Capitolo 58: Immensamente

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Mi rifugiati in cucina, al buio. Poggiai le mani sul lavandino rimanendo fissa a guardare fuori dalla finestra. Era tranquillo lì, nonostante si sentissero in lontananza la musica, le risate e il divertimento di tutti, mi concentrati sul canto delle cicale, mi donava un senso di pace. Provai a respirare con calma chiudendo gli occhi.
"Isi che succede?"
"Niente John non ti preoccupare! Vorrei stare sola" Non mi voltai.
"Non mi devo preoccupare eh?"
"Non devi, goditi la serata. Non pensare a me" non resistetti "hai altro a cui pensare!"
"Cosa significa? Non capisco!"
"Fattelo spiegare da Lucia sembra che questa notte abbiate un appuntamento nella sua camera." Ormai il danno era fatto non riuscivo a trattenere le parole.
"Da dove esce fuori questa cavolata?" Prendendomi per un braccio mi fece voltare.
"L'ho appena sentita, è uscita proprio dalla sua bocca."
"E tu le hai creduto?" Strinse lo sguardo forse per capire se facevo sul serio.
"Non ha importanza, anche perché sei un uomo libero non sarò di certo io a fermarti! Come potrei!"
"E invece potresti! Sei l'unica che può e non lo vuoi capire!"
"Cosa significa?"
"Significa che mi sono stufato di tutta questa situazione. Pensi veramente che a me possa interessare Lucia o che voglia passare la notte con lei? Te l'ha detto apposta, perché ha capito che io vedo solo te, ho occhi solo per te. Basta Isi con questa storia dell'amicizia è una cazzata. Io non voglio essere tuo amico"
"Neanch'io." Confessai.
"Cosa significa? Spiegati bene Isi, perché io ho troppa paura di fare il passo più lungo della gamba. Ho paura che non mi vuoi più dopo tutto quello che è successo ma non posso continuare questo gioco. Io voglio baciarti, voglio toccarti, voglio amarti" Lo interruppi.
"Vuoi amarmi?
"Si Isi!" Mi prese le mani tra le sue.
"Tu mi ami?" Chiesi di nuovo con il cuore in gola.
"Immensamente."
"E allora ti prego baciami perché..." non finii neanche la frase che le sue labbra erano già sulle mie. La mente aveva smesso di funzionare, puro istinto era quello che ci trascinava. Mi prese in braccio e mi poggiò sull'isola della cucina. Ad ogni bacio l'eccitazione aumentava, con le gambe gli cinsi la vita e lo tenni stretto a me. Lui continuava a baciarmi con passione sentivo le sue labbra scorrere sul mio collo e nell'incavo della clavicola. Le mie mani erano immerse nei suoi capelli mentre continuava a baciarmi le spalle che aveva appena scoperto dal vestito. Un gemito mi uscì spontaneo non riuscii a trattenermi. Provai a sbottonargli la camicia mentre lui mi accarezzava le gambe sollevando il vestito. Non eravamo più coscienti di essere ad una festa tra altra gente, ce ne rendemmo conto solo quando sentimmo la voce di Michele in lontananza. Veloce scesi dall'isola della cucina e mi nascosi dietro John che scompigliato e sconvolto provò a sistemarsi. Fortunatamente era scuro e probabilmente Michele non mi avrebbe visto.
"Ma che ci fai qui al buio, dai andiamo!"
"Sì arrivo subito, dammi un attimo!"
Dopo qualche secondo di nuovo la voce di Michele "Isi te lo riporto il prima possibile, non ti preoccupare..." e scoppiò a ridere. Mi aveva visto, non mi ero nascosta così bene dopotutto, sembrò felice di avermi scoperta.

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