Capitolo 2 - III

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Sara era sconvolta, stava provando ad avvertire la sua famiglia ma non riusciva a smettere di piangere, così Gennaro prese in mano la situazione al posto suo.
Michele a sua volta avvertì Leila che in poco tempo si precipitò in ospedale.
Io non ero più in grado di fare nulla, non riuscivo a parlare, a comunicare con nessuno, mi bruciava lo stomaco e i miei occhi erano pieni di lacrime che non riuscivano ad uscire.
Non c'era altro da fare se non aspettare, mi misi in disparte seduto su una delle tante sedie in sala d'attesa e in automatico cominciai a ripensare a tutta la mia storia con Isi.

Era di maggio il giorno in cui andai in biblioteca, era un giorno come un altro per me, dovevamo finire un lavoro e cercavo una rivista datata che sapevo di poterla trovare solo lì.
Ero tornato da poco alla mia normalità, avevo lasciato Melania e avevo ripreso il mio lavoro in Agenzia con mio fratello, era forse uno dei primi giorni in cui mi sentivo di nuovo padrone della mia vita.
Quando mi venne incontro non me ne accorsi subito, solo qualche secondo prima del colpo, in tempo per prenderla.
Mi era letteralmente caduta tra le braccia, forse distratta o forse troppo presa a portare tutti quei libri che le coprivano la visuale.
Non saprei descrivere cosa mi attrasse di lei, era bella, molto bella, ma non fu solo quello, era anche il modo impacciato e sincero con cui mi parlava e lo sguardo allegro e disinvolto con cui mi guardava.
Squillò il cellulare, il mio, e fui costretto a rispondere alla lunghissima e interminabile chiamata di mio fratello.
Quando rientrai lei non c'era più, avevo rosicato un bel po', non le avevo chiesto neanche il nome. Provai a chiedere informazioni alla bibliotecaria ma disse che esisteva la privacy e non poteva dare informazioni.

Era di MaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora