Capitolo 14

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Celeste era in trappola e sapeva che Alexander non l'avrebbe lasciata scappare.

"Esci da quel bagno tesoro" disse Alexander con molta calma, forse troppa ma questo suo tono fece si che la ragazza ancora lacrimante sentisse un po' di amore. Sua madre la chiamava sempre tesoro e con quel tono calmo per svegliarla la mattina, la sua mancanza e il dispiacere per quello che era successo le fece aprire la porta senza rendersi conto che dall'altra parte non c'era sua madre, ma Alexander.

"Brava bimba" rise lui sotto i baffi, era sorpreso dalla sua velocità nell'ubbidire ma era meglio se si abituava subito al suo controllo. Era tardi, non sapeva se era l'una o le due di notte ma sentiva la stanchezza addosso e vedeva che anche lei non riusciva più a stare in piedi. Se la avvicinò al corpo, aveva le mani fredde e fece tutto per dimenarsi ma bastò uno sguardo per farla fermare.

Aveva gli occhi rossi, il mascara era colato e sporcava la pelle bianca, i capelli erano arruffati e scendevano lunghi e mossi sulla schiena coprendola, aveva tolto i tacchi e la vicinanza con l'uomo la faceva sentire ancora più bassa. Era stanca e non aveva voglia di lottare o dimenarsi all'uomo che aveva davanti.

"Vuoi bera qualcosa?" quella domanda la sorprese positivamente non se lo aspettava da lui che la trascinò davanti al mini bar presente per farla sedere su una delle poltroncine. Lei rispose di no con un cenno della testa e lui si servi il liquido ambrato, si sedette sull'altra poltrona e iniziò ad osservare la donna che aveva davanti.

Lei era abbastanza a disagio sotto il suo sguardo che sembrava trapassarle la pelle e decise di fare qualcosa, si alzò per dirigersi al bagno.

"Dove vai adesso?" Alexander era stufo di fare il babysitter a quella bambina, Celeste dal canto suo non poteva che comportarsi in quel modo aveva appena scoperto chi era la sua famiglia ed era molto scossa, gli rispose e si diresse al bagno.

Stette poco perché non aveva le sue creme ma solo uno spazzolino che aveva trovato li nuovo, si era lavata la faccia e aveva tolto facilmente il trucco. Voleva farsi anche un doccia ma non si fidava a farla con lui in camera. Usci dal bagno con ancora il vestito da sera trovando Alexander disteso sul letto con adesso solo dei boxer e un brivido di paura la pervase.

Lui alzò lo sguardo verso di lei come per chiederle se c'era qualcosa che non andava. Celeste avrebbe dovuto chiederli qualcosa da indossare ma le parole non le uscivano dalla bocca. Fu Alexander che capì e si alzò dal letto per andare ad aprire dei casetti e cercare qualcosa che avrebbe potuto indossare Celeste.

Poi le prose una maglia blu semplice avvicinandosi a lei guardandola negli occhi cercando di capire che cosa le servisse.

"Sei diventata muta?"

"Io ... " non ci riusciva a continuare la frase "avrei bisogno" disse girandosi e spostando i capelli dalla zip del vestito che non sarebbe mai riuscita a  togliere da sola. Lui ridacchio e uno sguardo perverso guardo Celeste arrossire mentre si girava.

Era esperto in queste cose lui, ormai conosceva tante di quelle zip di vestiti che sapeva togliere un vestito ad occhi chiusi, ma di solito non si fermava solo a quel gesto come in quel momento.

Appena la zip finì il suo percorso Celeste si precipitò nel bagno chiudendosi a chiave come le volte prima e facendo ridere Alexander, non capiva che se lui voleva farle qualcosa lei non se ne sarebbe neanche accorta in tempo.


Celeste si svegliò molto rilassata ma appesantita fisicamente, forse perché il braccio  di Alexander era appoggiato sulla sua pancia e sentiva il suo respiro troppo vicino al suo collo. L'ansia la pervase aveva paura di quell'uomo così alto e muscoloso, fece qualche piccolo movimento per spostarsi dalla sua presa, come alzarli il braccio. Inutile dire che Alexander si sveglio strinse ancora di più la presa sul bacino della ragazza avvicinando ancora di più al suo petto scoperto.

Era così minuta Celeste a confronto con il russo, che a differenza di quello che si dice dei russi era molto più abbronzato della ragazza. Alexander appoggiò il mento sulla spalla della ragazza che continuò a guardare davanti a se per paura di quegli occhi così scuri di lui.

"Dormito bene mogliettina mia" ironia in quella frase era tutto. Lui si sollevò, voleva vederla in viso, e si posizionò sopra di lei bloccandola sotto di lui.

"Cosa stai facendo? Spostati" i suoi polsi furono bloccati sopra la sua testa mentre l'altra mano di Alexander sollevava la sua maglietta blu, sorrise a vedere quelle mutandine di pizzo bianco che coprivano molto poco.

"LASCIAMI" continuò ad urlare e le lacrime iniziarono a scendere velocemente.

"Facciamo una nuova esperienza oggi tesoro" continuava a sorridere sornione guardando il terrore negli occhi della ragazza. Le mollo i polsi ma solo per tirarle via la maglia pensando che indossasse il reggiseno. Invece la lasciò solo con addosso le sue mutandine davanti al suo sguardo felino, iniziò a leccarle partendo dall'ombelico fino in mezzo ai seni per poi concentrarsi sul seno destro. Celeste non si era mai lasciata toccare così ma non riuscì neanche a frenarlo riusciva solo a fissarlo e piangere perché provava comunque piacere per quello che lui stava facendo al suo corpo. Si sentiva gia bagnata mentre giocava con i suoi capezzoli. Celeste aveva appoggiato le mani sulle spalle muscolose di lui per allontanarlo e farli del male ma riuscì solo ad aggrapparsi.
La bocca di Alexander tornò giù fin sotto l'ombellico infilando tra il tessuto delle mutandine e la pelle le sue dita.

CelesteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora