Capitolo 15

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Bianco è il colore dell'innocenza e per quella donna era molto appropriato. A lei che non era neanche mai stata fiorata da un uomo il coloro era perfetto.
Ma Alexander preferiva liberarsene di quel pezzo di stoffa che gli impediva di continuare il suo gioco. Molto lentamente iniziò ad abbassarle le mutandine ma subito fu fermato da un urlo della ragazza che si mise a sedere di colpo sbilanciando Alexander, che però rimase immobile.

Erano uno di fronte all'altro e si guardarono negli occhi finchè Celeste abbassò lo sguardo, aveva le gambe aperte e appoggiare su quelle di Alexander che era seduto in ginocchio. Celeste arrossì tra le lacrime non sopportava quella situazione era troppo intima e lei non voleva che succedesse tutto quello. Aveva ancora le mani di lui appoggiate sui sui fianchi e mormorò " Ti prego, non farlo" rialzando lo sguardo su quegli occhi che la stavano squadrando famelici.

"Perché dovrei ascoltarti?" portando le mani dai fianchi al fondoschiena della ragazza.

La risposta di Celeste tardò ad arrivare perché l'avrebbe portata a rassegnassi al suo destino

"Perché sai che succederà" un sorriso comparve sulle labbra di lui perché la ragazza aveva ragione, lei sarebbe stata sua che lo voglia o no, non li importava. Le avrebbe preso tutto quello che le apparteneva.

"Allora meglio prenderci in tempo, non pensi anche tu?" disse stringendoli forte i glutei.

Celeste sussultò e dalla sua bocco usci un lamento che provocò ancora di più lui, che la sollevò per avvicinarla al suo corpo. Sentiva i capezzoli di lei sul suo petto, lei si dimenò incontrando lo sguardo severo di Alexander.

"Stai ferma"la minaccio oltre che con lo sguardo. Ma Celeste aveva provato a essere gentile ma non l'aveva ascoltata. Il braccio della ragazza si alzo per colpirlo, lui non la fermò e il rumore dello schiaffo si sentì in tutta la stanza.

Celeste non aveva pensato che ogni azione provoca una reazione e non fece neanche in tempo che si ritrovò stesa sul letto con le mani di Alexander strette sul collo e il viso a pochi centimetri dal suo.

"Ti è piaciuto vero? beh adesso mi diverto io" con una mano le tenne stretto il collo mentre con l'altra le abbassò le mutandine, gliele sfilò e con la mano le allargò le gambe che Celeste teneva strette e rigide. Ma bastò stringere un po' la stretta sul collo per permettergli di metterli la sua gamba in mezzo a quella della ragazza.

Inutile dire che Celeste faceva di tutto per mollare la presa sul suo collo e pianse e urlò senza contegno, li urlò di tutto, poi si zitti stava sentendo la mancanza di fiato, la sua voce si affievolì e lei prego l'uomo di liberarla. Con sua sorpresa lui lo fece la mollò e lei tornò a respirare normalmente mentre si teneva il collo.

Lo sguardo di lui era severo, pensava che cosa avrebbe fatto con quella bambina che non si faceva neanche sfiorare da lui. Doveva lavorarci.

Scese dal letto e iniziò a vestirsi e appena lo fece Celeste si copri con le coperte mentre lo fissava con i suoi occhioni grandi e arrossati e lo sguardo pieno di paura, lui rise, una risata amara provocata dal gesto di lei, ma quelle coperte se le doveva meritare. Si mise davanti al letto sempre sotto lo sguardo di lei e tirò le coperte, non servi lottare molto, Celeste era stremata e voleva solo tornare a dormire. Era nuda davanti a lui di nuovo ed era ancora troppo vicina a quel mostro.

"Andiamo, vestiti" fu l'unica cosa che li disse, poi entrò in bagno lasciando la porta aperta.

Corse a prendere le sue mutande e indosso anche il reggiseno che aveva lasciato sul divanetto la sera prima poi si sedette sul letto, non aveva niente da mettere.

Alexander uscì dal bagna e la guardò era una bella ragazza in fondo non aveva scelto male la sua futura mogliettina.
Si fermò per qualche istante a ricordarsi del giorno in cui l'aveva vista per la prima volta in completino sexy, potrebbe comprargliene uno.
Subito però il suo sguardo da divertito passò a serio non si era ancora vestita e lui non aveva tempo da perdere.
Prese dal l'armadio un vestito che aveva comprato per una sua cara amica morta prima del dovuto e lo lanciò sul letto vicino a Celeste.

"Muoviti adesso" lei provo a contraddirlo ma le parole le morirono in bocca.

Il vestito era una tuta rosso fuoco a cui Celeste dovette abbinare le scarpe bianche che aveva indossato il giorno prima. Il vestito era nuovo e sapeva ancora del profumo del negozio, si era andata a cambiare nel bagno mentre Alexander sorseggiava del liquore.

Quando uscì dal bagno Celeste si sentiva molto a disagio davanti alla sguardo di Alexander che sorpreso ammirava la perfezione di quell'abito su quel corpo. Era molto aderente e faceva risaltare le curve di Celeste, che avendo fatto molti sport aveva un corpo molto tonico e snello.

Alexander si alzò dalla poltrona in pelle che si trovava davanti al suo minibar e si avvicinò molto lentamente alla sua preda, che ovviamente si ritrasse fino ad incontrare il muro. Era sorprendente come Alexander riuscisse a sovrastarla anche se lei indossasse i tacchi. Poi le si avvicinò all'orecchio.
"Non vedo già l'ora di togliertelo" furono queste parole che fecero scoppiare di imbarazzo Celeste, diventò tutta rossa e abbassò lo sguardo, trovando le sue scarpe molto interessanti.
Alexander rise compiaciuto di aver messo in difficoltà la ragazza anche se aveva notato che era molto facile farlo. Le prese il polso, non li piaceva essere in ritardo e avevano già perso troppo tempo, la condusse fuori sbattendo la porta della stanza  d'hotel. Appoggiò una mano sulla parte più bassa della schiena di lei, spostandola anche più in basso per indirizzarla dall'ascensore alla macchina.

In tutto ciò Celeste non sapeva la destinazione o meglio non avrebbe voluto saperla.

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