Capitolo 57

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Quella serata Celeste non ricevette nessuna punizione, alla fine lei non aveva nessuna colpa aveva solo ascoltato senza volere quel nome. Tornarono a casa la mattina presto e Alexander sfrecciava tra le poche macchine che giravano a quell'ora. Non avevano più parlato dopo le scuse di Celeste, lui le aveva solamente lasciato quel bacio inaspettato poi aveva iniziato a parlare con Markus in russo e lei non aveva più capito niente.
Quando arrivarono a casa Alexander non la trascinò in sala da pranzo e solamente a colazione finita le permise di andare a dormire. Lui non la segui. Così Celeste se la prese comoda, andò a dormire e rimase nel letto fin dopo mezzogiorno, si alzò solamente quando le portarono il pranzo.
Non vide Alexander per il resto della giornata è neanche Markus si fece vivo, si chiese come facevano ad essere così occupati ogni giorno ma poi pensò che era meglio non farlo. Alexander faceva un lavoro orribile e lei se ne vergognava molto, si sentiva in colpa a vivere in quella casa e a fare quella vita di vizzi ma lei non poteva fare niente, era chiusa in quella casa dalla vacanza alle Hawaii.
Verso le sette decise di fare una doccia, si sentiva ancora un po' stanca ma quello era dovuto sicuramente al fatto che aveva passato la giornata nel letto. Apri il rubinetto della doccia e aspetto che l'acqua divenisse calda prima di venire colpita dal getto.
Stette poco a lavarsi, per i suoi tempi, e una volta uscita si avvolse nell'asciugamano. Si guardò un attimo allo specchio per togliersi i residui di trucco e strofinò i capelli bagnati. Di solito dopo la doccia non le piaceva rimanere tanto tempo con solo l'asciugamano addosso, avere la pelle bagnata le faceva venire freddo e così cercò il suo intimo che doveva aver portato con se in bagno, ma ovviamente non c'era. Uscì dal bagno e difatti aveva lasciato le sua mutandine e il reggiseno sul letto ma non di certo in mano ad Alexander.
"Posso?" Lui che era disteso sul letto stava giocando con le sue mutandine. Sorrise quando vide Celeste e scosse la testa.
"Mi hai risparmiato la fatica di togliertele" disse appoggiandosi sui gomiti per osservarla meglio.
Celeste capi che era inutile domandarglielo di nuovo e decise di prendere un altro paio dal cassetto e torno in bagno a vestirsi. Alexander la guardò ma non si mosse minimamente. Celeste tornò nella camera dopo venti minuti, con i capelli asciutti e perfettamente lisci trovando Alexander intento a guardare la tv. Quando si diresse alla cabina armadio per scegliere cosa mettere per la cena Alexander sembro accorgersi di nuovo di lei.
"Aspetta vieni qua" spense la tv e la guardò dritta negli occhi, lei si preoccupò leggermente e si avvicinò a lui. Le prese i fianchi e la avvicinò ancora di più a se, era seduto davanti a lei e spostò le mani fino al suo reggiseno. Si vedeva che aveva esperienza con le donne perché le slacciò il reggiseno rosa in pochi secondi e come un riflesso Celeste strinse le mani sul suo seno.
"Non ti ho dato il permesso di vestirti" disse abbassandole le mutandine, lei trattenne il fiato e chiuse gli occhi per alcuni secondi. Si sentiva ancora in imbarazzo davanti a lui anche se ormai non doveva più essere così lui l'aveva vista nuda molte volte. Prese coraggio e riaprì gli occhi trovando Alexander intento a guardarle il volto.
"Sei rossa in viso" disse lui come se Celeste non sentisse il calore sulle sue guance "ti metto in imbarazzo?" le chiese poi come se la risposta non fosse ovvia.
"Posso rivestirmi?" Celeste parecchio imbarazzata e il fatto che lui glielo facesse notare la infastidiva.
"No" rispose solamente lui e subito dopo Celeste si trovò seduta con le gambe aperte su Alexander. Lui iniziò a baciarla prima sul collo poi sul seno mentre con le mani toccava la sua intimità. La stuzzicò con le dita e la fece genere quando la penetro col dito. In tutta risposta Celeste spinse Alexander all'indietro e lui cadde con la schiena sul letto con lei sopra. Subito Alexander rimediò e con sguardo perverso ribaltò la situazione, come piaceva a lui, lei sotto.
Si slaccio i pantaloni sotto lo sguardo di Celeste che non provava più imbarazzo ma solo desiderio che crebbe nel guardare Alexander nudo. Anche lui era eccitato e non aspettò a penetrare Celeste con la sua erezione. Sempre più veloce, lei gemeva provando un forte piacere mischiato a dolore, lui grugniva mentre usava sempre più forza. Osservava Celeste sotto di lui che stava per venire, le guance rosse gli occhi chiusi e i suoi capelli leggermente arruffati, spostò le sue mani sul volto di lei e mentre la baciò raggiunsero insieme l'orgasmo.
Alexander uscì velocemente da Celeste e si diresse in bagno, nonostante non dormisse da almeno un giorno non si sentiva stanco. Si buttò sotto la doccia fredda lanciando uno sguardo dietro il vetro che divideva la loro camera dal bagno, Celeste era ancora distesa nel letto come lui l'aveva lasciata. Si lavò e tornò li, prese l'intimo che le aveva tolto e gliela lanciò addosso.
"Adesso puoi rivestirti" le disse risvegliando la dai suoi pensieri. Anche lui si vestì, indossò una camicia bianca e dei pantaloni neri abbinati a una giacca e una cravatta sempre nera. Mentre si sistemava il colletto Celeste comparì sulla porta della loro cabina armadio, aveva lo sguardo perso e quel dettaglio fece leggermente innervosire lui.
"Che hai?" le chiese difatti
"Niente" rispose veloce lei "tu dove vai?" Cercò subito di cambiare argomento, ma qualcosa era diverso stava sorridendo mentre pronunciava quelle parole.
"Noi dove andiamo" la corresse lui cercando di capire per quale motivo lei stesse sorridendo in quel momento
"Vengo anche io?"
"Si" rispose girandosi verso di lei e smettendo di guardarla dallo specchio "voglio che ti vesta elegante" le disse velocemente uscendo dalla stanza
"Aspetta" lo richiamò lei poggiandoli la mano sul braccio
"Cosa vuoi ?" Alexander osservò la piccola mano di Celeste sul suo braccio muscoloso e rispose scocciato.
"Io non credo di voler venire" rispose lei in tono titubante
"Tu vieni" concluse lui e uscì dalla camera.
Celeste rimase sola, un po' preoccupata ma ancora sognante dalle sensazioni che Alexander le aveva appena fatto provare. Lo odiava in tutti i modi possibili, le aveva reso la vita un inferno ma le aveva anche fatto scoprire un mondo che lei adorava, il sesso. Decise di vestirsi e indossare una tuta molto elegante, il sopra completamente di pizzo e senza maniche e i pantaloni a palazzo, tutto di un colore unico nero. Prese una giacca da abbinare e si trucco leggermente indossando anche dei splendidi orecchini. Si stava pettinando i capelli quando Alexander tornò in camera con Markus che lo seguiva a ruota, sembravano entrambi innervositi ma si zittirono quando lei uscì dal bagno tenendo lo sguardo basso.
Alexander la guardò dall'alto al basso, provocando il tipico rossore sulle guance di lei e in quel momento avrebbe voluto sbatterla di nuovo sul letto.
"Alexander dovremmo fare qualcosa" disse Markus riportando l'attenzione di Alexander al suo lavoro
"No noi non faremo niente fine del discorso" disse rivolto al suo ladro, si girò verso Celeste "sei pronta?" Lei annui.
"Allora possiamo andare" disse lanciando un uno sguardo innervosito a Markus.
Celeste uscì per prima con in mano la sua giacchetta mentre Alexander la dirigeva fuori tenendole una mano sul fondo della schiena.
Salirono in macchina e partirono.
"Non mi dirai dove andiamo?" Chiese lei per fare conversazione e non lasciare come sempre che il silenzio riempia la macchina.
"Tu non mi dirai perché stai ancora sorridendo?" Celeste a quelle parole si girò di scatto trovandolo a fissarla.
"Non credo serva un motivo per sorridere" rispose lei
"Andiamo in un posto" rispose lui facendole capire che la risposta che le aveva dato non bastava.
"Lo scoprirò fra poco allora" Celeste non sapeva neanche lei il perché di quel sorriso e di certo non avrebbe saputo spiegarlo ad Alexander. Lei immaginò che Alexander non sapesse neanche cosa significasse sorridere senza motivo, le uniche volte in cui l'aveva visto con una faccia meno arrabbiata era perché sorrideva maliziosamente.
"Si fra poco" disse e difatti pochi minuti dopo scesero entrambi dalla limousine trovandosi davanti ad un grande hotel. Sembrava come quello dove viveva negli Stati Uniti, l'hotel di suo nonno, erano entrambi classificati con cinque stelle e da fuori davano l'idea di grandezza. Entrarono nella hall e un signore in divisa gli prese le giacche. Quando passarono nella sala Celeste capi di trovarsi ad una serata di beneficienza. All'ingresso infatti si trovavano due grandi cartelloni che spiegavano che i soldi raccolti quella sera sarebbero andati in beneficienza ad un orfanotrofio. Quello che stupì di più Celeste fu trovare il nome di suo marito tra i nomi degli organizzatori della serata e tra quelli dei maggiori beneficiari. E forse Alexander, nel prenderle la mano e trascinarla banco del bar voleva proprio evitare che lei lo leggesse. Celeste avrebbe voluto dire qualcosa ad Alexander, aveva fatto del bene d'altronde ma non disse niente, allargo solamente il suo sorriso.
Molte persone si avvicinarono a loro, mentre erano seduti ad uno dei tavoli, ma solamente una coppia catturò l'attenzione di Celeste. Erano moglie e marito entrambi sui settant'anni erano anche loro vestiti eleganti e sembravano conoscere Alexander da molto tempo tanto da ricordarsi che non aveva mai portato una ragazza a quella cena che si teneva ogni anno.
"Lei è Celeste mia moglie" cercò di tagliare corto Alexander anche se con toni molto cordiale. Celeste porse la mano ad entrambi e fini per ammirare il fantastico anello che la signora,presentatasi come  Perla Wilstoner, aveva al dito.
"Un regalo di mio marito è uno smeraldo molto raro e costoso"disse notando come Celeste lo guardasse "sai dovresti fartene regalare uno anche tu da tuo marito" disse ridendo leggermente coprendosi la bocca.
"Perla non intrometterti il signor Volkov avrà sicuramente fatto molti regali alla sua amata" disse il marito che non aveva detto il suo nome "da quanto siete sposati ?" chiese poi per sviare dalla frase detta prima che aveva fatto cambiare espressione ad Alexander. Lui infatti le aveva regalato un solo anello, quello di fidanzamento.
"Circa da dieci mesi" rispose Alexander, solo in quel momento Celeste si rese conto del tempo che era passato. Dieci mesi che erano passati più veloci di quanto lei si sarebbe aspettata.
"Allora siete ancora nella fase migliore" continuò a scherzare la signora Wilstoner, mentre suo marito cercava di far sembrare le sue parole meno pesanti e mentre lui parlava con Alexander la signora Perla si andò a sedere vicino a Celeste
"Deve essere un uomo molto affascinante il signor Volkov stai bene con lui?"Celeste si sentì leggermente spiazzata dalla domanda così diretta ma rispose lo stesso. "Si certo che sto bene se no non lo avrei sposato" menti spudoratamente
"E come mai vi siete sposati così presto?" Chiese ancora
"Bhe le ho detto che con lui sto bene" menti di nuovo Celeste che se avesse potuto scegliere la sua vita non sarebbe di certo finita a vivere in Russia.
"Senti vara io conosco il signor Volkov ed è una brava persona sai ma" lasciò la frase sospesa perché Alexander e suo marito si girarono verso di loro. "Ma a te starebbe meglio un fantastico zaffiro blu si abbinerebbe con i tuoi occhi no signor Volkov?" Cambio totalmente argomento e Celeste capi che quello che la signora voleva dirle non avrebbe dovuto sentirlo Alexander
"Si le starebbe di incanto" rispose Alexander girandosi verso di lei e guardandola negli occhi.
"Penso che andrò un attimo in bagno" disse per sviare quello sguardo
"Ti accompagno Celeste cara" disse Perla.
Percorsero il tratto in silenzio ma quando entrarono nel bagno la signora finì la frase che aveva iniziato.
"Sai Celeste frequento un'associazione nei miei giorni liberi" iniziò a raccontare
"Di cosa si tratta?" Chiese Celeste non capiva cosa centrasse con lei
"Si tratta di un'associazione che protegge le donne dai mariti violenti Celeste" parlava lentamente come se lei non potesse capire
"Pensa che Alexander mi picchi? Perché se è questo che pensa allora sta sbagliando alla grande lui non ha mai alzato una mano su di me" non era vero mentiva di nuovo, tutte le volte che Alexander le aveva stretto il collo lei aveva avuto paura di morire.
"Io ho visto tante donne sposate proteggere i mariti dicendo che non le facevano niente ma poi si presentavano con enormi lividi sul corpo e" riprese la signora Perla
"Io non ho neanche un livido" cercò di nuovo di convincere quella donna che stava per scoprire del suo matrimonio falso.
"Perché ti sei sposata così giovane non hai ancora detto una volta che ami tuo marito" quella frase spiazzò Celeste, non avrebbe detto che amava Alexander non avrebbe mentito ancora.
"Io l'ho sposato perché con lui sto bene e so che mi proteggerà per tutta la vita" avrebbe voluto stare meglio ma almeno quella era la verità, quando stava con lui facevano sesso e a lei piaceva molto.
"Va bene ma per qualsiasi cosa questo è il numero della nostra associazione chiama se ne hai bisogno o anche solo per parlare"
"Grazie ma" stava per dire che non ne aveva bisogno
"Anche io l'ho chiamato una volta, mio marito era praticamente impazzito durante una lite e ha cominciato a lanciare i nostri piatti" fece una breve pausa "per fortuna non mi colpì ma presi la macchina e scappai, dormì una settimana insieme a donne che invece erano state colpite e queste mi convinsero che un uomo che ti ama fa di tutto per non vedere la paura nei tuoi occhi lui mi aveva spaventata e difatti lo mollai poi però l'amore ci ha fatto rimettere assieme e lui non si è più arrabbiato"
Celeste rimase disorientata, le immagini le correvano davanti agli occhi, lei contro il muro, le mani di Alexander che la stringevano e le facevano male ovunque e poi la sensazione di contrasto tra freddo e caldo che aveva provato tenendo in mano quella pistola mentre la mano di Alexander stringeva la sua. Tutto quello le fece paura. E senza rendersene conto era fuori dal bagno mentre la signora Perla la salutava per raggiungere suo marito. Celeste non sorrideva più e guardò in direzione del tavolo dove Alexander era seduto, tra le tante persone presenti i loro sguardi si incrociarono per qualche secondo.

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