Mentre cenavamo e mangiavamo la pizza ordinata da asporto mi chiese se avevo già pensato a dove acquistare il mio abito da sposa "Sarai bellissima, già ti immagino!" Mi disse.
Era così eccitato all'idea che ci saremmo sposati che a volte mi spiazzava, ci teneva tanto che tutto andasse bene e che non ci fossero intoppi o rogne all'orizzonte, così quando gli confessai che ancora non c'avevo pensato mi consiglio di andare in un atelier che conosceva, la proprietaria era una sua cosciente, una vecchia amica.
Accettai,pensai anche che se avessi trovato lì il vestito più adatto avrei tolto mia sorella Sara da una bella incombenza.
Lei mi aveva assicurato di poterlo fare senza problemi e con grande piacere, ma mi consiglio comunque di andare in quell'atelier per farsi un'idea e capire un po' quali modelli erano più adatti alla mia fisicità.
Non avevo un'idea specifica sapevo solo che non doveva essere un abito molto gonfio, né con troppi pizzi.
Avrei avuto ancora qualche giorno prima di tornare al lavoro cosi ne approfittai per prendere subito appuntamento.
Una volta tornata al lavoro avrei avuto un periodo molto intenso e non ero sicura che avrei trovato chissà quanto tempo per poter fare altro.
Ero mancata per troppo e per quanto mi avessero aggiornato su tutto quello che era successo avevo bisogno di un po' per poter recuperare.
Il fratello di John, Raoul, ci venne a trovare appena tornati a Napoli, si fermò a cena con noi. Mi disse che sarei potuta tornare quando volevo purché non consegnassi mai più le mie dimissioni. Fu contento di sapere che ci saremmo sposati e che finalmente le cose erano tornate alla normalità.
Mi preoccupava un po' il rientro in ufficio, più che altro gli occhi puntati dei miei colleghi e le tante domande che mi avrebbero fatto per sapere che cosa fosse successo.
Perché il fatto che fossi andata a Milano, come avevano fatto credere Michele e Leila, non se l'era bevuta nessuno.
Prima di andare a provare il vestito da sposa, decisi di prendere il toro per le corna e feci un salto in agenzia. Sapevo che sarebbe stato l'ultimo giorno della signora Nalli e ci tenevo a salutarla.
Quando entrai rimasi stupita della calorosa accoglienza dei miei colleghi, furono tutti molto discreti anche se si capiva che avrebbero voluto farmi un milione di domande e probabilmente più in là ci avrebbero provato, ma in un primo momento si limitarono a far finta di niente.
Andai prima da Leila, ma non la disturbai troppo perché era molto impegnata e poi c'eravamo viste la sera prima quindi potevo lasciarla in pace per una mezza giornata.
Da quando ero tornata ci sentivamo e vedevamo quasi tutti i giorni, la necessità di recuperare il tempo in cui eravamo state distanti era enorme. Anche con Michele e Chiara avevamo avuto modo di frequentarci spesso, diciamo che in casa nostra nell'ultimo periodo c'era un gran via vai di persone.
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Era di Maggio
ChickLitIsabella, per tutti Isi, è una giovane e vivace trentenne che vive e lavora a Napoli, città che adora. Un po' per pigrizia, un po' per le tante attenzioni della sorella Sara, continua a vivere con lei e suo cognato. In una calda giornata di maggio I...