John e Michele avrebbero raggiunto l’albergo dove alloggiavano Raoul e il fratello di Michele per fare un ultimo brindisi prima di andare a dormire.
Prima di andare via mi prese il viso tra le sue mani e mi baciò di nuovo.
“Cercherò di fare il prima possibile”
“Ci conto!” Gli feci un occhiolino.
Poggiò la sua fronte sulla mia e fece un respiro profondo come se si fosse tolto un gran peso.
“Ti amo”
“Ti amo anch'io!” Glielo dissi per la prima volta.
“Me lo puoi ridire per favore!” Chiese divertito.
“Ti amo!” Gli urlai contenta.
Gli abbottonai bene la camicia e lo lascia andar via. Il mio corpo ancora vibrava sia dentro che fuori, presi un bicchiere d’acqua e provai a riprendere il controllo di tutto.
Tornai dagl’altri e appena Chiara mi vide mi fermò.
“Isi posso parlarti un momento” Annuii e le feci un gran sorriso, non riuscivo a smettere di sorridere.
“Volevo scusarmi per mia sorella. Sta esagerando con John, le ho detto di smetterla ma non mi dà retta. Non vorrei che vi crei qualche problema, ho visto che ora vi riparlate e mi dispiacerebbe se lei creasse delle incomprensioni”
La tranquillizzai, di certo non doveva giustificarsi per gli atteggiamenti della sorella ma non potei aggiungere altro. In quel momento Lucia non era minimamente nei miei pensieri anzi provavo nei suoi confronti anche un po' di pena, avrebbe sprecato invano tutte le sue energie, John ormai era mio, solo mio.
Corsi da Leila, poverina non riusciva a capirci più nulla, un momento prima mi aveva vista triste e arrabbiata, un momento dopo al settimo cielo con un sorriso ebete stampato in faccia e gli occhi persi.
“Dove ti eri cacciata? Ti stavo venendo a cercare”
“Ero a baciare l’uomo che amo!”
“Ah!” Mise una mano davanti alla bocca per lo stupore.
“Leila lui mi ama, ti rendi conto John Masi mi ama! Me l’ha confessato poco fa!” Mi veniva quasi da piangere per la felicità.
Mi sorrise dolce e mi accarezzò una guancia.
Passai quel che rimaneva della serata spensierata, aspettai John fino a che tutti gli altri non rientrano nelle loro stanze e alla fine andai anch’io nella mia. Avrei voluto chiamarlo ma non era giusto disturbarlo, in fondo anche Michele aveva il diritto di passare un po' di tempo solo con il suo testimone.
Mi feci una doccia e scoprii che tra i tanti vestiti e scarpe avevo dimenticato il pigiama. Indossai l’unica cosa più adatta per dormire, una camiciona di cotone bianco che avevo portato per andare in spiaggia ma che non avevo utilizzato.
Provai a leggere il libro che mi ero portata, non mi andava di guardare la televisione. Dopo oltre dieci minuti mi resi conto che ero ancora sulla stessa pagina, non riuscivo a concentrarmi, le immagini di lui che mi baciava e mi toccava mi passano davanti gli occhi come se avvenissero in quel momento. La sua voce e il suo tocco così seducente nel buio della cucina, mi continuavano ad eccitare.
Era l’uomo che in assoluto avevo desiderato più di chiunque altro nella mia vita. L’attrazione che provavo per lui era irriverente e appassionata.
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Era di Maggio
ChickLitIsabella, per tutti Isi, è una giovane e vivace trentenne che vive e lavora a Napoli, città che adora. Un po' per pigrizia, un po' per le tante attenzioni della sorella Sara, continua a vivere con lei e suo cognato. In una calda giornata di maggio I...