"Bentornati, ragazzi. " il sorriso amichevole e familiare di Margaret rappresenta un confortevole ritorno a casa.
Così come il calore che avvolge il mio corpo bagnato, non appena varco l'ingresso ed il portone si chiude alle nostre spalle con un rombo, a causa delle sue grandi dimensioni. "Ho pensato che accedere i camini sarebbe stata una buona idea. "
Getto un occhio nel salotto, notando effettivamente le fiamme dei due camini nuovi, riflettersi sul marmo bianco del pavimento e sui cuscini dei divani.
"Hai fatto bene, si gela là fuori... " Harry trema, pronunciando queste parole mentre si sfila il cappotto.
Un altro camino è acceso nella cucina ed allora credo che lo sia anche nella nostra camera. Spero non siano stati accesi anche quelli nelle stanze ancora inutilizzate, e prive di mobilio, ai piani di sopra visto che sarebbe stato soltanto uno spreco di tempo ed uno spreco di fatiche.
"Ho dato una sistemata a questa casa...
Era completamente sottosopra! " ci ammonisce, ma gentilmente.
"Già, lo sai come sono i ragazzi... Irruenti ed agitati, è dir poco. " ridacchia lui, mentendo spudoratamente.
Sento le mie guance iniziare ad accaldarsi e ad arrossarsi, ma potrei sempre dar la colpa al calore del camino, senza permetterle di smascherarci.
Non posso farne a meno, ma tutte le volte in cui ripenso a quella notte il mio stomaco inizia ad essere in subbuglio, il mio labbro inferiore inizia ad essere stretto tra i miei denti, e le mie gambe iniziano inevitabilmente a stringersi tra loro, a causa dell'eccitazione. Corro a scrutare Harry e ammetto che appaia ai miei occhi, più bello del solito così; bagnato, con ancora il fiatone e le guance arrossate, bucate dalle tipiche fossette a scavargliele adorabilmente. Si scambia sorrisi con Margaret mentre io, contemplandolo, inizio a desiderare che tutto ciò che è terminato quella notte, ricominci da capo.
Ancora ed ancora."Vi lascio la vostra privacy adesso. " vengo scossa dal congedo di Margaret, non potendo fare a meno di iniziare ad alimentare grandi, e piacevoli, speranze per il proseguimento della serata, nella "nostra privacy" .
"Ci vediamo domani pomeriggio. " mi avvicino per salutarla; la abbraccio velocemente e poi la lascio portarsi la borsa sopra la spalla. Accarezza il volto di Harry proprio come farebbe una nonna od una cara, vecchia zia.
"Non so te- " la porta sbatte di nuovo, chiudendosi per la seconda volta in meno di mezz'ora. Mi avvicino già ad Harry che ancora non è ricomparso in cucina. "Ma io sto gelando, con questi vestiti fradici addosso. " si ferma sulla soglia, scuotendosi via ancora un po' , dai capelli, le gocce d'acqua non ancora asciugate dal calore emesso dai camini. Non credo lo stia notando, ma io sto continuando ad avvicinarmi a lui, nel modo più silenzioso possibile, soltanto perché sto adorando il tranquillo, e stranamente eccitante per me, silenzio che sta regnando in questa casa.
Fondamentalmente: io, Harry ed il silenzio.
In aggiunta: la confortevolezza di questa casa, così diversa da quella nella quale misi piede, circa un mese fa, quella che stiamo finendo di "costruire" piano piano, con le nostre stesse mani e non con quelle estranee di designer o esperti arredatori di interni; il colore passionale e vivo delle fiamme, sommato al loro calore scottante ed il nostro amore.
Quello non più tenuto nascosto da alcuna delle due parti.
Quello confessato di getto e quello pensato ma non detto.
Quello ripetuto ad alta voce ed in silenzio.
Quello urlato al cielo."Tu no? " mi faccio ancora più vicina, sino a fermarmi soltanto quando sono a pochi centimetri dalle sue labbra. Pochissimi.
Lo osservo.
Non so bene perché, dato che ormai ho memorizzato ogni piccola parte del suo corpo, dal suo inizio, alla sua fine; ogni particolare.
So solo che ho voglia di farlo.
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Mind the Gap
FanfictionIn Underground, un comune inglese ascolta il famoso avviso: "Mind the Gap!" almeno un centinaio di volte al giorno. La maggior parte di essi, alzano gli occhi al cielo perché già consapevoli di dover sostare dietro quella linea gialla, di sicurezza...