Capitolo 58

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I loro sguardi si incrociarono per un attimo poi Celeste si voltò e si diresse alla porta, non voleva uscire dall'edificio ma solamente allontanarsi da quella massa di persone che le stavano intorno. Si sentiva leggermente la testa girare e soprattutto quella donna le aveva messo molta pressione addosso e adesso si sentiva schiacciata. Non sapeva se essere arrabbiata con la cosi detta Perla oppure essere tranquilla, chi sa a quante ragazze si sarà avvicinata per farle quel discorsetto.

Percorse un corridoio e svoltò a destra, le sembrava quasi di essere a casa in quell'hotel, e poi trovò un piccolo atrio con delle poltrone e delle grandi finestre che davano su un piccolo giardino. Dovevano essere in piena città perché oltre la recinzione si ergevano altri grandi palazzi. Celeste si sedette quel posto era sicuramente meglio della sala affollata da cui era scappata e dato che non c'era nessuno decise anche di levarsi i tacchi che la stavano torturando come sempre.

Si guardò ancora un po' intorno, pensare ad altro la distraeva e le faceva dimenticare quello che le era capitato. Non sapeva perché avesse preso così paura forse perché sapeva che in parte quelle cose erano vere, lui l'aveva trattata male in parecchie occasioni.

"Non sorridi più?" chiese una voce inconfondibile alle sue spalle e subito dopo Alexander comparì al suo fianco per sedersi nella poltrona accanto alla sua. Lei non rispose, era una domanda di cui entrambi sapevano già la risposta. "come mai?"

lei cerco una scusa più che plausibile e disse la prima che le venne in mente "I piedi mi fanno male"

Alexander fece uno dei suoi soliti risolini e lei capì che avrebbe potuto trovare una scusa migliore, si guardarono un attimo negli occhi e entrambi percepirono una certa sensazione.

"Va bene torniamo di la adesso" disse lui alzandosi in piedi e posizionandosi davanti di lei.

"Io preferisco rimanere qua ancora qualche minuto, se non ti dispiace" doveva ancora riprendersi e preferiva rimanere ancora lontano da lui, stare sola era l'unico modo per concentrarsi su quello che pensava.

"Giusto ti fanno male i piedi" il tono di Alexander era visibilmente sarcastico e derisorio ma lei non ci fece caso e annui come a confermare. Lui però non la lasciò da sola e tornò a sedersi dove era prima "è per gli anelli che hai messo il broncio?" chiese sempre con lo stesso tono.

"No" rispose lei in tono secco e veloce, non voleva che lui pensasse che era così superficiale da rattristarsi per dei gioielli. Lei non sentiva neanche la necessità di averli.

"Va bene" disse guardandola fissa come ad intimorirla e ad analizzarla nello stesso momento "Sai forse ho capito il motivo del tuo sorriso insolito" continuo sempre con lo sguardo fisso su di lei. Celeste alzò lo sguardo e arrossì leggermente, un leggero sorriso tornò sulle sue labbra e contagiò anche Alexander.

"Dimmi cosa hai capito"

"No non lo farò ancora, devo ancora confermare la mia teoria" disse distogliendo lo sguardo da Celeste e puntandolo verso le finestre "vieni con me Celeste"

Alexander si alzo, prese le scarpe di Celeste e le porse la mano per aiutarla ad alzarsi, la tenne per mano anche quando camminando per i corridoi raggiunsero l'ascensore.

Quando rimase sola Celeste guardò ill piccolo orologio da polso d'oro per controllare l'ora non voleva arrivare in ritardo. Si era fatto tardi e in quei cinque minuti cercò di recuperare le forze, rimase a guardare fuori senza pensare a niente e poi si diresse di nuovo nella grande sala cercando di allontanare tutte le preoccupazioni, era troppo stanca persino per quelle.

Cercò Alexander con lo sguardo per qualche minuto ma individuo solamente la signora Perla che sorseggiava un drink. Dovette aspettare che una voce iniziasse a parlare per capire dove fosse Alexander.

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