugasse il sangue "Cosa ha detto Alexander?" le chiese poi

"Ha detto che arrivava" sorrise nervosa, e se aveva fatto un incidente e se li era successa qualcosa di più grave? Stava delirando, non sapeva più cosa pensare aveva bisogno di lui in quel momento, glielo aveva ricordato un sacco di volte ma lui era riuscito a dimenticarselo. Allora non era importante per lui, giunse a quella conclusione.

"Signorina Volkov" parlo una donna dall'aspetto molto gentile che era ferma davanti alla porta della stanza dove Celeste avrebbe sostenuto la visita. Lei si diresse verso la dottoressa e le strinse la mano poi quest'ultima guardo Markus porgendo la mano anche a lui

"Lui è il signor Volkov" non si capiva bene se quella della dottoressa fosse un'affermazione o una domanda ma Markus si affretto a negare ma si presento come un amico e non come la guardia del corpo.

Entrambe le donne si accomodarono all'interno, Markus aveva preferito rimanere fuori, Celeste era sempre molto tesa ma il tono di voce e le parole della dottoressa la rassicurarono subito. Quella era una semplice visita di cui non doveva preoccuparsi le aveva detto e lei le aveva creduto. La dottoressa era un donna parecchio bella e sicuramente non mostrava l'età che aveva, portava la fede al dito e dalle foto sulla sua scrivania Celeste constatò che aveva anche un figlio. Era molto professionale, aveva un tono di voce serio ma ogni tanto le sorrideva come per rassicurala e ci riuscì più o meno.

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