"Finché non esprimerai il tuo parere, io non comprerò un bel niente. ""Ti ho detto che per me vanno bene entrambi! "
"Sai come la penso io, invece? "
Harry distoglie l'attenzione dai divani e la concentra su di me, al suo fianco. Sollevo le sopracciglia, guardandolo, spronandolo a proseguire con il suo discorso.
"Penso che ti facciano schifo entrambi. "
Colpito ed affondato.
"È solo che non mi va di mostrarmi troppo pretenziosa, ecco. Tu mi hai già offerto di venire a vivere con te, nella tua enorme, moderna villa. "
"Cam... "
Il sedere di Harry si poggia sul cuscino di uno degli orribili divani, di fronte a noi.
Questo prima che lo faccia rialzare...
"Harry, quel divano vale una fortuna! "
Come se si fosse appena scottato le chiappe, balza in piedi, spaventato.
"Cam. " prosegue, ricomponendosi "Quella "enorme, moderna villa" , non è più mia: è nostra. "
"No, non la è! Non ho pagato neanche un singolo battiscopa di quella casa. Niente.
La casa è tua e mi stai offrendo di venirci a vivere con te. ""Ascoltami, odiavo l'arredamento ma amo la struttura di quella casa. Non la cambierei per niente al mondo. L'unica cosa che voglio è viverci con te. E dato che hai accettato la mia proposta- " mi preparo ad obiettare, aprendo la bocca ed alzando un dito verso di lui, ma vengo zittita seduta stante "Perché tu hai accettato. Voglio che tu non ti senta un'estranea; voglio che la casa parli anche di te. "
"E non sai quanto piacere mi faccia questa cosa, ma non potrei pagare neanche una zampa di questi divani... "
"I soldi non sono un problema. "
"Si che lo sono. Io non voglio- "
"Cam, ti prego. "
Il suo sguardo è supplicante, credo che questa cosa gli importi davvero tanto.
Vederlo qui, pregarmi di aiutarlo a rendere la sua casa quel rifugio nel quale potersi nascondere dal suo "mondo alla rovescia" , dove poter essere se stesso senza alcun tipo di inibizione, mi stringe il cuore. Un po' riesco a capire come si senta, lo comprendo; casa mia ha sempre avuto un mobilio impeccabile ma non era quello che avrei scelto io, era quello scelto da mia madre. La mia camera era basata sull'arancione: tende arancioni, armadio arancione, sedia arancione... Ma perché l'arancione? A dieci anni sarebbe potuto andare bene, ma a diciotto ho iniziato ad odiarlo. In quel caso, le mie preghiere a mia madre non bastarono mai per convincerla a rifarla come piaceva a me: é ancora arancione."Va bene... " Harry rilascia un sospiro e le sue fossette appaiono sulle guance quando mi sorride allegro "Ma- perché c'è un "ma" - io voglio pagare le tende ed i tappeti. Va bene per te? "
"Affare fatto. "
Ghigna nella mia direzione.
"Non mi lascerai pagare niente, non è vero? "
Mi lancia un occhiolino d'intesa, prima di iniziare ad incamminarsi verso un altro reparto, per cercare dei benedetti divani che rispondano alle nostre richieste.
"Forse la spesa... Se avrai fortuna. "
Prima che riesca ad obiettare, afferra la mia mano e mi trascina con lui, impedendomi di lamentarmi.
"Ti odio, lo sai? "
"Non è vero. "
***
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Mind the Gap
FanficIn Underground, un comune inglese ascolta il famoso avviso: "Mind the Gap!" almeno un centinaio di volte al giorno. La maggior parte di essi, alzano gli occhi al cielo perché già consapevoli di dover sostare dietro quella linea gialla, di sicurezza...