Capitolo 13

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Alexander uscito dalla stanza si diresse nell'ascensore per tornare nella sala grande dove si stava ancora svolgendo la festa per il suo futuro matrimonio.  Aspettò di entrare e quando le porte si aprirono vi trovo una donna. Un vestito rosso molto aderente e scollato, copriva quel poco che poteva e lasciava ben poco all'immaginazione. La donna guardò Alexander con uno sguardo sensuale, lui ricambio e la squadro dall'alto al basso. Non servi molto per capire che la donna lo desiderava e appena le porte dell'ascensore si chiusero la donna si era già avvicinata allo zar, che non si ritrasse e si precipitò sulle sue labbra.

Doveva cancellare quella sensazione che sentiva, e che gli aveva provocato la bambina. Lui non l'avrebbe lasciata decidere niente della sua futura vita eppure si era sentito quasi obbligato a staccarsi da lei appena glielo aveva chiesto.

Gli basto una scopata a ricordarli che lui non si lasciva smontare da una bambina e uscì dall'ascensore con lo sguardo ancora pieno di desiderio e il rossetto della donna ancora sulle sue labbra. Percorse un corridoio e fu intercettato dal suo sicario Markus.
"Odio la diplomazia"
Markus rise, il suo zar era tutto tranne che diplomatico e odiava farsi vedere in pubblico, facendo credere a tutti che quell'accordo fosse vero amore.
Avrebbe detto che la ragazza si era sentita poco bene sperando che tutti se ne sarebbero andati in fretta. Quando arrivarono nella sala, questa era piena e nessuno si era accorto della loro mancanza. Prese il microfono e fece l'annuncio, la sala iniziò a svuotarsi lentamente. I suoi alleati in affari passarono a salutarlo e lui li congedò velocemente.

I genitori della ragazza erano lì anche loro impegnati a salutare gli ospiti, Alexander li si avvicinò.
"La portate a casa?" Si erano capiti di chi stavano parlando.
Fu la madre a rispondere, triste e amareggiata da quello che era successo poco prima.
"Non penso voglia tornare con noi, l'ho delusa"
"Rimarrà qua, con te, ma ricordati dobbiamo rispettare le tradizioni" suo nonno aveva preso la parola mentre si sedeva.
Alexander rise sotto i baffi non vedeva l'ora di far crollare quella ragazza di farle capire che sarebbe diventata la sua bambola.

Celeste era nella terrazza della camera di Alexander, si era distesa su uno sdraio portandosi dietro una coperta. Le lacrime non smettevano di scendere finché uno spavento dovuto alla chiusura della porta di ingresso, la fece rinsavire dal suo stato di trans.

Senti il suo nome, la stavano chiamando ma non aveva abbastanza forze per muoversi da quella posizione o per rispondere.

"Ragazzina dove cazzo sei?" era la voce dello zar che stava per diventare furioso. Doveva darle una lezione non potevano continuare così. Provò a cercarla in bagno e nel piccolo salotto ma niente, poi osservò la porta aperta della terrazza e accendendo le lampade da esterno uscì.

La vide subito distesa mentre tremava, nonostante la coperta, poi si fermò ad osservare lo skyline della città che era molto suggestivo da lassù.

Celeste aveva capito che era stata trovata e sentì i suoi passi muoversi verso di lei, tenne gli occhi chiusi finche sentì il fiato di Alexander sul suo volto.

"Guardami" le ordino, lei obbedì "brava, adesso alzati e andiamo a dormire tesoro" pronunciando l'ultima parola in modo pungente. Celeste però non mosse un muscolo i suoi occhi fissi su quelli dello zar erano stanchi e si stavano per chiudere da soli. Alexander fece per prenderle un braccio e sollevarla ma lei si scostò adagiandosi a pancia in su sullo sdraio.

Sembrava un corpo morto, quello di Celeste, ma Alexander non poteva tollerare un affronto del genere. Si sedette sullo sdraio e appoggio una mano dall'altra parte di questo in modo da bloccare la ragazza. Le si avvicinò lentamente scostando la coperta dal suo corpo, le mani della ragazza cercarono di coprire il più possibile il corpo dallo sguardo dell'uomo.

La mano di Alexander si mosse sul corpo di lei "Smettila non toccarmi, io non ti sposerò" si dimenò in tutti i modi come aveva fatto poco prima. La coperta cadette per terra e Alexander sollevò la ragazza tenendole i polsi con entrambe le mani e posizionandola sulle sue gambe.

Fu un attimo che lei cercò di alzarsi ma la presa forte suoi suoi fianchi la spinse contro il corpo di Alexander.

"Sta ferma, non ti faccio niente che non possa piacerti" ma le parole non la calmarono, agitandola ancora di più. I pensieri di Celeste vorticavano velocemente, cosa le avrebbe fatto? Ma Alexander non le avrebbe dato il tempo di pensarci e fece scorrere le mani sulle cosce della ragazza sollevando la gonna. Celeste non portava le calze e il contatto con le mani di Alexander le aveva provocato molti brividi.

Percorse la coscia fino a sentire la stoffa delle mutandine della ragazza che stava facendo di tutto per fermarlo. Erano in piedi e Celeste davanti a lui, gli dava le spalle sentiva però che la stava osservando e il suo fiato caldo sul collo, dove lasciò dei baci umidi. Mise gl'indici tra la stoffa e la pelle di Celeste. Aveva paura, non voleva perdere la sua verginità con uno sconosciuto ma il suo cercare di fermare quell'uomo era invano. Le lacrime le scesero e sperando che Alexander fosse meno pronto a fermarla, si lanciò in avanti.

Lui non la fermò, essendo stato troppo lento, e la guardo scappare nel bagno per chiudersi dentro.

"Maledetta torna qua"

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