Chapter 10

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Harry's POV.

"Quel perfetto casino che un po' tutti dovrebbero avere nella propria vita. "

E più questa pazza sconosciuta mi parla di se, più io mi convinco di volerla sempre di più nella mia giá incasinatissima vita.
Lei è un casino e la mia vita è un casino, ma due casini insieme portano ordine.

"O che un po' tutti cercano di mettere in riga perché troppo poco perfetto per la loro."

Quasi sussurra guardando alle mie spalle.
Non faccio in tempo a chiederle che cosa intenda dire, cosa che voglio davvero tanto perché non mi è piaciuto lo sguardo che aveva quando lo ha ammesso, il tono della voce ed il modo in cui la sua mano sulla mia ha fatto uno scatto involontario, che il mio telefono squilla.

"Non azzardarti a riattaccare, rispondi. "

Mi intima ed ancora una volta rimango sorpreso da lei.
È una ragazza completamente piena di sorprese.
La prima domanda che mi ha rivolto, appena entrata in auto, riguardava il mio lavoro ma non è stata del tipo: "Quanto guadagni? " o "Com'è essere famoso? " , semplicemente come avessi passato la mattinata in studio e nessuna prima di lei, e dico nessuna, si era mai preoccupata di sapere come me la fossi passata a lavoro, se fosse andato tutto bene.

Non è rimasta shoccata quando l'ho portata in questo posto tutto: Chardonnay, bicchieri di cristallo, camerieri vestiti da pinguini e puzza sotto il naso; l'unico motivo per il quale si è guardata intorno è stato il panorama e per il modo dolce in cui oggi i raggi del sole accarezzano le acque del Tamigi.
Anzi, sembrava quasi abituata a tutto questo: il modo in cui ha poggiato il tovagliolo sulle gambe, il modo in cui non ha mai appoggiato i gomiti sul tavolo, il modo in cui sapeva benissimo quale delle tante posate poggiate davanti a lei dovesse usare e il modo più che educato con cui ha ringraziato il sommelier dopo ogni bicchiere di vino e il cameriere dopo ogni portata.
Sembra quasi abituata a tutto questo, più di quanto addirittura lo sia io.

Il modo audace con cui mi ha preso la mano, senza essere minimamente intimidita da me ed il fantastico, scoordinato, irrazionale modo con cui mi ha parlato di se.
Se ne esce sempre fuori con qualcosa che mi rende sempre più soddisfatto di aver deciso di vederla ancora e con qualcosa di nuovo ed imprevisto per me, a renderla, finalmente e piacevolmente diversa.

"Niall togli quelle scarpe dal mio divano!"

Eccoli.

"Liam?"

"Si, scusami Harry."

"Non fa niente, dimmi che vuoi."

"Liam! Metti il viva voce! "

"Cristo Santo, ma che folle fissazione ha per il dannato viva voce, quel ragazzo?"

"Lascialo perdere. Comunque, mi ha chiamato Mark e mi ha chiesto di ricordarti il tuo allenamento di domani mattina. "

"Dannazione! Me ne ero dimenticato... D'accordo Liam, grazie. "

"Figurati amico... Come procede li? "

Sento borbottii in sottofondo e capisco che Liam si sia lasciato convincere a mettere il viva voce, per permettere a Niall di ascoltare la nostra conversazione.

"Procedeva veramente alla grande prima che mi interrompeste! "

"Le stavi infilando la tua lunga lingua in gola, Mr. Cinquanta Sfumature? "

Dio, Niall.

"Torna ad ingozzarti di ali di pollo piccanti Niall e sporca il divano di Liam anche da parte mia. "

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