Chapter 28

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Harry's POV.

Che diamine ci fa lei a Londra?
Non ama abbastanza i suoi fottuti Stati Uniti d'America da restarci troppo a lungo?

Quando mi riprendo dalla sorpresa, guardo Cam che mi fissa interrogativa, prima di provare a captare qualcosa dallo sguardo spaventato di Niall.

"Che succede? "

"La regina del countr- "

"La mamma di Niall! "

Interrompo il biondino prima che dica qualcosa la quale non voglio proprio che dica.

Sua madre?
Ma che diavolo?

"Sua madre? "

"Mia madre? "

Oh, Gesù!

Lancio un'occhiata d'intesa al mio amico, sperando vivamente che riesca ad intenderla. Sembra farlo, fortunatamente...

"Oh! Si, mia madre!"

Noto, nello sguardo della mia ragazza, come effettivamente ci sia qualcosa che non le quadri affatto.

"È scesa in città, dall'Irlanda. "

"Capisco... "

"Sai non vediamo le nostre madri così spesso, dato che vivono in un altra città, o nel suo caso, in un altro paese, quindi siamo sempre parecchio emozionati quando decidono di venirci a fare visita... "

Mi intrometto.

"Più che emozionato sembrava sottoposto all'elettroshock. "

"Nervosismo... La presenza dei nostri genitori ci rende sempre parecchio nervosi, oltre che emozionati. Insomma, sai- oh, è mia madre, accidenti! Lo sai, no?
La mamma è sempre la mamma, e mia madre è qui! "

Che cazzo sta dicendo?

"D'accordo Niall, adesso calmati.
Capisco l'emozione, ma è soltanto tua madre... Non ti ha mai giudicato e mai lo farà, qualsiasi decisione tu decida di prendere in questa vita turbinosa... Tranquillo. "

Abbozzo un sorriso che lui recepisce, giustamente, come una minaccia del tipo: "Se non chiudi quella bocca, addio scusa credibile, e quant'è vero che Cam ama questa città, ti ritroverai con il culo a terra tra cinque fottutissimi secondi. "

"Oh... D'accodo. "

Guarda la strada davanti a se, senza rivolgermi un singolo sguardo.
Capisco che, non essendo affatto stupida come le precedenti ragazze che hanno avuto soltanto la fortuna di transitare brevemente nel mio letto, ma intelligente, per mia sfortuna in questo caso, non abbia creduto a questa farsa neanche un po'.

Faccio la prova del nove, provando a riprenderle nella mia, la piccola mano appoggiata sulla sua coscia: non la ritrae.
Stringe le mie dita come volesse rassicurarmi, ma è la smorfia che sostituisce il piccolo ed apparentemente tranquillo sorriso che mi rivolge appena percepito il tocco ora gelido, che non mi convince affatto.

Prova del nove: perfettamente riuscita.

"Da quanto tempo è a Londra? "

Niall è tanto preso in contro piede dalla mia improvvisa e stranamente curiosa domanda, che impiega qualche secondo prima di rispondermi.

"Da questa mattina... "

Perfetto! Non solo domani mattina tutti i fottuti quotidiani inglesi parleranno di me e Cam, vantandosi di mostrare il nostro primo, intimo scatto fotografico insieme, ma parleranno anche dello sbarco in Inghilterra della Regina del Country- Pop, americana.

Quando mi ricordo di avere anche un importante appuntamento con Simon, per discutere di quella merda di contratto, ho voglia di fuggire e rifugiarmi da Barney, finché qualche buon anima non si degnerà di venirmi a salvare dall'oceano di alcool nel quale sarò immerso fino al collo.
Probabilmente sarebbe Cam... O Liam.

Porto una mano sulla faccia, completamente frustrato.
Riuscirò a trascorrere una sola giornata in santa pace, prima o poi?

Una volta riaccompagnato Niall a casa, ed averlo mandato a fare in culo, come gli avevo promesso nel momento in cui gli avevo concesso un passaggio, con Cam addormentata sul sedile del passeggero, alla mia sinistra, mi dirigo al Milestone Hotel, come fossi un fottuto tassista.

