Dopo le nostre relative confessioni, la serata scivolò tra le nostre mani.
Riuscii senza volerlo a ricevere anche un massaggio alla caviglia. Quando provai ad alzarmi dal materassino mi resi conto di quanto si fosse gonfiata, era inevitabile, il medico si era raccomandato di non stressarla troppo ma io invece ero stata per un'intera giornata in piedi.
"Mi potevi avvisare se avevi bisogno di sederti. Guarda che caviglia! Ti fa male?"
"No, più che male, fastidio!"
"Vieni qui, ti faccio un massaggio, poggiala sulle mie ginocchia"
Non replicai.
"Ora mi puoi dire come hai fatto a farti male?"
"Sono scivolata su degli scogli!"
"Scappavi da qualcuno?" Chiese divertito.
"Si dà te, fino in Sicilia sono arrivata per scappare da te! Hai visto che guai che combini?"
Dopo il massaggio preparò di nuovo da bere e senza pensarci troppo bevvi il secondo Cuba libre e mi lasciai assuefare dal suo effetto. Non avevo bevuto molto ma probabilmente anche la stanchezze accellerò il tutto, improvvisamnete un'allegria e una sfacciataggine che da sobria probabilmente non avrei avuto, riuscirono a prendere possesso della mia mente e del mio corpo incitandomi a ballare e cantare. Forse era anche la bellezza delle canzoni di Pino Daniele ad aiutare, scoprii che da buon napoletano ne era un appassionato.
Ballavo da sola mentre lui seduto mi guardava divertito.
"John balla con me!" Andai verso di lui e l'obbligai ad alzarsi, sembrava un po' intimidito.
Senza pensarci troppo gli misi le braccia intorno al collo e poggiai la testa sul suo petto continuando a canticchiare Quanno chiove.
"Finalmente sei tornato!" Farfugliai.
"Non sono mai andato via!" Mi alzò il viso per guardarmi.
"Invece sì, ti avevo fatto andare via dalla mia testa e dal mio cuore!"
"Non me andrò più, a meno che tu non lo voglia!"
Lo strinsi ancora più forte per fargli capire che mai l'avrei lasciato andare di nuovo, qualsiasi cosa ci avesse riservato il futuro l'avrei accettata purché lui fosse rimasto accanto a me. Se saremmo tornati insieme non lo sapevo ma ero certa che lui aveva un posto esclusivo nella mia vita.
Rimanemmo abbracciati fino a che la caviglia non cominciò a cederedi nuovo.
Mi obbligò a sedere e mentre sistemava le ultime cose per poter andare via mi appisolai sul divano. Ricordo bene quando provò a svegliarmi ma ero troppo stremata dal sonno e di sicuro in quel momento gli chiesi se potevamo rimanere a dormire li.
Mi prese in braccio e mi portò in una delle cabine della barca, mi tolse le scarpe e mi poggiò una coperta sopra. Nonostante fossi insonnolita riuscii a svegliarmi quel poco per provare a bloccarlo stringendogli un braccio.
"Rimani qui, non lasciarmi sola! Dormi qui!"
Lo fece perché la mattina quando mi svegliai sentii un grande peso addosso, era il suo braccio che mi teneva stretta a lui, anche la sua gamba era avvinghiata tra le mie. Il suo viso era vicinissimo, avrei voluto baciarlo, era così bello, Lo guardai attenta per ualche secondo per ripercorrere in tutta tranquillità i suoi armonici lineamenti. L'attrazione verso il suo corpo caldo era feroce, feci un grande sforzo a resistergli.
Sarei rimasta così per un tempo infinito ma mi costrinsi ad alzarmi per non cedere. Nessun passo falso, avevamo appena trovato un equilibrio e anche un semplice, leggero bacio avrebbe rovinato tutto.
Era stato lui stesso a propormi di essere amici, magari anche John non era pronto ad affrontare di nuovo una relazione con me. Non dovevo rovinare tutto, non in quel momento.
Feci piano e mi liberai dal suo corpo.
Andai in bagno e fortunatamente trovai un dentifricio, lo misi su un dito e lavai alla male e peggio i denti, dopo aver lavato anche il viso guardai l'orologio, era abbastanza presto, erano ancora le sette e trenta, saremmo arrivati in tempo in ufficio.
Uscita dal bagno lo trovai seduto sul letto.
"Mi stavo chiedendo dove fossi finita?" Aveva un occhio ancora socchiuso e un immenso sorriso.
"Scusami per ieri!" Di colpo mi sentii in imbarazzo.
"Io mi sono divertito, specialmente questa notte!" Il suo tono aveva un vena maliziosa.
"Non ricordo nulla, cos'è successo questa notte? Abbiamo?" Non riuscii neanche a finire la frase.
"Ma cosa hai capito!" Sorrise del suo scherzo "Intendevo che parli nel sonno, ho provato a capire ma non sono riuscito!"
Provai a sistemare la camera ma me lo proibì, disse che sarebbero venute delle persone di fiducia apposta per sistemare la barca. Gli chiesi di accompagnarmi a casa, dato che avevamo tempo volevo approfittarne per fare una doccia e cambiarmi.
Fortuna che prima di addormentarmi avevo avuto la lucidità di mandare un messaggio a Sara per dirle che avrei fatto tardissimo e di non preoccuparsi se non mi avesse visto rientrare, forse avevo avuto un presentimento che la nottata sarebbe stata più lunga del previsto.
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Era di Maggio
Chick-LitIsabella, per tutti Isi, è una giovane e vivace trentenne che vive e lavora a Napoli, città che adora. Un po' per pigrizia, un po' per le tante attenzioni della sorella Sara, continua a vivere con lei e suo cognato. In una calda giornata di maggio I...