Capitolo 48

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Arrivai in ufficio più pimpante che mai, lo notarono subito sia Michele che Leila, notarono anche che camminavo perfettamente nonostante avessi tolto la fasciatura da neanche due giorni e che, stranamente al mio solito, indossavo dei tacchi. 
“Wuao ragazza che ti è successo!” Leila mi scrutava, avevo messo dei jeans leggermente strappati e un toppino bianco per evidenziare quella poca abbronzatura che avevo preso.
“Io lo so cos’ha! Ha fatto pace con John! Vero?” Provò ad indovinare Michele ma Leila non sembrò molto contenta di quella novità, mi sentii in dovere di spiegare.
“Ci siamo chiariti tutto qui ma non è successo nulla e tantomeno succederà! Abbiamo deciso che per il momento saremo solo amici!”
“Quindi ora sareste amici? E noi ce la dobbiamo bere? Tu le credi Michele?”
“Per me va bene qualsiasi cosa, purché si chiariscano!" Confessò Michele "Ah Isi, durante la pausa pranzo viene Chiara voleva parlarti del matrimonio.”
“Perfetto ci sarò!” Stavo per andare alla mi scrivania ma l'arrivo di John mi bloccò letteralmente in piedi a terra.
Appena mi vide non poté fare a meno di rallentare e fermarsi, spostò gli occhiali da sole dal viso e continuò a guardarmi attentamente con aria ammirata. Rimase così solo qualche secondo e subito dopo rimise gli occhiali, salutò per prima Leila e poi si avvicinò per sussurrarmi “Ora devo scappare ma quando torno se mi porti un caffè sarebbe ottimo! Comunque sei molto…” Non finì la frase, fece solo un sospiro profondo e andò via.
“Amici avevi detto, eh?” Chiese Leila con un sopracciglio alzato e una risatina sarcastica.
“Si amici!”
“E tu quindi ti vesti così per piacere ad un amico? E lui adesso ti ha guardata proprio come un’amica?”
Guardai altrove per svagare.
“Come credevo! Allora lunga vita all’amicizia!” Sorrise e andò via.
Non riuscii a concentrarmi molto, era passata già un ora e mezza ma non avevo concluso un granché, mi presi una pausa e andai a dare fastidio a Michele, volevo essere aggiornata sui preparativi del matrimonio.
Lui era molto nervoso, era la sua faccia a parlare per lui.
Mi raccontò che se non avessero assunto una Wedding planner non avrebbe retto la pressione. Scoprii che gli invitati erano più di cento e che entrambi gli sposi all’inizio non erano assolutamente intenzionati a fare un matrimonio così in grande ma che la mamma di Michele, zia di John, aveva insistito, ci teneva e nonostante tutto non riuscirono a persuaderla.
In quel frangente mi venne spontanea una domanda, chiedere come fosse stato il matrimonio di John.
Disse che in realtà non ci fu una vera e propria festa, fu fissata la data al municipio, ci fu una cena abbastanza informale nella villa del padre di John e subito dopo partirono per la luna di miele che finì prima del previsto.
“Come mai?”
“Melania racconta a tutti che John fu costretto a tornare per lavoro ma io so per certo che non c’era nessun lavoro in agenzia che lo costringesse a tornare!”
Lui non volle mai sapere nei minimi dettagli come andarono le cose perché sin da principio aveva previsto che sarebbe stato un totale disastro. Mi confessò che sia lui che suo fratello Raoul si rifiutarono addirittura di fargli da testimoni.
“Era totalmente un'altra persona all’epoca, a volte mi spaventava il suo atteggiamento cinico e la mancanza di sentimenti!”
“Pensi ci sia la possibilità che tornerà così un giorno?” Chiesi un po' spaventata all’idea.
“No impossibile, se adesso sbaglia è solo perché non sa gestirli i suoi sentimenti, ma almeno li ha, prima ne era totalmente privo se non per poche ed esclusive persone.” Mi guardò fissa “Posso chiederti un favore personale?”
“Certo!”
“Qualsiasi cosa succeda tra di voi amici, miglior amici, amanti, cerca di stargli sempre vicino, perché da quando sei uscita da quell’ascensore lui è tornato a vivere. Persino mio zio mi ha chiamato e mi ha chiesto sotto quale incantesimo fosse John! Erano anni che non sorrideva veramente e non per pura facciata.”
Rimasi spiazzata da quella confessione ma allo stesso tempo felice di sapere che io ero importante per lui quanto lo era per me.
Feci quella promessa a Michele non tanto per lui quanto per me stessa.

Era di MaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora