Capitolo 48

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Quando scese Celeste indossava uno dei suoi costumi preferiti. Era nero, intero ma che lasciava sempre molto scoperta la schiena, gliela aveva regalato sua mamma sapendo che a lei piacciono solo i costumi interi.

Alexander era seduto comodamente sotto il portico e la stava aspettando guardando il suo cellulare. Celeste in quel momento si chiese dov'era il suo di cellulare, si ricordava di averlo dato a sua madre parecchio tempo fa, ma guardando meglio tra le mani di Alexander vide che quello in realtà era proprio il suo telefono. Lo guardò confuso non capendo come potesse avercelo lui.

"Quello è mio" disse attirando l'attenzione dell'uomo 

"Avevi una vita veramente noiosa" disse come per sviare l'affermazione di Celeste "hai solo gruppi  di attività" e prese ad elencarli leggendo i titoli delle chat "gruppo yoga, gruppo conservatorio ah e il maestro di pianoforte ti ha chiesto perché non ti fai più vedere poi c'è quella cameriera come si chiama?" 

Celeste era arrossita violentemente, quell'uomo stava violando la sua privacy e in più le aveva sequestrato il telefono come se fosse una bambina. Appoggiò velocemente l'asciugamano su tavolino di fianco a lei e si diresse verso Alexander che stava ancora spiando il suo cellulare, cercò di strapparglielo di mano ma lui lo teneva duro e guardandola con un sorriso divertito la blocco contro il muro alle sue spalle senza che lei se ne accorgesse. 

Celeste riusci a prendere il telefono solo perché lui glielo aveva praticamente dato, non si era accorta che era in trappola, deglutì e più disinvolta possibile si rivolse a lui.

"Lasciami" 

"Ti ho appena dato il telefono" rispose continuandola a guardare divertito dal suo comportamento

"Non è vero me lo sono presa" in pochi secondi e senza che neanche se ne accorgesse Celeste non aveva più in mano il suo telefono, prova che Alexander glielo aveva lasciato prendere.

Lui non glielo restituì, lo appoggiò sul tavolo e mise le mani sul corpo di Celeste, che aveva già la pelle d'oca. Il suo sguardo si era abbassato per l'imbarazzo mentre quello di Alexander la guardava con malizia. Per lui era difficile trattenersi, fare sesso era il suo migliore anti stress e non avendo le sue puttane poteva farlo solo con Celeste. Peccato che lei non voleva essere solo uno sfogo.

Gli mise le mani sul petto premendo per allontanarlo, il suo mal di testa non era ancora passato e si sentiva troppo stanca per fare qualsiasi cosa e non riusci a fermarlo quando lui le fece scivolare le spalline del costume, scoprendole il seno. 

"Salve sono la vicina disturbo?" un donna dai capelli biondi e molto lunghi si stava dirigendo verso di loro, percorrendo il cortile dalla spiaggia. Alexander girò lo sguardo verso di lei non spostandosi da Celeste, per darle il tempo di ricoprirsi, poi le si allontanò con uno sguardo seccato. Celeste capì subito che non era finita li e si stacco dal muro seguendo Alexander.

"Ciao, piacere Alexander" la donna teneva in mano una torta, come benvenuto immaginò Celeste ma non fece in tempo a presentarsi anche lei che spuntò un'altra ragazza anche lei molto giovane e anche lei con un dolce in mano. Si presentarono si chiamavano Jennifer e Jessica, oltre ad avere i nomi simili erano anche di corporatura molto simile, entrambe alte, magre con addosso dei costumi striminziti l'unica differenza erano i capelli Jennifer era bionda mentre Jessica era rossa. Celeste le riconobbe subito come le donne che li avevano salutati al loro arrivo.

"Vi abbiamo visto arrivare l'altro ieri vi siete già ambientati?"

"Certamente" Alexander aveva cambiato espressione e si vedeva benissimo che era molto interessato

"Sapete non vedevamo l'ora che arrivassero i nuovi proprietari" continuò Jennifer con quella voce stridula

"Si è vero gli altri erano dei vecchi veramente noiosi" confermo Jessica

CelesteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora