Capitolo 5 - III

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Come un tarlo cominciò ad insinuarsi nella mia mente la possibilità che anche lei fosse attratta da me,
scherzava, ricambiava le mie battute, mi guardava in un modo particolare, un po’ come quello con cui la guardavo io, ma non ne ero certo fino in fondo, era una donna amichevole magari aveva scambiato il mio flirtare come un giocare tra amici.
Mi imponevo di pensare a lei come a una semplice dipendente anche giorno dopo giorno cominciava a diventare sempre più difficile.
Per cercare di contenere la mia attrazione nei suoi confronti provai a evitarla ma non mi rimaneva per nulla facile.
Non mi era mai capitato di sentirmi coinvolto da una donna quanto lo ero da lei, era un chiodo fisso.
Quando Michele mi disse che si sarebbero incontrati il sabato sera per andare a ballare in qualche locale di Napoli, con la scusa di voler passare del tempo con mio cugino, prenotai un tavolo a mio nome.
Volevo rivederla, volevo scoprire come era Isi fuori dal posto di lavoro.
Era molto attraente quella sera, riusciva ad esserlo con una tale naturalezza, probabilmente neanche si rendeva conto di quanto potesse essere sensuale.
Provai a non starle addosso a mala pena ci parlammo, ma non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Quella sera capii che ero arrivato a un punto di non ritorno.
La mia gelosia era incontenibile, quando un tizio le si avvicinò per provarci, cominciai a sudare freddo e a innervosirmi sempre di più, ma cosa potevo fare, trascinarla di peso fuori dal locale? E poi cosa le avrei raccontato? Che il suo capo era ossessionato da lei e che non riusciva a vederla con nessuno se non con lui!
Quando però vidi quel viscido provare a baciarla, mentre lei si ostinava a scansarlo, non riuscii a rimanere in disparte.
Fu un attimo, andai verso di lei, la presi per un braccio e la portai via.
Le porsi la mano e lei la strinse, mi stupì, non ebbe la minima esitazione nel seguirmi, anche se mi guardava spaesata, forse non si aspettava un tale atteggiamento da parte mia.
Quando mi ringraziò dicendo che non dovevo, avrei voluto risponderle tante cose, avrei voluto dirle che dovevo eccome, che non potevo vedere un altro uomo toccarla, che la gelosia nei suoi confronti era troppa e ingestibile, ma non potevo.
Non mi era mai capitato di pensare così tanto e a lungo ad una donna e non aver concluso nulla.
In realtà nella mia vita, a parte qualche sporadica frequentazione di qualche giorno, non avevo mai provato alcun tipo di sentimento verso una donna se non un’attrazione fisica o una simpatia.
Con Isi era diverso, dopo quasi due mesi dal nostro primo incontro, non riuscivo a smettere di pensarla, era perennemente nei pensieri, ogni mia azione era la causa o la conseguenza della sua presenza nella mia vita.

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