Harry's POV.
"Gli uccelli sono i miei preferiti. "
La pelle soffice del suo polpastrello, traccia approssimativamente le linee di quello che lei ha appena confessato essere, il suo tatuaggio preferito sul mio corpo, tra gli innumerevoli che possiedo.
"Questo lo odio. "
Ridacchiamo insieme, quando indica la sottospecie di sirena, disegnata sull'avambraccio.
In effetti, non piace neanche a me.
"Lo odi perché imprime eternamente sul mio corpo, una ragazza mezza nuda che non sei tu? " la punzecchio, prendendo un sorso di vino rosso, dal mio calice di cristallo.
Abbiamo derubato due dei quattro divani nuovi, dei loro cuscini per portarli a terra con noi. Due grandi coperte pelose ci fanno da materasso ed un'altra, accompagnata da un piumino, stranamente bianco, ci coprono per metà. Ho detto a Cam che, per il "trasloco" che abbiamo dovuto fare per ottenere questa sistemazione, sarebbe valsa la pena di andarcene direttamente a letto...
Ma lei non ha voluto saperne.Questa sistemazione deve piacerle fottutamente tanto ed io non posso biasimarla perché in effetti, è davvero confortevole.
Le coperte non servono a molto, se non a coprire i nostri corpi nudi, perché è il camino che, continuando a bruciare tra se e se, davanti a noi, ci risalda completamente.Mentre la ascolto dare un suo giudizio personale ai miei tatuaggi, sorseggio il mio buon bicchiere di Sassicaia e perdo lo sguardo tra le fiamme, fissando ogni ondeggiamento finché non sento gli occhi bruciare leggermente.
Siamo avvolti da un'aria di pace, di tranquillità e di "giustizia" : perché niente potrebbe essere più giusto di così.
"Non credo che, questa- " indica la sirena, sotto ai suoi occhi "possa esser effettivamente definita: "una ragazza"... "
prende un sorso di vino "Spero per lei che non lo sia. " ridacchia di nuovo, toccando con l'unghia i peli pubici della "ragazza" disegnata. A questo punto, non posso far altro che ridere anche io, dandole implicitamente ragione."E poi, le sirene non esistono. Quindi, non c'è di che preoccuparsi. " schiocca un leggero bacio sulle mie costole prima di voltarsi a pancia in su, sollevarsi di poco con la schiena ed afferrare anche lei il calice.
Mentre sorseggia il vino, allungo una mano verso sinistra per accarezzarle la nuca e la sento fare le fusa.
"Dei tuoi invece? Che mi dici? " afferro un piccolo pezzetto di formaggio, dal tagliere che poggia sul tavolino da caffè al quale adesso, entrambe le nostre schiene leggermente dolenti, sono appoggiate.
Non c'è niente di meglio di formaggio di ottima qualità, ad accompagnare un vino ottimo!
Sono qualcosa di molto vicino alla felicità, in questo momento.
"I miei, che cosa? " aggrotta poco le sopracciglia. "I tuoi tatuaggi. Che mi dici di loro? Quali significati e storie, nascondono? " cerco di essere più chiaro.
Non so per quale motivo mi sia sentito spinto a fare ciò ma inevitabilmente corro a guardarla, non appena capisco che abbia recepito la mia domanda. Prende un ampio respiro, guarda il fuoco davanti a se, facendo giocherellare le sue piccole dita con il calice che ha tra le mani, e si schiarisce la gola.
"Ogni lettera maiuscola del mio soprannome è separata con un punto, dalla seguente, perché ognuna è rispettivamente l'iniziale di una parola. "
Quando credo di aver perso il filo, mostro l'espressione più perplessa che possa assumere e lei, divertita, scuotendo la testa, ritenta, cercando di essere più chiara...
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Mind the Gap
FanfictionIn Underground, un comune inglese ascolta il famoso avviso: "Mind the Gap!" almeno un centinaio di volte al giorno. La maggior parte di essi, alzano gli occhi al cielo perché già consapevoli di dover sostare dietro quella linea gialla, di sicurezza...