Capitolo 63

1.8K 85 17
                                    

Mentre si dirigeva in camera incontro la domestica che prima di cena aveva aiutato suo marito a togliersi il giubbotto e la fermo. Lei andava di fretta e portava un paio di asciugamani in mano.

"Salve signorina Volkov ha bisogno di qualcosa?" le chiese

"Si avrei bisogno di lei per preparare una stanza degli ospiti, può farlo?"parlo Celeste mentre combatteva contro il uso corpo per rimanere in piedi su quei tacchi alti.

"Oh ma certo, il signor Volkov non mi aveva avvisato che avremmo avuto ospiti se non l'avrei già fatto"sorrise cordialmente la signora.

"No non aspettiamo ospiti è per me e se riesce può anche portarmi uno dei miei pigiami e i miei saponi? Vorrei farmi una doccia"

La signora rispose alle parole di Celeste con uno sguardo. Sembrava spaventata e allo stesso tempo senza parole, ma la sua espressione durò poco e invito Celeste a seguirla. La portò nell'altro lato della casa, in uno dei corridoi che lei non aveva mai percorso e la fece entrare in una stanza molto grande.

"Ecco questa è la stanza per gli ospiti migliore, la teniamo sempre pronta nel caso arrivino ospiti all'ultimo momento" quella camera era molto grande e assomigliava parecchio alla loro camera da letto,l'unica differenza erano le enormi vetrate che li mancavano e la luce entrava solamente da una porta finestra che dava su un terrazzo e un finestra.

Il grande letto invitò Celeste a distendersi e finalmente si tolse quelle scarpe che l'avevano torturata. Osservo le sbucciature sulle sue ginocchia dovute alla caduta e aspetto la domestica per cambiarsi e togliersi le calze ormai da buttare.

"Ecco le ho portato quello che mi ha chiesto" le sorrise la signora mentre le porgeva le sue cose.

"C'era qualcuno in camera?" chiese poi Celeste tirando un piccolo sospiro di sollievo quando lei gli rispose che non aveva visto nessuno. La domestica si congedò e Celeste decise di farsi una doccia. Quando entro nel bagno la prima cosa che vide fu il suo riflesso sul grande specchio, i suoi occhi rossi dal pianto, contornati da un alone nero del trucco. Il viso pallido e magro e i capelli sporchi e annodati. Decise di non guardarsi nell'altro specchio per non voler vedere il resto del suo corpo.

Entro in doccia e il calore dell'acqua la fece smettere di tremare definitivamente, rimase sotto il getto con gli occhi chiusi. Piangeva ma non poteva sentire le lacrime che si confondevano con l'acqua. E in quel lasso di tempo i pensieri sparirono si stava preoccupando solo di finire le lacrime, perché voleva uscire da quella doccia pulita e nuova. Stava aspettando che l'acqua levasse tutto lo sporco, e Alexander rappresentava tutto quello che l'acqua doveva eliminare.

Lavare via tutto, pensava mentre l'acqua da calda passava a fredda in pochi secondi, lei si ritirò di colpo finendo addosso a qualcosa dietro di lei che la fece rimbalzare in avanti. Apri gli occhi e vide una mano sul rubinetto dell'acqua. Quella mano completamente tatuata che si sposto per rimettere l'acqua calda, dietro di lei Alexander respirava piano sul suo collo e l'altra sua mano era già poggiata sui fianchi di lei.

"Hai sbagliato camera" sussurrò piano al suo orecchio mentre osservava la sua pelle d'oca.

"No" rispose solamente lei non volendo girarsi a guardarlo

"Spero che non succeda di nuovo" continuò lui, facendo finta di non aver ascoltato la sua risposta

"No non succederà più" rispose lei

"Bene" disse Alexander appoggiando le sue labbra sulla spalla di lei.

"Sai perché?" parlo Celeste voltandosi di colpo verso di lui "Non ho intenzione di rimanere un altra notte in questa casa" disse seria scontrandosi con lo sguardo spavaldo di lui "tu mi hai gettato fuori e adesso posso andarmene"

CelesteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora