Capitolo 11

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L'hotel era molto moderno, lo stile che piaceva ad Alexander, le pareti del corridoio che stavano percorrendo erano bianche, qualche quadro moderno riempiva i vuoti tra una porta e l'altra. Sul piano in cui si trovavano, c'erano solo tre porte chiuse, queste erano di legno molto spesso. Celeste seguiva l'uomo che le faceva da guida, camminando molto piano e costringendolo a rallentare.

Poi Alexander aprì la porta della sua suite e fece entrare la ragazzina che si diresse in bagno, voleva chiudersi dentro ma l'uomo prevedendo le sue mosse la blocco ed entrò con lei lasciando la porta aperta. Celeste a disagio si guardò attorno, cosa fare in quei casi se non aspettare una sua mossa.
Alexander infatti decise di uscire dal bagno, sapeva che non si sarebbe mossa in sua presenza. Si diresse verso il suo angolo bar della sua ordinata stanza e sì verso un drink, guardò le valige in parte alla porta e sorrise a pensare che quella sera Celeste avrebbe dormito con lui.

Celeste voleva sciaquarsi il viso, ma non lo fece, avrebbe tirato via tutto il trucco. Si limitò a fare pipì e a chiudere gli occhi per qualche secondo.
Si sentiva già meglio dopo che uscì dal bagno con le scarpe in mano. Alexander era lì che l'aspettava seduto su una poltrona davanti alla finestra col bicchiere in mano, si girò appena sentì il rumore della porta.

"Possiamo andare" cercò di farlo muovere Celeste ma lui non sembrava aver intenzione di tornare alla festa. Lei lo capì e la paura per quello che poteva succedere le si insinuò in mente. Lui non fece niente per metterla a disagio anche se lo divertiva molto.

"Sai che stanotte dormirai qui,con me?"lei non li credette, insomma perché avrebbe dovuto, poi capi che davanti a lei aveva una persona che non mentiva, seria e andò in panico. Dentro di se la paura di quell'uomo crebbe ancora, ma lei non poteva restare con lui doveva parlare con i suoi genitori e provò a dirglielo.

"Non...posso" la sua voce non nascondeva bene come il suo viso quella paura che aveva, ed usciva tremolante e debole dalla sua bocca. Alexander si girò verso la ragazzina e la guardò fissa con i suoi occhi scuri, lei arrossì, ancora appoggiata allo stipite della porta del bagno, con quel vestito azzurro che le donava tanto e le metteva in risalto i suoi occhi grandi e chiari.

Suo nonno gli aveva dato il permesso di dormire assieme e quindi di partire il giorno dopo per Venezia, dove si sarebbero sposati fra neanche due settimane. Ma evidentemente la ragazza questo non lo sapeva, e ad Alexander venne il dubbio su quante cose ancora lei non sapesse.

"Lo sai? Domani partiamo per Venezia, dove ci sposiamo" lui si divertiva e stava cercando di capire in quanto in sarebbe messa a piangere e sarebbe scappata dalla stanza. Lei però non lo stava ancora facendo, quelle cose sapeva che prima o poi sarebbero successe, non sapeva soltanto quando ma sembrava che Alexander l'avrebbe aggiornata sul calendario proprio quella sera.

"Fra due settimane ci sposiamo, compri il vestito a Venezia, ci sono tante boutique"continuò Alexander citando poi il contratto prematrimoniale si ricordò che lei non lo aveva firmata ma di come lo avesse fatto la madre al posto suo. Cosa le nascondevano ancora da non lasciarle firmare il contratto.

"Sai secondo il contratto non posso toccarti fino al matrimonio, facciamo le cose alla vecchia maniera" a queste parole Celeste arrossì non sapeva se essere felice o no, comunque si sarebbe dovuta concedere a quell'uomo ma avrebbe avuto due settimane per prepararsi.

"Non dici niente?" cercò di infastidirla e di farla parlare, per quanto le piacesse usare le donne preferiva quando queste erano colte e istruite, senza però sovrastarlo. Lui doveva comunque essere il superiore nella discussione non accettava che una donna lo contraddicesse.

"Perché devo sposarti sei solo un mostro?"le parole di Celeste fecero scoppiare una grassa risata dalle labbra di Alexander, forse aveva capito che cosa la ragazza non sapeva ancora della sua famiglia perfetta che immaginava lei. La tentazione era tanta e glielo voleva dire, si alzò e si avvicinò alla sua preda, guardandola abbassare lo sguardo dal suo. Le mise due dita sotto il mento e attirò il suo sguardo, dal viso della ragazzina si vedeva una punta di rabbia, ma la tristezza e la paura dominavano.

"Cara, non lo sai ancora?" chiese ironico abbassando il tono della voce, come un sussurro che arrivava sulle labbra di Celeste, che si addosso alla parete timorosa che l'uomo la potesse toccare. Si lui aveva firmato un contratto ma alle voglie non si comanda. Poi si avvicinò all'orecchio e le chiese soffiando sul suo collo e provocandole dei brividi cosa volesse sapere.

"Tutto" anche quella parola fu un sussurro, ma Celeste voleva veramente sapere cosa le si teneva nascosto da troppo tempo ormai. Un risolino di Alexander provocò ancora più brividi sulla pelle della ragazza.

"Per affari piccola Celeste, solo per affari, questo matrimonio serve per allargare il mio commercio come quello dei tuoi parenti"

"Che commercio"la domanda sorse spontanea sulle sue labbra.

"Quello illegale, droga, puttane,armi chi più ne ha più ne metta si dice"lo disse guardandola negli occhi ma Celeste ebbe bisogno di qualche secondo per metabolizzare.

"Mi stai dicendo che i miei genitori sono dei mafiosi e anche mio nonno"

"SI"

Quelle due lettere colpirono Celeste come un pugnale aveva vissuto la sua vita con i soldi sporchi, guadagnati attraverso traffici illegali. Non poteva restare indifferente a quella notizia sconvolgente e sotto lo sguardo fiero di Alexander le lacrime iniziarono a scorrere. Quel matrimonio sarebbe stato solo un modo per trafficare più droga, e non aveva nessun lato positivo. Non poteva essere vero continuava a ripetersi nella testa la ragazza, suo nonno non era una persona cattiva non avrebbe mai fatto del male a nessuno e sua madre non le avrebbe mai mentito in quel modo.

Doveva uscire da li e parlargli ma era bloccata dal corpo di Alexander, li avrebbe chiamati. Così sotto sempre lo sguardo dell'uomo li chiamo, sua madre avrebbe risposto per prima, e li chiese di salire.

Celeste era arrabbiata e scossa dalla notizia, era figlia di dei mafiosi e non lo aveva mai scoperto, si riteneva una stupida e l'uomo davanti a lei non faceva che confermare la sua ipotesi. Cercò di allontanarlo, appoggiando una mano sul suo petto facendo pressione ma non servì a molto se non a peggiorare la situazione. Alexander le iniziò a baciare il collo mentre le sue mani si muovevano sul corpo della ragazza, lei cercava di bloccarle tenendo stretti i polsi con le sue piccole mani. Lei sentiva la sua pelle scaldarsi e venire percorsa da brividi, una strana sensazione si propagò dal suo basso ventre e il calore si propagò quando lui la baciò chiedendo il permesso con la lingua sulla sua bocca. Non si ritrasse, non oppose resistenza, stava pensando ancora a quello che le aveva detto, la sua famiglia era mafiosa. Lui se ne accorse e decise di riportarle alla realtà cercando di sollevarle la gonna, lei non se ne accorse finché non sentì la sua mano sulla coscia. Cercò di divincolarsi e infilò le sue unghie nella pelle dell'uomo.

Fu un bussare alla porta che fece allontanare Alexander di qualche centimetro, quanto bastava dalla ragazza. Lo sguardo di lui, faceva capire che la desiderava e che non si sarebbe fermato se non lo avessero interrotto.

"Finiamo dopo, ragazzina"

CelesteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora