Capitolo 22 - III

539 85 9
                                    

La serata al locale fu un ottimo diversivo, fece allontanare tutto l'astio della sera precedente e lo tramutò nella vecchia complicità che avevamo un tempo.
Mi sembrò surreale vederla al mio fianco sorridere. Si fece accompagnare anche a casa, appena mi disse se volevo entrare non me lo feci ripetere due volte.
Le avrei parlato bene, con calma e le avrei fatto capire che non ero disposto ad andare via senza di lei. Andai a prendere le legna per accendere il camino e quando tornai la trovai addormentata sul divano, era esausta, dormiva profondamente, non ebbi il coraggio di svegliarla.
La presi in braccio e la portai nella sua camera. Tornai in salotto indeciso sul da farsi, non mi andava di tornare in albergo e lasciarla sola in quella grande casa, mi allungai sul divano e mi addormentai anch'io.
All'inizio mi sembrò di sognare ma il peso distribuito su tutto il mio corpo e il suo calore mi fecero realizzare che stava succedendo realmente. Mi ritrovai Isi completamente sdraiata su di me e la testa poggiata sul mio petto, d'istinto l'abbracciai forte.
Non saprei spiegare la sensazione che provai nel tenerla di nuovo tra le mie braccia, di baciarla di nuovo e di fare ancora l'amore con lei.
Sentire sotto le mie mani la sua pelle liscia, morbida, averla di nuovo con me, il suo corpo contro il mio.
L'avevo sempre desiderata più di ogni altra donna, era un desiderio primordiale ma allo stesso tempo alimentato da un sentimento intenso. L'eccitazione per averla di nuovo mia era qualcosa di complesso per metà pura passione carnale per l'altra amore profondo, viscireale, vitale.
In tutta la mia vita d'adulto avevo vissuto solo per me, non curandomi di niente e di nessuno, certo di bastarmi io stesso e sicuro che non esisteva persona al mondo talmente straordinaria da poter entrare nella mia vita e sconvolgerla. Ero convinto che non c'erano donne capaci di tanto, avrei dovuto accontentarmi e abbassare le aspettative.
Invece nel momento in cui avevo abbondonato l'idea di trovare quell'ipotetica speciale persona, entrò Isi nella mia vita.
Quando mi ostinavo a programmare le giornate e inaspettatamente succedeva qualcosa che faceva saltare i miei piani o li stravolgeva completamente, mia madre ripeteva sempre "John non si può avere costantemente il controllo della propria vita, la casualità esiste!"
Il destino sicuramente mi avrebbe dato la possibilità di incontrarla in un modo o nell'altro, ma la casualità con cui Isi entrò nella mia vita, quel giorno in biblioteca, stravolse tutti i miei piani.

Era di MaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora