Capitolo 38

2.1K 74 10
                                    

Quel giorno sarebbero arrivati i suoi genitori e Celeste non sapeva se essere felice o piangere a più non posso per il sempre più imminente matrimonio. Sapeva che la sera di quello stesso giorno avrebbe perso la sua verginità con quel mafioso dai muscoli scolpiti e ancora non si sentiva pronta per niente di tutto quello. Voleva tornare a giocare con le bambole. Ecco cosa voleva fare, dipingere farsi coccolare dalla sua mamma e salire sulla schiena del suo papà e invece... si trovava distesa sulle coperte con il corpo di Alexander sopra di lei, le stava baciando il collo mentre con la mano giocava con la sua intimità.

Tutto il contrario di quello che voleva, ma pensare ai suoi genitori mentre stava per venire le provocò un senso di nausea e appena raggiunse l'orgasmo corse in bagno a vomitare. Alexander non la segui, ma tutta quella scena lo fece incazzare, nessuna donna aveva vomitato dopo che lui l'aveva fatta godere. Si alzò dal letto, si tolse le mutande che costringevano la sua erezione e si diresse in bagno dove Celeste si stava lavando i denti.

Quando ebbe finito si giro a guardarlo, lui era sulla porta, nudo, Celeste non si fermo e lo guardò dall'alto al basso ammirando quel uomo cosi potente ma anche bramoso e fragile in quel momento. Lui era preda al desiderio e lei aveva il potere su cui muscoli e quella carne.

"Inginocchiati Celeste"lei lo fece senza disobbedire, appoggiò le ginocchia sul tappetino e lo vide avvicinarsi, il suo pene le tocco le labbra e con molto disprezzo per quell'uomo li permise di infilarlo dentro la sua bocca.

Lei non aveva mai fatto una cosa del genere ad un uomo e fu lui a guidarla, e anche se era la prima volta lo faceva dannatamente bene, Alexander dovette distrarsi per non venire subito. Le teneva una mano sulla testa spingendola verso di lui mentre con l'altra le stringeva il seno. Prima di venire si sposto dalla bocca di Celeste, solo alle puttane faceva ingoiare.

Si diresse sotto la doccia e trascino con se anche lei, Celeste non sapeva cosa pensare, si era arresa o voleva solo provare nuove esperienze, non lo sapeva ma una cosa sapeva, se non cedeva lei, lui l'avrebbe costretta. Lasciandolo fare invece aveva evitato le sue urla.

L'acqua la colpi e la fece tremare per quanto fosse fredda, si avvicino al rubinetto e la mise sul caldo sotto lo sguardo di Alexander. Era successo tutto così velocemente quella mattina che veramente non si rendeva conto del fatto che mancassero due giorni al matrimonio/ perdita della sua verginità ma stava facendo di tutto per sentirsi pronta per quel giorno. Aveva smesso di piangersi addosso, non poteva continuare così e aveva deciso di prendere in mano la sua vita. Non sapeva quando si era decisa ma forse era meglio così, accettare la sua vita era meglio che pensare ad una vita che non ci sarebbe mai stata. Ogni volta pensava che non essendo ancora sposata avrebbe potuto scappare, come quella sera della festa, come ogni giorno in cui Alexander non si fa vedere. Ma poi cosa sarebbe cambiato, niente. La sua impotenza la uccideva, voleva scappare voleva ribellarsi voleva fare un milione di cose. Ed invece stava in silenzio mentre Alexander la osservava insaponarsi. La sua testa piena di pensieri rendevano i gesti di Celeste normali e non era per niente in imbarazzo davanti all'uomo anche se avrebbe dovuto esserlo.

Lo sguardo dello Zar infatti era desideroso pieno di malizia a guardare quel corpo che lo incantava, cosa che Alexander non aveva mai provato guardando una donna. Le donne servivano, nei suoi pensieri, loro dovevano eccitarlo e soddisfarlo mentre lei, quella donna faceva molto di più era una calamita per lui. Non desiderava solo scoparla ma anche vederla godere e sapere che era lui l'artefice di quel piacere lo faceva godere ancora di più. Pensare al corpo di lei disteso sotto il suo e scosso da brividi che le aveva provocato lo eccitò di nuovo. Ma non sarebbe passato per maniaco che si sega davanti alla donna che li piace e rimise la temperature dell'acqua a una temperatura adeguata al suo problema.

Entrambi rinsavirono dai loro pensieri e si resero conto di essere li insieme, sotto la doccia e nudi. Celeste combattuta internamente, voleva andare avanti voleva crescere ma forse ci ripensava ancora, quell'uomo non l'avrebbe rispettata e resa felice e di questo era convinta, erano troppo diversi.

