Capitolo 61: Il Matrimonio

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La cerimonia si sarebbe svolta a Forio nella caratteristica Chiesa di Santa Maria del Soccorso.
Il matrimonio sarebbe iniziato alle 11.00 ma uscimmo di casa un po' in ritardo, giusto per assecondare la tradizione. Chiara era molto tesa e agitata, quando la vidi entrare in macchina a stento tratteneva le lacrime.
Per motivi diversi ero agitata anch'io, cercavo di non fare movimenti bruschi per non rovinarmi il trucco e l'acconciatura, mi piaceva moltissimo e volevo mantenermi intatta per John. Su consiglio di Chiara avevo comperato un abito sulle tonalità del turchese. Aveva uno scollo all'americana, il tessuto di chiffon leggero come una nuvola, sfumato con un effetto degradè.
Entrarono prima le testimoni e poi Chiara con suo papà, io per ultima. Man mano che avanzavamo riuscivo a metterlo a fuoco sempre meglio. Anche se la chiesa era gremita di gente io vedevo solo lui. Era immobile con le mani dietro la schiena, al lato dell'altare vicino a Michele. Indossava un abito grigio scuro con gilet chiaro a contrasto. Era elegantissimo, i capelli ben legati, la barba leggermente accorciata e il suo sorriso, probabilmente l'accessorio più sensuale che potesse indossare. Sarebbe stata veramente dura resistergli per tutto il giorno.
Mi guardò fisso per tutto il tempo mentre percorrevo la navata e appena fui alla sua portata mi fece un occhiolino e un sorriso velato. Per tutta la cerimonia non riuscii a vederlo in viso era voltato e le persone davanti a me mi coprivano la visuale. Avevo individuato la sua famiglia alla prima fila, non troppo distante da me. Vicino al fratello Raoul, da un lato c'era un uomo sulla settantina, alto, brizzolato e un po' panciuto, probabilmente il padre, con accanto una signora molto elegante e un po' più giovane di lui, immaginai fosse la seconda moglie. Dall'altro lato una signora bruna, ero certa fosse la mamma di Michele, l'avevo vista spesso in foto. Supposi, considerando i non buoni rapporti con l' ex marito, che la mamma di John non fosse a quel matrimonio. Avevo tra l'altro sentito in vari pettegolezzi, che dopo essersi risposata, era andata a vivere in Florida poiché il suo nuovo marito importava e esportava vino italiano per il mercato americano.
Fuori dalla Chiesa appena tirato il riso e fatto l'applauso alla nuova coppia John e gli altri testimoni sparirono con gli sposi, sicuramente per le foto di rito o per firmare tutti i vari documenti.
Mi sarebbe piaciuto aspettarlo, provare a scambiare due parole con lui, ma era veramente caldo e tutti gli invitati erano fuggiti veloci verso le loro macchine, e così per non rimanere indietro fui costretta a seguire il gruppo.
C'era un grande euforia, molti invitati, la musica, la confusione dei saluti e delle congratulazioni. Tra tutte spiccava sempre insistente la voce di Lucia, che egocentrica non faceva altro che mettersi in mostra. Pensai subito che se fosse arrivata lei, dato che era una delle testimoni, da qualche parte sarebbe spuntato anche John. Non mi sbagliai, lo vidi spiccare tra la gente e con lui quella squilibrata che lo trascinava tenendolo sotto braccio. Quanto avrei voluto staccarglielo quel braccio! Appena si accorse che lo stavo guardando si irrigidì, ancora di più di quanto non fosse. Sapevo di non aver nulla di cui preoccuparmi ma quella ennesima  scena di Lucia in veste di provocatrice professionista mi fece innervosire e fui costretta ad allontanarmi.
Entrai in una stanza inutilizzata, una a caso, la prima che trovai.
Sentii la voce di John che mi cercava, gli feci cenno e lui entrò.
"Isi ti giuro quella donna mi sta sfinendo. Più l'allontano e più me la ritrovo appiccicata."
"Lo so che non è colpa tua" gli accarezzai il viso per tranquillizzarlo "ma non riesco a pensare lucidamente quando vedo che ti gira intorno"
"Isi io non ce la faccio più a continuare così, ma da cosa dobbiamo nasconderci?" Era molto serio e caparbio.
"Da nessuno, è che non mi sembra questa l'occasione giusta."
"Preferisci passare l'intera giornata a far finta che io non esista? O peggio ancora a scappare ogni volta che qualcosa ti innervosisce"
"No certo che no! Vediamo come evolve la giornata e decideremo il da farsi."
"È da pazzi lo sai..." Incalzò lui, ma il mio sguardo deciso lo fece rassegnare all'idea di continuare quella farsa.

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