Capitolo 10

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Uscii dall'ufficio e tornai alla scrivania dopo qualche minuto John mi raggiunse.
"Isi ascolta io sto andando via, però volevo informarti che domani non devi venire in ufficio, ci vediamo direttamente a casa del signor Antonio, alle dieci lì, organizzati con Michele, ok?"
"Perfetto a domani."
Appena John andò via, andai subito a cercare Michele e finimmo di mettere appunto gli ultimi dettagli per il progetto.
Finito il lavoro decidemmo di concederci un aperitivo, Leila non poteva partecipare, il suo orario era differente dal nostro.
Andammo io, Michele e Chiara la sua fidanzata.
Subito dopo aver ordinato Michele si rivolse a me con un tono un po' serio, sembrava quasi che volesse parlarmi di qualcosa di personale. La mia mente fece dei voli pindarici, pensai che volesse interrogarmi su John, sul mio rapporto con lui, immaginai che avesse capito della mia cotta per lui, anche se ormai il termine cotta era limitativo.
"Ascolta Isi... io e Chiara ci sposiamo!"
Lanciai un urlo così forte che tutte le persone sedute ai tavoli accanto sobbalzarono.
"E me lo dici così? Con quella faccia! Mi hai fatto prendere un colpo! Sono così felice per voi!" Mi alzai e andai ad abbracciarli.
Mi raccontarono alternandosi come lui glielo avesse chiesto e come Chiara aveva reagito, poi le loro idee sul matrimonio, sulla chiesa e sul posto.
Avevano deciso di non aspettare oltre e avevano fissato la data per il 28 agosto, l'intero matrimonio si sarebbe svolto a Ischia.
"Ti volevo chiedere una cosa Isi, mia sorella e mia zia saranno le mie testimoni, ma sei diventata così importante per noi che mi farebbe piacere che mi facessi da damigella.
"Sarebbe un onore!"A mala pena riuscii a trattenere le lacrime.
Mi dedicai qualche secondo per trattenere la contentezza e ricominciai subito a interrogarli entusiasta.
"Michele invece a te chi farà da testimone?"
"Mio fratello e naturalmente John"
Una persecuzione, anche quando non pensavo a lui compariva sempre, ero destinata a convivere con la sua onnipresenza, ma d'altra parte era sua cugino non c'era niente di cui meravigliarsi.
L'unica speranza a cui mi aggrappavo e che da lì al 28 agosto sarei riuscita a scrollarmi di dosso quella dipendenza e magari avrei trovato un accompagnatore con cui andare e lasciarmi alle spalle tutta quella tempesta di sentimenti.
"Siete molto legati tu e John?" Alla fine la curiosità prevalse.
"Si siamo cresciuti letteralmente insieme. Quando avevo otto anni e quattordici anni mio fratello, mio padre morì in un incidente stradale"
"Mi dispiace..." Lo interruppi.
"Mio zio, il papà di John e Raoul, essendo il fratello di mia madre si prese cura di noi. Non che avessimo bisogno di aiuti economici, anzi fortunatamente mio padre ci lasciò con un buon patrimonio, ma quello di cui avevamo bisogno era una figura paterna, su cui fare riferimento e lui fu questo per noi. Un uomo giusto, affidabile che ci ha imposto un'educazione, ci ha dato dei valori in cui credere e soprattutto non ha fatto mai distinzione tra i suoi figli e noi, benché ne avesse tutto il diritto. I suoi occhi erano diventati lucidi "Con Raoul abbiamo troppi anni di differenza, gli voglio bene certo, ma con John è tutta un'atra cosa, ci capiamo al volo, non ci sono segreti e ci siamo sempre stati l'uno per l'altro."
Era così sincera la dedica nei suoi confronti che capii il motivo del perché lo volesse al suo fianco nel giorno del suo matrimonio.

Era di MaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora