Trovai abbastanza forza in me per non crollare fino a quando Chiara, con una scusa, portò via quella donna.
Appena lei fu lontana riuscii di nuovo a incamerare aria nei polmoni, avevo smesso di respirare e non me ne ero accorta. Ci ritrovammo soli, io, Michele e John.
Lo guardavo fissa, cercando di capire perché mi avesse fatto quello.
"Isi ti prego lasciami spiegare!" Tentò di avvicinarsi ma lo bloccai con un cenno della mano. Senza dire nulla mi voltai e entrai nella villa con l'intento di andare via.
"Ti prego Isi, io ti devo spiegare"
"Spiegare John!" Gli urlai "Cosa vuoi spiegare ora, hai avuto tutto questo tempo per spiegare e non l'hai fatto!"
Lavoravamo insieme, spalla a spalla da più di due mesi e mai una sola parola, mai un accenno sul fatto che avesse una moglie.
"Noi dobbiamo parlare, sistemeremo tutto!" Cercava disperatamente di prendere la mia mano.
"Non sistemeremo niente, non si possono sistemare le cose rotte!"
"Isi per favore, che cosa ti ho detto prima?"
"Mi hai detto di ricordarmi che è stato tutto vero! Si è stato tutto vero, te lo confermo John perché se non fosse stato così non farebbe tanto male!"
"Non è come credi te!" Mi venne di nuovo incontro per provare a bloccarmi.
"Non toccarmi, io per te non esisto più!" Le lacrime scorrevano sul mio viso, non riuscivo più a trattenerle. Mi voltai verso Michele chiedendogli se poteva recuperare la mia borsa lasciata sul tavolo, non avevo nessuna intenzione di tornare alla festa, il mio unico scopo era andar via. Allungai il passo ma lui si ostinava a seguirmi provando a fermarmi benché suo cugino cercava di dissuaderlo e bloccarlo.
Ripeteva il mio nome in maniera anche autoritaria con la speranza che mi fermassi e gli concedessi la possibilità di spiegare.
Non potevo più sentire pronunciare il mio nome dalla sua voce, faceva troppo male.
"John lo capisci o no che non voglio parlarti. Mi hai spezzato il cuore!" Mi avvicinai, volevo sfogare tutta la mia rabbia su di lui. Provai a spingerlo ma non reagì, provai di nuovo a colpirlo sul petto mentre le lacrime mi scorrevano e gli occhi si appannavano ma lui continuava a rimanere immobile. Fu Dario che mise fine a tutto, prendendomi deciso e trascinanomi via tenendo un braccio intorno alle mie spalle.
"Non la toccare!" Urlò John ma Dario non rispose.
"Isi per favore non andare via, Isi!" La sua voce era disperata.
Mi voltai solo una volta e vidi Michele provare a trattenerlo e convincerlo a desistere.
Appena fuori nel parcheggio Dario si offrì di riaccompagnarmi a casa e io ne appofittai per farmi portare da Leila, avevo tanto bisogno di lei. Mi prestò il suo cellulare, il mio era rimasto nella borsa sul tavolo. Chiamai Leila per avvisarla e poi Michele per tranquillizzarlo.
Dario non chiese nulla per tutto il tragitto in macchina, ma prima di scendere mi confermò che avevo un amico su cui contare. Mi fece piacere, mi fece sentire meno sola.
STAI LEGGENDO
Era di Maggio
ChickLitIsabella, per tutti Isi, è una giovane e vivace trentenne che vive e lavora a Napoli, città che adora. Un po' per pigrizia, un po' per le tante attenzioni della sorella Sara, continua a vivere con lei e suo cognato. In una calda giornata di maggio I...