Apro la porta della stanza, cercando di non svegliarla, ed una volta richiusa silenziosamente alle nostre spalle, poso il corpo di Cam sul grande letto della suite.

Mugola quando le tolgo gli anfibi verdi, i quali, per quanto possa aver capito, ama alla follia, ed il modello che ha comprato con me, a Camden Town. Noto delle ferite arrossate sul suo calcagno, date dal cuoio duro di queste scarpe originariamente ortopediche e storco la bocca pensando a quanto dovrò soffrire io quando indosserò, per la prima volta, queste scarpe che lei mi ha convinto a comprare in quello strambo quartiere che ho apprezzato alla follia.

Calo gentilmente i jeans dalle sue gambe magre, notando un'altra ferita, ormai vecchia, sul suo fianco sinistro. Ho il presentimento che non sia opportuno dare la colpa al cuoio, in questo caso.
Ferita alla quale non ho fatto caso ieri sera, nell'oscurità della stanza, ed a causa della foga e passione del momento.

"We live with the scars we choose. "

Sorrido, pensando a quanta ragione abbia Cam. Tutti quanti noi viviamo con le cicatrici che scegliamo di inciderci.
Avevo notato questo sottilissimo tatuaggio, inciso sulla sua pelle in modo talmente piccolo e fine che non mi meraviglierei affatto se sapessi esserselo fatto di nascosto da sua madre e se a quest'ultima fosse ancora ignaro, ma non avevo davvero fatto caso al fatto che fosse scritto poggiato sul segno scuro, come fosse la riga di un quaderno elementare. C'è sicuramente un nesso tra la ferita e questo tatuaggio, un nesso che io non vedo l'ora di scoprire.

Lascio un bacio quasi impercettibile sul suo fianco dipinto e scoperto dalla maglietta, prima di tirare via anch'essa.
Tolgo il maglione di cotone e la maglia portata al disotto di esso, prima di rinfilarmelo. Slaccio a Cam il reggiseno, cercando di non soffermarmi troppo ad osservare la sua nuova parte scoperta, più che gradita da me, e le infilo la mia t-shirt, scompigliandole leggermente i capelli scuri.

Una volta coperta dal piumone, bacio lievemente le sue labbra, ancora un po' sporche di quel colore bordeaux, e stavolta, perdendomi davvero ad ammirare il suo viso rilassato e dormiente, le accarezzo una guancia, sorridendo come un fottuto rammollito.

La frase che vi aspettate esca dalle mie labbra adesso, scommetto sia la classica da cliché, tipo: "Che cosa mi stai facendo? "

Sbaglio?

Dai, che non sbaglio affatto...

Siete soltanto voi a sbagliare.
Non sono un tipo da cliché e voi, voi mondo intero, che mi conoscete così bene, così dettagliatamente, dovreste saperlo.

"Mind the Gap. "

Ridacchio, rimanendo il rammollito di pochi secondi fa, soltanto con qualche grammo di stupidità in più. Troppi significati nella frase ascoltata e riascoltata troppe volte, fino alla nausea, in un odiosissimo lunedì mattina lavorativo, magari alle otto stecchite di mattina; in una delle frasi più famose al mondo.
Però si sa: "Date a Cesare quel che è di Cesare. " ed essendo famoso, lasciatemi usufruire di una frase famosa, sulla bocca di tutti: perfetta per me.

Quando chiudo la porta alle mie spalle e mi avvio all'auto, continuo a ripetermi come sarei dovuto rimanere a dormire con lei, questa notte, a come non avrei dovuto lasciarla sola così, senza alcuna spiegazione.

Come reagirà domani mattina, svegliandosi e rendendosi conto che sono scomparso senza neanche un avviso? Così, senza spiegazione?

Sono un coglione ed uno stronzo, dipende dai punti di vista, ma ho davvero bisogno di stare un po' per i fatti miei, cercando di riordinarmi le idee e fare il punto della situazione. Da quando Cam è arrivata nella mia vita sono successi un casino dopo l'altro ed io mi chiedo per quale diamine di motivo non mi sia concesso di godermi felice questa vita inarrestabile, nella quale stavo iniziando a pensare che ci fosse anche spazio per l'amore, alla fine.

Non avrei potuto avere più torto...

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