Capitolo 61

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Celeste si decise ad aprire gli occhi, vide solo bianco, stava guardando il soffitto della camera da letto. Sentiva il rumore dell'acqua proveniente dalla doccia in bagno e sentiva il suo corpo debole. Non riusciva a muoversi era come se si volesse mimetizzare tra quelle coperte beige, voleva scomparire per non vivere più quella vita che da tempo ormai non le apparteneva. Si rese conto che non poteva farlo e girò lo sguardo quando i passi di Alexander si fecero più vicini.

"Buongiorno ti ho svegliata?" chiese lui, che le si avvicinò ancora gocciolante e con solamente un asciugamano in vita.

"No" rispose secca lei, facendo una smorfia che doveva assomigliare ad un sorriso.

"Cosa pensi di fare stamattina?" domandò Alexander mentre prendeva il cellulare che aveva lasciato sul comodino

"Quello che faccio ogni giorno" rispose, ricevendo uno sguardo di ammonimento da lui. Alexander non era per niente contento di quella risposta, ultimamente Celeste non usciva neanche più dalla camera e passava tutte le giornate a letto aspettando che lui tornasse. Scendeva al piano inferiore solo per cenare con lui e si comportava così dal giorno del suo compleanno o meglio dal giorno dalla sparatoria. 

Lui sapeva che Celeste era rimasta traumatizzata ma doveva affrontare quella paura perché sicuramente non sarebbe stata l'ultima volta che qualcuno avrebbe tentato di ucciderli. Alexander vide i messaggi che gli erano arrivati poi guardò Celeste.

"Vieni con me oggi" disse velocemente mentre rispondeva ad uno dei suoi sicari più precisamente a Rosko. 

"Cosa? e dove ? non non ci voglio venire è pericoloso vero?" Celeste bombardò di domande Alexander ma non oso muoversi dal letto, non l'avrebbe seguito.

"andiamo alzati che non posso fare tardi" insistette lui mentre si dirigeva verso la cabina armadio per indossare il solito completo. Nell'altra stanza Celeste torno a guardare il soffitto cercò di liberare la testa dai pensieri e da tutti i tormenti e ci stava riuscendo se non fosse stato per Alexander che tornò nella stanza lanciando dei vestiti sul letto.

"Voglio che indossi questi e in fretta" disse, lei osservò quello che Alexander le aveva lanciato, dei pantaloncini neri in pelle e una maglia di un tessuto completamente trasparente e nero a maniche lunghe. 

"Non voglio venire a casa sto bene perché devo venire con te, sono solo un peso" parlo velocemente cercando delle motivazioni valide per far cambiare idea ad Alexander. Lui però neanche la guardava lamentarsi sperando che si alzasse al più presto da quel letto. E alla fine lo fece si alzo controvoglia e prese i vestiti che lui aveva scelto. Si diresse prima in bagno per fare la sua solita routine e poi nella cabina armadio dove senza dire una parola si vesti. Quando usci trovò Alexander intento a parlare al telefono in russo e anche se lei aveva ormai preso confidenza con quella lingua non capì una parola di quello che disse. 

"Ho scelto bene" disse lui quando mise giù il telefono. Celeste aveva aggiunto le calze nere sotto i pantaloncini e un bel reggiseno nero di pizzo sotto la maglia, per non avere freddo aveva anche indossato una semplice giacca sopra e gli stivali alti che le arrivavano al ginocchio. Lei non rispose alla sua provocazione e rimase in attesa di un suo ordine.

"andiamo" disse a voce bassa non staccandole ancora gli occhi di dosso, la fece camminare davanti di lui osservando le sue curve muoversi in modo elegante. Scesero le scale e Alexander si fermò a controllare delle carte in ufficio poi proseguirono.

In macchina non volò una mosca anche perché non erano soli, Markus ed un altro uomo erano seduti davanti di loro nella Rolls Royce. In quella situazione Celeste non si sentiva per niente a suo agio e un piccolo ricordo riaffiorò. Alexander la stringeva forte e le ripeteva che erano a casa che stavano bene e che dovevano scendere da quella macchina, lei non si muoveva e lui decise di prenderla in braccio per portarla in casa. 

CelesteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora