Capitolo 54

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Posate le cose decidemmo di andare in spiaggia, appena ci radunammo in salone mi resi conto che John non c’era più. Chiesi a Michele spiegazioni e mi disse che doveva sistemare delle faccende di famiglia, roba di poco conto e che sarebbe tornato prima del previsto. Notai Barbie particolarmente delusa di non trovarlo lì, era ovvio che avesse molte aspettative per quel weekend e non voleva sprecarle, sicuramente le avrebbe provate tutte per conquistarlo. Ero quasi certa che lei non avesse alcuna influenza su di John, almeno non a livello caratteriale o di personalità, non mi sembrava nella maniera più assoluta il suo tipo. Era comunque una bella ragazza, molto formosa e provocante e in fin dei conti John era un uomo, alla lunga sarebbe potuto cedere a tutte quelle tentazioni soprattutto se erano così a portata di mano.

La mia vita era diventata piena di pensieri, rompicapo, tutti monotematici che giravano intorno ad unica persona, neanche una spensierata giornata al mare riusciva a distogliermi da quell’unico chiodo fisso. Provai a leggere, avevo portato con me Orgoglio e Pregiudizio, ma anche con quello fu un totale fiasco, perché in quel libro rivedevo in Elizabeth Bennet lo stesso caratteraccio che mi ero ben curata di mantenermi negl’anni. Tutto riportava alla mia situazione con John, era un’ossessione. Non mi andava di infastidire Leila, presa ad amoreggiare con il suo Simone, andai a stuzzicare Denise.
La convinsi a fare una passeggiata sul bagnasciuga, alla fine accettò. Non ci allontanammo molto, a dirla tutta avremmo perorso solo cento metri e tornammo indietro. Cii fermammo a chiacchierare a riva quando vidi un’espressione stupita sul suo volto e poi di colpo mi sentii sollevare da terra e cadere in mare.
“John…” Urlai per la sorpresa.
Mi lanciò in acqua e appena tornai su decisi vendicarmi, mi avventai su di lui tentando di trascinarlo in giù ma era troppo forte e non riuscii a smuoverlo di un centimetro. Presa dal divertimento mi dimenticai di tutti quelli che ci guardavano. Tentai di arrampicarmi ancora su di lui aggrappandomi sulle sue spalle, provando invano a tiralo, alla fine forse per accontentarmi decise di lasciarsi andare cadendo su di me in acqua. Per sfuggirgli di nuovo cominciai a nuotare ma quella volta, a differenza dell’ultima in cui ci ritrovammo soli in mare, volevo ardentemente che mi inseguisse e lo fece. A una distanza ragionevole dalla riva mi fermai e mi aggrappai a lui per tenermi a galla. Per evitare tentazioni lo abbracciai da dietro, più che un abbraccio posai le mie mani sulle sue spalle. Ma non fu abbastanza per lui, perché con un gesto veloce si voltò e mi strinse a sé, le sue braccia forti circondavano perfettamente il mio busto, mi ritrovai incastrata con le mani sul suo petto, stretta e senza via di scampo.
“Hai finito di fare l’antipatica?”
Abbassai lo sguardo un po' imbarazzata.
“Mi hai seguito per rimproverarmi?” Dissi spavalda per non dargli soddisfazione.
“Tu sei gelosa e non lo vuoi ammettere, è così?”
Negai con la testa anche se era evidente che mentivo.
“Guardami e ascoltami bene! Io non ho nessuna intenzione di passare questi due giorni con la sorella di Chiara, hai capito?”
“Lei sembra sia ben intenzionata invece!”
“Ma a me non interessa! Non rientra nei miei piani, né lei, né nessun’altra…” si avvicinò e mi annusò il collo “Ho ben altro per la testa!” Mormorò.
“Ah sì!” risposi con quel poco di voce che riuscii a far uscire. Ogni volta che era così vicino non riuscivo a connettere i miei neuroni “E cosa avresti in mente?”
“Non ne hai idea!” Continuava a passare il naso sul mio collo mandandomi fuori di testa
“Comunque sta arrivando gente, sappi che ti sto lasciando andare contro la mia volontà” 
Allentò la presa su di me e mi sembrò di essere vulnerabile, stare stretta tra le sue braccia era una delle cose più rassicuranti che avessi mai provato. Se non fossi stata così gelosa di lui lo avrei consigliato a chiunque come terapia contro lo stress. 

Era di MaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora