Quando le porte dell'ascensore si chiudono,
si scatena l'inferno.
Come soltanto un quarto d'ora fa, le grandi mani di Harry raggiungono il mio sedere e mi sollevano da terra, portandomi a stringere le gambe tremolanti attorno al suo bacino stretto.
La mia schiena sbattuta lentamente alla parete di velluto blu, come solitamente accade in queste nostre focose circostanze, mentre sentiamo in lontananza, in modo ovattato, il piccolo 'din' che produce il macchinario ogni qualvolta superiamo, in questa trascinante situazione, piano dopo piano, apparentemente troppo lentamente.
Il mio, di piano, sembra non arrivare mai.
I nostri bacini sono talmente vicini che riesco a percepire perfettamente, anche tramite i nostri capi, al momento troppo fastidiosi, che cosa stia accadendo lì sotto.
Il corpo caldo di Harry è attaccato al mio talmente tanto che ho l'impressione potremmo fonderci insieme da un momento all'altro.
Le nostre lingue lavorano fameliche, le mie mani tirano i suoi capelli, le sue stringono forte il mio sedere ed i nostri respiri fuori escono veloci, così come i nostri gemiti.
Dio, la sua voce è così roca in questo momento che mi porta ad eccitarmi soltanto di più, molto più di come dovrebbe.
La passione ci sta assalendo, la voglia che abbiamo di unirci assieme ci sta mangiando vivi ed io non riesco neanche a pensare a qualcosa che non sia lui, adesso.
Le sue labbra umide percorrono la mia mascella, le mie si aprono nell'istante in cui i miei occhi si chiudono, emettendo dei leggeri gemiti, quando le sue raggiungono il mio collo, adesso ricoperto da brividi.
I suoi denti mordono un punto sensibile sotto il mio orecchio, il quale poi viene lenito da carezze, con la sua lingua.
I suoi torturanti movimenti labbra- lingua scendono verso la base del mio collo e porto entrambe le mani nei suoi ricci, incastrandole in essi e tirandoli ogni qual volta lo senta indugiare avidamente su uno scoperto lembo di pelle, e ricevendo in cambio dei rochi grugniti di apprezzamento, da parte sua.
Il suo viso è nascosto nell'incavo del mio collo, permettendo alle sue labbra di lavorare ancora, instancabili; le sue mani stringono forte il mio sedere, staccando la parte bassa della mia schiena dalla parete per avvicinare il mio bacino ancora di più al suo, il più possibile."Dio, Cam... "
La sua voce calda e roca, il modo eccitante con il quale ha appena pronunciato il mio nome, mi fa ritrovare a pregare che questo dannato affare arrivi velocemente al mio piano, così che possa finalmente averlo: questa attesa ci sta distruggendo.
"Una stanza al primo piano? "
Una leggera risatina scivola dalle mie labbra al commento inappropriato, ed ironico, del ragazzo che continua a sbranare il mio collo come fosse la pietanza più deliziosa per il palato umano.
"Non avevo in programma... tutto questo. "
Pronuncio le parole a fatica, tenendo ancora gli occhi chiusi, e le mani sul suo petto.
Senza dare il preciso comando alle mie mani, loro cominciano autonomamente a sbottonare la parte superiore della scura camicia a fantasia, giù fino ad arrivare all'ultimo bottone.
Appena le mie dita riescono a scottarsi, a contatto con il suo petto tonico e piacevolmente macchiato di nero, come piace fottutamente a me, l'ascensore arriva a destinazione ed entrambi rilasciamo, nel vizioso bacio, un profondo respiro di vittoria, prima che Harry ci porti fuori dalla cabina.
La mia schiena calda struscia orizzontalmente su tutta la parete chiara, nel corridoio buio e silenzioso del Radisson, mentre la porta della mia stanza si fa sempre più vicina ed i denti di Harry cominciano a dare piccoli, eccitanti, morsi alla mia lingua stanca, nella sua bocca.
I miei piedi toccano terra dopo quella che mi sembra un infinità e le mie mani corrono frettolose in borsa, in cerca delle chiavi.
Appena trovate mi volto per inserirle nella serratura, impresa difficile dati i movimenti sconnessi e furiosi delle mie mani, presa da questo piacevole panico; le mani di Harry raggiungono i miei capelli, li stringe e, portando la mia schiena a contatto con il suo petto scoperto, tramite essi stretti nel suo grande pugno, mi permette di piegare il capo, lasciando il mio collo esposto, di nuovo, alle sue labbra affamate.
Un braccio muscoloso, non troppo ma quanto basta, scivola fugace attorno al mio bacino: la mano stringe possessivamente il mio fianco, e le poche unghie che ha si conficcano nella mia pelle chiara ed accaldata.
Lascio la mia testa cadere sul suo petto, arresa alle sue provocazioni, prima che mi ricordi di dover riuscire ad aprire questa dannata porta.
Il rigonfiamento stretto nei suoi pantaloni, premuto contro il mio sedere, non aiuta, così come il buio, nel quale il corridoio, ospitante un'altra decina di stanze, è immerso.
Non potrei neanche immaginare che cosa succederebbe se qualche ospite aprisse la porta della propria stanza, proprio adesso, vedendoci proprio qui, così.
I morsi sempre più profondi di Harry sul mio collo tartassato; il suo costante strusciarsi a me, come se non avessi ancora percepito quanto eccitato sia; ed il rumore dei suoi respiri pesanti, ed affannosi, nel mio orecchio, sento che mi stanno portando a diventare sempre più bagnata e più lenta nei movimenti.
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Mind the Gap
FanfictionIn Underground, un comune inglese ascolta il famoso avviso: "Mind the Gap!" almeno un centinaio di volte al giorno. La maggior parte di essi, alzano gli occhi al cielo perché già consapevoli di dover sostare dietro quella linea gialla, di sicurezza...