Alexander che non aspettava altro che vedersi la fede al dito, pensando che la sua vita sarebbe migliorata, sicuramente avrebbe raggiunto l'apice del suo successo. La sua alleanza avrebbe permesso la sua espansione essendo Celeste l'unica erede ed essendo donna tutto sarebbe passato sotto la sua direzione e poi lei. Celeste voleva togliersela dalla mente, voleva scoparla sperando che il desiderio di possederla si sarebbe esaurito.

Ma nessuno dei due accennava a dirsi niente perché forse non erano ancora capaci di leggersi negli occhi come una vera coppia di futuri sposi eppure si capiva che non erano pronti a parlare a raccontarsi ed è questo che li rendeva più di due conoscenti. In quel momento sapevano che non dovevano parlarsi, il silenzio stava dicendo di più. Forse per la prima volta con quel silenzio si stavano rispettando.


Quella sera la cena fu un insieme di sorrisi falsi e complimenti, discorsi inutili e programmi. Niente di ciò piaceva a Celeste, odiava chi faceva dieci mila giri di parole per non dire niente e in quel momento stava odiando sua madre. Ma ormai lei la odiava da parecchio e la cosa che non sopportava di più era il fatto che continuasse a mancarle, anche se l'aveva davanti a se, le mancava. Ricordava quella madre paziente e sempre sorridente che la guardava con sincerità. Forse Celeste non capiva che sua madre aveva trovato in sua figlia un'ancora di salvezza per non affogare in quel mare di illegalità ed era per quello che non aveva voluto dirle niente. Quando guardava sua figlia infatti vedeva solo la sua innocenza, quella ragazza non avrebbe fatto mai niente di male e aveva sperato fino all'ultimo che non dovesse subire quello che le era successo. Ci aveva creduto fino ai suoi diciotto anni nessuno aveva mai parlato del suo futuro, poi quel maledetto uomo le aveva messo gli occhi addosso e lei non lo aveva sopportato, ma doveva fingere come aveva sempre fatto, doveva essere felice nel vedere sua figlia sposare un uomo che neanche conosceva e di cui lei non sapeva assolutamente nulla. Niente l'aveva rincuorata e niente avrebbe potuto farlo. Ormai aveva distrutto quel rapporto quasi di amicizia che aveva con la sua unica figlia.

"Allora Celeste come ti trovi qui?"domande scomode per lei che non sapeva cosa rispondere.

"Bene" ecco la risposta, anche se era meglio con loro li. Fu allora che Alexander prese la parola da bravo padrone di casa che intrattiene gli ospiti

"Come è andato il viaggio?" fu da quella risposta che Celeste non ascolto più nulla della conversazione, fissava quegli estranei che prima l'avevano abbracciata,ma lei non aveva sentito quello che senti quando i tuoi genitori ti stringono tra le loro braccia. Quella sensazione di calore e affetto che caratterizza l'abbraccio di una persona a cui tieni.

Fu dopo cena che le due donne furono lasciate sole e a distanza di tempo dalla loro conversazione in cui si erano leggermente riappacificate era tornato tutto una confusione, Celeste non riusciva proprio a lasciar passare ma era sempre sua madre e starle lontano per così tanto tempo la rattristava.

"Io ecco Celeste volevo dirti che mi dispiace per il vostro matrimonio" non fu interrotta, quindi prosegui"volevo dirti, anche se ti sembrerà inutile che io ci ho provato a impedire tutto questo, sai che sei la mia piccola e che voglio solo il tuo bene" fini la frase piangendo e Celeste, l'unica che doveva piangere per la sua vita rovinata, invece andò a consolare sua madre. In fondo ci credeva, lei le voleva veramente bene.

Ricordava ancora quella volta in terza elementare che alla sua festa di compleanno non era venuto nessuno, suo padre aveva pensato bene di invitare bambini a caso mentre sua madre quella sera organizzò una festa solo per loro due, fecero la torta, la mangiarono dopo il tradizionale soffio delle candeline e poi si addormentarono guardando il film preferito di Celeste, Dumbo. Sua madre era sempre stata li e sempre lo sarebbe rimasta al suo fianco.


SPAZIO AUTRICE:

Ciao a tutte ho aggiornato! Volevo chiedervi questa volta se volete dare dei volti ai personaggi, io non trovo sia una cosa da fare, insomma le storie si leggono per stimolare l'immaginazione e scommetto che ognuna di voi ha un'immagine diversa dei protagonisti, ma comunque voglio sapere un vostro parere

CelesteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora