Capitolo 29

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La Russia, cosa sapeva lei della Russia?
Sapeva che faceva sempre freddo, che era enorme e che il natale si festeggiava a gennaio e non a dicembre. Ecco cosa sapeva lei di quel posto che sarebbe diventata la sua nazione per il resto della sua vita. Non le era mai piaciuta l'idea di lasciare l'America anche prima che comparisse Alexander, lei stava bene li. Ma ovviamente i suoi piani erano cambiati.

Dal jet privato, su cui erano saliti ormai da due ore, immaginava come sarebbe stata la sua vita, da moglie di un uomo che non amava. Una vita di finzione l'aspettava perché non avrebbe mai amato quell'uomo come una vera moglie.

Si era sempre immaginata il matrimonio come la condivisione dei momenti belli della vita ma anche di quelli difficili, perché per lei il matrimonio è saper sempre a chi rivolgere l'ultimo sguardo della giornata e il primo dii quella nuova. Sposarsi per lei significava molto e aveva sempre visto i suoi genitori come punti di riferimento da ammirare, puntava a quello da grande. I suoi infatti si erano conosciuti da giovani all'università, erano diversi ma insieme si completavano, sua madre era sempre stata una persona sensibile e di gran cuore mentre suo padre era il classico ruba cuori innamoratosi della ragazza innocente. Erano belli anche da vedere soprattutto quando presenziavano agli eventi importanti, vestivi entrambi eleganti. Qualche volta gli aveva sentiti litigare e quando succedeva il suo fantastico da bambina mondo crollava. Si urlavano addosso così tante cattiverie, evidenziavano i difetti l'uno dell'altra e si odiavano cosi tanto che le veniva da pensare che quelli non fossero i suoi genitori. Poi tutto si calmava e tornavano dolci e amorevoli. Lei non sapeva mai le questioni di litigio forse perché centravano con gli affari illegali di papà, ma poteva solo ipotizzarlo.

A volte le sembrava di rivedere negli occhi di Alexander quelli di suo padre quando questo si arrabbiava con lei e la sgridava, altre volte negli occhi di quell'uomo vedeva solo il diavolo, odio puro direttamente dall'inferno. Adesso da quegli occhi, che ogni tanto la squadravano distraendosi dal giornale, vedeva solo curiosità,stava cercando di capirla ma non ci riusciva.

Il viaggio durò molto e Celeste si addormento mentre gli uomini parlavano di lavoro con messaggi in codice, Alexander non voleva che lei ascoltasse finche non avrebbe provato la sua totale fiducia a lui e esisteva un trattamento speciale per le королева, le regine.

Prima del matrimonio avrebbe dovuto giurare e dichiarare totale fiducia a lui ed all'organizzazione come lui aveva fatto a suo tempo, solo che lei era una donna e le prove da affrontare erano diverse. Penso che quella donna non ce l'avrebbe fatta anzi ne era convinto perché a suo tempo anche lui stava per arrendersi, se non si fosse ricordato la motivazione di tutto. 

Doveva renderla un suo soldato, affidabile e sottomessa al suo volere, doveva distruggerla per ricostruire come voleva lui. Doveva essere forte per non crollare del tutto e non sapeva se poteva  spingerla così al limite ma doveva tentare.


Erano arrivati in Russia, a casa nel suo impero. Guardò il suo Rolex che lasciava sempre sul fuso orario della sua nazione e poi lei mentre scendeva dal jet. Scendeva le scale guardando gli scalini per non guardarlo, ma sentiva i suoi occhi addosso, muoveva i fianchi in modo sensuale senza neanche accorgersene. I suoi jeans erano molto stretti e il maglione molto scollato che aveva addosso la faceva morire di freddo. Doveva abituarsi a quel clima orribile, almeno aveva i piedi al caldo nei suoi stivaletti alti che Alexander gli aveva fatto trovare insieme agli altri vestiti nel bagno. Quando lo raggiunse lui fece un gesto inaspettato le appoggio il suo cappotto sulle sue spalle per coprirla avvicinandola a lui, si guardarono negli occhi per dei secondi.

"Benvenuta in Russia" le sussurrò per poi lasciarle un dolce bacio sulle labbra.

Si allontanò e salì sulla macchina appena arrivata, lei non fece tempo a seguirlo perché la macchina sfreccio sulla pista, l'aveva lasciata li. Ci pensò Markus a lei, la accompagnò ad un altra macchina, ovviamente senza parlarle e partirono anche loro, direzione sconosciuta.

In macchina si sentiva solo un odore, il profumo di Alexander, del suo cappotto ancora sulle sue spalle e lei si sentiva avvolta al caldo, le sembrò di essere circondata dalle sue braccia e chiuse gli occhi per un secondo. Si immaginò Alexander, non era lui però, era un uomo con un altro carattere, un uomo che la amava veramente, lui la abbracciava e le baciava la fronte, accarezzandola con le sue mani grandi. Era quello l'uomo che voleva al suo fianco.

La macchina rallentò e superarono un grande cancello entrando in un enorme residenza. Un castello circondato da un giardino di cui non si vedeva la fine. SI sporse verso il finestrino per vedere meglio e noto quante persone ci fossero li, almeno venti avevano una mitraglietta in mano mentre gli altri avevano almeno una pistola. Si fermarono davanti all'entrata principale dove gli attendeva una domestica. Sembrava una donna buona forse l'unica li dentro e sembrava anche inconsapevole di quello che succedeva. Markus le aprì la portiera e lei scese guardandosi meglio in torno, forse il suo inconscio stava cercando una persona, ma poi avanzo.

La donna si presentò, si chiamava Amalia ed era a capo delle domestiche del signor Romanov, lo aveva chiamato così e lei quasi non aveva capito di chi si parlasse. Lei la accompagnò a fare un giro della casa o almeno delle stanze principali, passarono davanti a moltissime porte chiuse, erano tutte stanze degli ospiti. Arrivarono davanti a una porta molto più grande delle altre, era l'ufficio, la porta era blindata e chiusa e la domestica disse che sarebbe stato lui a mostrarglielo perché lei non aveva il permesso. L'ufficio era alla fine del corridoio ma a destra di questa delle scale completamente illuminate dalla luce esterna salivano nell'ala che la sua guida chiamò ala padronale. Le percorsero, li al contrario del resto della casa noto non c'erano uomini armati ma neanche altre persone erano solo loro due. 

Quella parte della casa era magnifica, era stata rimodernata cambiando completamente lo stile del resto della casa, e le sembrava un altro posto. Un enorme salone si presentava davanti a lei dove un camino al centro divideva due ambienti, in quello dove si trovava c'era un salotto mentre nell'altra metà c'era il letto enorme. In parte al letto un enorme vetrata oscurata divideva la camera dal bagno, dove entrò. La vasca sembrava una piscina, era interrata e dal soffitto scendevano i getti d'acqua, li affianco la sauna era stata progettata per due persone. Si girò verso i lavandini e si girò allo specchio. 

Cosa stava succedendo alla sua vita, si immaginò già dentro quella enorme vasca a rilassarsi come una regina, ma poi si ricordò di un particolare e chiuse gli occhi fortissimo. Quell'uomo avrebbe dovuto condividere tutta la sua vita con quell'uomo, tutto.

Appoggio le mani sulle piastrelle fredde e finalmente pianse, si stava trattenendo da tutto il giorno per non piangere davanti a lui.


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