Capitolo 14 - III

496 78 12
                                    

Mi ci volle parecchio per riprendermi, Michele come al solito aveva il vizio di disturbarci. Ero in un totale stato di estasi, sarei rimasto lì in quella cucina se mio cugino non fosse arrivato.

"Sei sempre il solito, possibile che devi arrivare sempre al momento sbagliato!" Dissi a Michele mentre andavamo verso la macchina. Era simpatica la mia accusa però certo aveva un tempismo niente male.

"E senti un po' cosa ci facevate in cucina al buio tu e Isi?"

"Direi che facevamo pace!" Ancora sentivo le sue labbra sulle mie.

"Oh ce l'avete fatta, sembravate due anime in pena! Spero sia definitivo ora?"

"Lo spero tanto Michele!"

"Ma fai veramente sul serio con lei? È una brava ragazza, merita il meglio"

"Credimi mai stato tanto serio, la amo veramente e non potrei immaginare di perderla di nuovo!"

"Mi sembra assurdo sentirtelo dire! John Masi innamorato" Sorrise a quell'affermazione.

Non mi stupì il suo meravigliarsi nel sentire le mie parole, lui mi conosceva bene e sapeva che non avevo mai provato nulla del genere in vita mia.
Mi fece piacere passare la serata con mio fratello e i miei cugini, ma la mia testa era altrove, non vedevo l'ora di tornare da Isi, anche se ormai era tardi e probabilmente stava già dormendo.
Presi un taxi da solo per tornare alla villa, Michele era rimasto in albergo.
Era silenzioso, erano tornati tutti nelle loro stanze compresa Isi.
Andai in camera, feci una doccia e mi cambiai. La sua camera era adiacente alla mia, ma non sentivo nessun rumore, la tentazione di bussare era tanta ma non volevo svegliarla, sarei andato a salutarla la mattina prima di tornare in albergo.
Non era così che avevo immaginato quella serata, mi sentivo di aver sprecato un'occasione, di aver buttato via tempo prezioso da poterle dedicare, ma non potevo fare altrimenti, Michele non mi avrebbe più guardato in faccia se non fossi andato con lui.
Andai in cucina a prendere da bere, quando tornai la vidi in corridoio, sentivo il cuore battere fortissimo, indossava solo una camicia e dell'infradito, era cosi sexy che non riuscii a resistere, mi avventai su di lei come un predatore sulla preda.
La presi in braccio e la portai nella sua camera, capii che lei mi voleva quanto la desideravo io. Per la prima volta nella mia vita feci l'amore, mi resi conto che non era semplice sesso perché l'attrazione del mio corpo al suo era spinta non solo dall'eccitazione e dalla voglia di farla mia ma anche dall'enorme quantità di sentimenti che provavo per lei.
Il profumo sul collo, la sua pelle che sfregava contro la mia e le sue mani nei miei capelli mi stavano mandando in tilt, il fatto che mi ripeteva che mi amava mi fece perdere del tutto il controllo.
Rimanemmo abbracciati nel letto, non l'avrei fatta allontanare neanche di un millimetro, sentivo nei suoi confronti una tale dipendenza che avevo bisogno di un perenne contatto.

Era di MaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora