Capitolo 2

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Quella mattina Celeste si svegliò avvolta nelle lenzuola di seta, era ancora disorientata dalla sera prima e con addosso ancora il completino si giro verso Molly che stava ancora dormendo. Avrebbe tanto voluto chiederle che razza di lavoro faceva ma credeva di averlo capito da se, la sua amica non faceva solo la cameriera come tutte le altre donne che lavoravano, Celeste conosceva tutte quelle ragazza che aveva visto e avrebbe sicuramente chiesto a suo nonno delle spiegazioni al momento opportuno. Lascio la sua amica Molly riposarsi, era il suo giorno libero e non l'avrebbe disturbata, d'altronde una bella dormita era la cura a tutti i mali.

Prima di uscire però si cambiò gettando nel cestino quell'abito, se cosi si poteva definire, indosso il costume da bagno e un vestitino da spiaggia bianco e scese nel sala da pranzo dell'hotel.

Nell'ascensore i ricordi della sera prima riaffiorarono e anche la paura si fece sentire, le vennero i brividi a ripensare a quell'uomo così rude che l'aveva gettata sul suo letto come fosse una bambola. Nessuno l'aveva mai trattata in quel modo e penso a come fosse andate se lei non avesse nominato suo nonno, sicuramente l'uomo non aveva buone intenzioni.Ma cancello quei pensieri quando l'ascensore si apri e raggiunse i suoi genitori nel tavolo sempre riservato alla sua famiglia. Li trovo tutti riuniti, i suoi genitori e suo nonno e tornò finalmente alla normalità.

Anche sua madre aveva avuto la sua stessa idea e sarebbero andate in spiaggia assieme dopo colazione. Era una splendida giornata, come lo erano da un mese a questa parte, il sole a Miami picchiava forte e Celeste si rifugiava sotto l'ombrellone a leggere un libro molto interessante a suo parere. Era sua madre quella che adorava stare sotto il sole come una lucertola e difatti aveva una carnagione dorata al contrario suo che era molto pallida. Non mancavano le volte in cui sua madre la riprendesse per questo e la obbligasse a stare al sole ma lei si rifiutava elencando tutti i problemi che causavano le radiazioni alla pelle, soprattutto al suo tipo di pelle. Anche quel giorno la riprese facendole notare il suo pallore.

"Celeste mettiti al sole stasera devi essere carina per la festa"

"Mamma se mi metto al sole divento rossa come il mio vestito e lo sai bene" era già successo che Celeste diventasse dello stesso colore di un'aragosta dopo essere stata tutto il giorno a fare castelli di sabbia ma era piccola e da piccoli non ci vergogniamo.

Il tempo passo in fretta e Celeste dovette tornare in camera per prepararsi alla festa che si teneva nell'hotel quella sera, era in realtà una raccolta fondi per i bambini poveri che aveva organizzato sua madre e non sarebbe potuta mancare. Fece una doccia per tirare via la salsedine dal corpo e dai suoi lunghi capelli castani, poi una volta asciutta si trucco con un filo di eye-liner, il mascara e un po' di correttore. Indosso il vestito rosso che aveva comprato con sua madre e che le stava a pennello, aveva lasciato i capelli sciolti in modo che coprissero la scollatura abbastanza profonda del vestito che la metteva leggermente a disagio. Il vestito era lungo e copriva anche le scarpe ma aveva comunque uno spacco laterale cosi non sarebbe morta di caldo durante la serata.

La serata si sarebbe tenuta come sempre nel salone delle conferenze che senza sedie diventava una perfetta pista da ballo con enormi vetrate lasciate scoperte dalle tende rosse che cadevano dal soffitto. Dal salone si poteva uscire nel giardino privato che comprendeva un campo da golf, due da tennis, uno da calcio ed un piccolo parco giochi per bambini oltre al giardino vero e proprio con tanto di alberi secolari e piante esotiche.

Celeste adorava quel posto e lo considerava da sempre casa sua, aveva sempre vissuto li anche se i suoi genitori possedevano altri Hotel anche più belli ma quello era il primo che avevano comprato con tanto sacrificio. Suo nonno era li nel salone, con lui Celeste aveva un ottimo rapporto era come un secondo padre e la trattava come una principessa, lo vide da lontano stava parlando come sempre con alcuni uomini di affari e decise prima di andarlo a salutare di mangiare qualcosa. Celeste però non si era accorta che John stesse parlando con il signor Alexander Volkov con cui lei aveva fatto conoscenza il giorno prima.

"Signor Faiter mi presento sono Alexander Volkov"entrambi si conoscevano già ma non di vista ma di fama, non si erano mai incontrati prima e si dettero la mano con molta diffidenza. Il signor Volkov era moto famoso in Russia e John aveva saputo subito del suo arrivo in America offrendoli un posto dove stare, nel suo albergo.

"Ci siamo parlati al telefono da come mi ricordo"

"Si le sono molto grato per la sua ospitalità e questa festa è particolarmente bella"tutte le persone che prima si erano avvicinate al padrone di casa adesso stavano prendendo le distanze, tranne Celeste che riempito lo stomaco stava per avvicinarsi.

"Anche se ho sentito che i vostri affari non vanno bene come questa serata"se fosse stata un'altra persona a colpire così spudoratamente John Faiter lui si sarebbe alterato ma in quel momento e con quell'uomo non lo fece.

"Si ammetto che le feste di beneficenza sono molto più facili da organizzare"la butto sul ridere per calmare il suo animo.

"Bhe potremmo parlarne qualche volta magari nel suo ufficio"non fece in temo a rispondere che Celeste senza notare il signor Volkov si avvicinò a suo nonno lasciandoli un bacio sulla guancia con molto affetto.

"Oh ecco la mia Celeste" disse interrompendo la conversazione con l'uomo e cercando di allontanarla da lui li fece un cenno col capo in segno di saluto, ma ormai era troppo tardi i due si erano già riconosciuti e la faccia scioccata di Celeste diceva tutto.

"Signor Faiter perchè non mi presenta sua nipote?" John non era convito di quello che stava succedendo, sapeva che la situazione li stava sfuggendo di mano.

"Ci conosciamo già" disse con disprezzo lei, e suo nonno fece una faccia strana come a chiedere come fosse possibile.

"Oh è vero ci siamo incontrati per i corridoi, ha ritrovato la sua chiave?" era più sfacciato di ieri sera pensò Celeste. Aveva appena detto una bugia a suo nonno e per fortuna che lo aveva fatto lui, lei non avrebbe saputo cosa dire se non la verità.

John riprese allora il controllo della situazione "Bene allora ci possiamo incontrare domani nel mio ufficio e piacere di averla conosciuta".

SPAZIO AUTRICE 

Ciao a tutti, spero vi sia piaciuto il capitolo e che continuerete a leggere il mio libro. Se vi è  piaciuto allora cliccate sulla stellina. ⭐️⭐️

Grazie ancora e al prossimo capitolo!😘

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