Capitolo 33

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“Lo avevo pregato di non farlo, lo sapevo che sarebbe stato un errore ma non ha voluto sentire ragione! Ripeteva di avere solo due possibilità, o avrebbe imparato ad amarla oppure avrebbe convissuto con quell'infelicità.”
“Ha imparato ad amarla?” Fu l’unica cosa riuscii a chiedere a Michele.
“No! Il loro matrimonio è durato pochissimo, diciamo neanche il tempo di rendersi conto che fosse avvenuto. Qualche mese fa, fine aprile o inizio maggio, ora non ricordo con precisione, John l'ha definitivamente lasciata! È stato uno scandalo” disse “non potete immaginare che confusione quei giorni” ribadì.
La famiglia di John era furibonda, quella di Melania un po' meno perché lei continuava a coprirlo con la speranza che si ravvedesse.
"Ci è voluto del tempo prima che le acque si placassero. Diciamo che un po' alla volta è tornato tutto più o meno normale, tranne Melania. Dopo la separazione ha cominciato ad essere ancora più ossessionata da John, gli ha creato e gli crea non pochi problemi. In parte come biasimarla, lei era ed è veramente innamorata di lui!"
"Direi che è un vero stronzo tuo cugino!" Aggiunse Leila.
"Si ha sbagliato tutto però non fraintendete se dico che lei non è proprio una vittima. Sapeva bene sposandolo a cosa sarebbe andata incontro, lui le aveva detto di non amarla ma pur di averlo ha fatto finta di niente e ha confermato il matrimonio."
Ci fu un lungo silenzio interrotto da una mia affermazione.
“Credo a questo punto che dovrò riorganizzare la mia vita!”
Michele mi pregò di non prendere decisioni affrettate, di pensarci bene in quei prossimi giorni di ferie. Sperava con tutto se stesso che quella brutta faccenda non influisse sul lavoro, voleva che non lasciassi ma non riuscii a prometterglielo.
Una volta rimaste solo io e Leila decisi di volermi chiarire le idee, con Michele non avevo parlato molto per lo più avevo ascoltato ma in quel momento avevo bisogno di riordinare i pensieri, troppa confusione soffocava la mia testa e non riuscivo a pensare lucidamente, avevo bisogno di qualcuno che lo facesse per me.
“Isi posso essere sincera... Non ti sto dicendo di perdonarlo anzi se mi capitasse davanti non so cosa gli direi, ma a me sembra che lui sia veramente coinvolto da te, da quello che ha detto Michele sembrava fosse distrutto dopo che sei andata via!”
“Non ne sono sicura, se fosse stato reale tutto quello che mi ha detto lo avrebbe tutelato, invece ha fatto si che fosse spazzato via in un attimo. Secondo me sono stata solo una ragazza spensierata che gli ha portato un po' di leggerezza, soprattutto dopo quella parentesi spiacevole del matrimonio. La vedo più così.”
“Sono preoccupata, non ti ho mai visto in questo stato.” 
“Credimi Leila non so neanche io come gestirla questa cosa, so solo che non voglio vederlo, farebbe troppo male. Mi sembra surreale che io me ne sia innamorata a questo modo, non se lo merita.”
Piansi molto, io che non piangevo neanche da piccola quando cadevo sul brecciolino del parco e mi sbucciavo il ginocchio. Forse mi fece bene, perché quando vidi sorgere il sole mi sentii completamente svuotata.
Non avevo più nulla per cui piangere.
Leila si era addormentata sul divano, era crollata esausta, la guardavo dormire e ringraziavo il cielo per averla accanto a me, era la mia ancora.

Era di MaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora