Capitolo 55

1.9K 83 13
                                    

Alexander ripartì accelerando, si lasciarono dietro l'incidente e Celeste tornò a concentrarsi sulla strada lasciando scorrere i pensieri nella sua mente affollata. Non voleva cercare spiegazioni o possibili collegamenti tra l'incidente e Alexander, sarebbe diventata paranoica se avesse continuato. Si disse che gli incidenti in macchina erano casuali e che nessuno poteva programmare un incidente mortale. Cercava invano di autoingannarsi, ma serviva a poco e più cercava una giustificazione e più l'uomo in parte a lei sembrava colpevole. Alla fine i pensieri si trasformarono in parole.

"Conoscevi l'uomo morto?" chiese ad Alexander che si girò di scatto ricordandosi che lei era li. Anche la sua mente era piena di pensieri ma sua moglie non era tra questi, fu perciò preso alla sprovvista dalla domanda e rispose solo dopo alcuni secondi.

"Ho già risposto all'agente" disse tenendo gli occhi fissi sulla strada.

"Lo so hai risposto che non credevi di conoscerlo ma magari adesso ti è venuto in mente qualcosa" Celeste sperava di ricevere un segnale rassicurante da lui. Alexander infatti la guardo, il suo sguardo era intimidatorio ma questo non fece abbassare gli occhi di Celeste.

"No niente" tornò a guardare la strada proseguì per un tratto abbastanza lungo, Celeste si accorse che il paesaggio era cambiato e adesso le strada dritta non era affiancata da abitazioni ma solamente da campi. Non c'erano altre macchine e tutto sembrava deserto e proprio li Alexander fermò la Ferrari sulla prima area di sosta che aveva trovato, illuminata solamente da un lampione.

"Perché ti fermi?" chiese subito Celeste terrorizzata "Alexander perché ti sei fermato?" continuò lei senza ricevere risposta. Mise una mano sulla portiera per cercare di aprirla ma era bloccata. Si girò verso di lui e vide che la stava osservando.

"A cosa stai pensando Celeste?" chiese con calma mantenendo lo sguardo su di lei che si agitava.

"Celeste rispondimi" gli bastò alzare il tono della voce per far si che lei si bloccasse di colpo. "Perché quelle domande?"ribadì.

"Io volevo solo sapere se lo conoscevi" disse con voce flebile Celeste.
"Non mentirmi ancora" quasi le urlo Alexander e Celeste venne scossa da un brivido, sapeva che gli aveva mentito?

"Io non l'ho mai fatto" lui rise amaramente a quelle parole e appoggiò una mano sulla coscia di lei stringendola.

"Come vuoi che ti tratti Celeste? Come la bambina che mente al papà e viene punita o come una donna che ammette le sue colpe? Decidi" parlo con voce bassa senza scherzare e stringendo con sempre più forza.

"Io... non ti ho mentito" c'era troppa incertezza in lei per sembrare credibile.

"Allora dimmelo guardandomi negli occhi" disse prendendole il volto con forza e obbligandola a guardarlo "dimmi il vero motivo di quelle domande"

Celeste aveva troppa paura di parlare voleva che quella situazione finisse subito, chiuse gli occhi per non guardarlo.

"C'era un uomo lì" incominciò la frase e Alexander la obbligo a continuare con uno sguardo insistente "uno di quelli che lavora per te" .Passarono alcuni secondi prima che Alexander rispondesse a quell'affermazione, sapeva benissimo che quell'uomo era li ma non si sarebbe mai aspettato che Celeste riuscisse a vederlo e a riconoscerlo .

"Quindi se ho capito bene tu mi stai accusando di aver causato un incidente solo perché li c'era un mio dipendente?"chiese infine lui, la sua espressione era cambiata di nuovo in quel momento sorrideva facendo passare per pazza Celeste. Lei infatti si sentì molto stupida davanti a quella domanda e non sapeva cosa fare.

"Scusami" disse allora, consapevole che non servisse a molto chiedere perdono. In tutta risposta Alexander lasciò la sua coscia, allargò il sorriso e fece ripartire la macchina con un rombo assordante. Questa volta era lui che aveva mentito ma era rimasto stupito dalla facilità con cui Celeste aveva scoperto la verità sull'incidente da lui causato. Si aveva ucciso lui George Trosky, lo aveva fatto per ristabilire la sua posizione di Zar che stava per essere minacciata da quell'uomo, aveva organizzato quell'incidente ma sentiva di aver sbagliato qualcosa. Celeste non avrebbe dovuto capirlo.

CelesteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora