Harry's POV.Sono arrabbiato e sono spaventato.
Sono spaventato perché là fuori sta decisamente iniziando a farsi buio ed è poco raccomandabile per una ragazza andarsene in giro da sola per una metropoli dalle dimensioni quali sono quelle di Londra. Dio solo sa quanti altri "Jack lo Squartatore" si trovino là fuori, affamati non soltanto di prostitute, ma dato che siamo nel ventunesimo secolo, semplicemente affamati di quella cosa appetitosa che alla fine è l'unica a rendere l'uomo diverso dalla donna- se avete capito che intendo...
Sono incazzato ma non tanto per ciò che ha fatto o per ciò che non mi ha detto; non tanto per il fatto che se ne sia andata davvero o per il fatto che non sia ancora irresponsabilmente tornata a casa, ma lo sono più che altro perché da quando lo ha fatto, da quando ha varcato quella soglia, circa cinque ore fa, questa casa sembra esser diventata all'improvviso, così velocemente ed inaspettatamente, priva di senso e così vuota...
Questa casa sembra già tornata ad essere vuota.
Al contrario, tutto il piacevole arredamento vintage che abbiamo aggregato insieme, in queste enormi stanze, sembra ricordarmi lei o peggio: sembra ricordarmi noi.
Noi due insieme, perché entrambi amiamo questo vecchio, particolare stile, tanto da esserci trovati subito di comune accordo nel voler farlo vigere in questa casa da milionari. Se mi guardo attentamente intorno, vedo le giornate spese a girare per mercatini dell'antiquariato, mostre ed aste di mobili antichi, pregiati e non; vedo delle stanze ancora semivuote e penso a quanto stiamo ancora lavorando per renderci qualcosa di stabile; penso a quanto il nostro "noi" sia effettivamente ancora in cantiere.Stiamo continuando a costruirci, piano piano, minuto per minuto, con cura ed attenzione per i dettagli, anche se a volte può passarci di mente e possiamo non rendercene neanche più conto.
Non siamo scontanti, stiamo soltanto iniziando a farci l'abitudine, nel senso positivo del termine. Anche se niente è ancora effettivamente pronto, perfetto, noi abbiamo già iniziato a sentirci a casa...
Quando abbiamo iniziato a farlo non lo so e credo sia proprio questo il bello: tutto è andato semplicemente come doveva andare.Niente è stato più spontaneo e naturale di quel "noi" .
Se mi venisse spontaneo afferrare la giacca, coprirmici ed affrontare la pioggia scrosciante, per andarla a cercare e per poi pregarla di tornare a casa con me, allora perché non dovrei farlo?
Perché non lo sto facendo se è questo, ciò che realmente vorrei fare?
Cazzo, perché sono stanco.
Sono stanco di dover essere sempre io quello a scusarsi. Cam ha sempre sostenuto che fosse l'orgoglio a fottere, in una relazione, non l'amore in se; allora perché, se è consapevole del fatto di esser lei la colpevole questa volta, non mi ha ancora chiesto neanche un minimo "scusa" ?
Sono sicuro sappia che dovrebbe farlo.Odio fottutamente tanto questa cosa di lei.
Parla e parla, sostiene e sostiene, si raccomanda e si raccomanda, per poi esser la prima a fare quelle cose che sostiene facciano male al rapporto...
Chi si crede di essere?Con un gesto spontaneo, lancio il bicchiere di cristallo contro la grande scalinata di marmo, di fronte a me. Un urlo rumoroso segue il gesto istintivo e preso dalla frustrazione scaravento a terra uno dei nuovi sgabelli, scalciandone anche un altro, il più lontano possibile dalla mia visuale; lancio via, alle mie spalle, il numero di oggi del The Sun, quello che stamattina ho mostrato fieramente alla mamma di Cam e scaglio sul pavimento la mug a pois rimasta abbandonata sul bancone, la quale rompendosi, perde a terra qualche goccia di tè rimastovi.
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Mind the Gap
FanfictionIn Underground, un comune inglese ascolta il famoso avviso: "Mind the Gap!" almeno un centinaio di volte al giorno. La maggior parte di essi, alzano gli occhi al cielo perché già consapevoli di dover sostare dietro quella linea gialla, di sicurezza...