Capitolo 18 - II

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Mi preparai, mi feci bella per lui e anche per me, non avevo dedicato più tempo a me stessa, a piacermi, provando a dimenticare lui avevo dimenticato anche me stessa.
Avevo una lista di persone da chiamare per fare gli auguri di Natale e per dare forse la notizia più attesa, quella di me e John.
Chiamai però solo Leila, la mia famiglia l'avrei informata più tardi, probabilmente erano andati tutti alla messa di Natale.
Mi rispose con voce squillante, felice come sempre di sentirmi.
Arrivò subito al dunque probabilmente Michele o le mie sorelle avevano parlato con lei.
"Allora non torni eh!" Il suo tono era rammaricato.
"Che significa non torno?"
"Mi ha detto tua sorella che l'altra sera John è andato via ed è tornato all'aeroporto. C'avevo sperato sai che prima o poi sarebbe riuscito a riportarti qui da noi. Vorrà dire che dovrò cominciare a prenotarmi un po' di voli per raggiungerti il più spesso possibile"
Non avevo avvisato nessuno della mancata partenza di John e sicuramente neanche Alice aveva parlato con le mie sorelle, quindi erano tutti all'oscuro di tutto.
"No Leila non prendere i biglietti"
"Perché no, non vuoi che venga?" Chiese dispiaciuta.
"No, non serve perché verrò, io! John non è più partito, è rimasto e siamo di nuovo insieme!"
Sentii un urlo dall'altra parte del telefono.
"Non ci posso credere sono così felice. Quando tornate? Torni anche al lavoro sì? Michele è stressatissimo senza te e John!"
"Non lo so ancora, non ne abbiamo parlato, però ti farò sapere al più presto tutti gli sviluppi!"
"Non vedo l'ora di riabbracciarti!"
"Anch'io! Buon Natale Leila"
"Buon Natale Isi."
Arrivarono prima i miei ospiti che John, mi chiedevo che fine avesse fatto.
La tavola era apparecchiata ed era tutto pronto, nell'attesa ne approfittammo per mangiare e bere qualcosa. Naturalmente erano tutti molto curiosi di sapere come fosse andata a finire la nostra serata.
Fui contenta di scoprire che tutti avevano preso in maniera felice e entusiasta la nostra riconciliazione.
Pensavo avessero un pregiudizio nei suoi confronti, avendo visto quanta sofferenza mi aveva causato la nostra separazione, invece scoprii che erano contenti, inoltre a loro piaceva veramente, il suo modo di fare riservato ma sincero li aveva conquistati.
Fu un sollievo, non avrei sopportato che le persone a me care non lo accettassero.
Nonostante, i primi i tempi della nostra separazione, non gli avessi fatto una grande pubblicità, creando una visione distorta e negativa di lui, capirono le sue ragionevoli motivazioni.
Non sarebbe stato giusto evitarlo o non accettarlo, considerando che io avevo sbagliato tanto, se non più di lui andandomene via quel fatidico giorno.
Il campanello della porta suonò, e improvvisamente il cuore cominciò a battere fortissimo, mi era mancato talmente tanto che anche qualche ora di separazione era ingestibile.
Aprii la porta e la prima cosa che vidi fu un enorme mazzo di fiori, poi scostato il mazzo ritrovai i suoi occhi.
"Buon Natale amore mio!"
"Buon Natale! Sono bellissimi! Ho dimenticato di dirti che ho scartato anche l'altro regalo questo notte." Intendevo la foto.
"Lo hai letto il biglietto?"
Annuii.
"Manterrai la promessa?"

"I miei occhi guarderanno sempre e solo te, le mie mani stringeranno sempre e solo le tue e le mie labbra baceranno sempre e solo te!"
"Allora non potevi farmi regalo più bello!"
"Se vuoi ti do una dimostrazione..." lo tirai per il maglione "Avvicinati un po'..." e lo baciai.
Forse perché non avevo più progetti o desideri per il futuro, forse perché in quegli ultimi tre mesi mi ero fatta scivolare le giornate come se fossero un peso da doversi scrollare di dosso un po' alla volta, ma quel Natale mi sembrò il più significativo della mia vita. Sembrava che fossi rinata anch'io, piena di sogni, di speranze, piena di amore e voglia di vivere.

Era di MaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora