Mi siedo sullo sgabello, cercando di coprire il più possibile le mie cosce, che sono nascoste ben poco dalla sua camicia.
-Uova e bacon?.- Domanda, protendendomi la padella con sopra il cibo.
Faccio una smorfia.
Le uova e il bacon sono buonissimi, ma la mia colazione di solito consiste in latte caldo e biscotti.
-Lo so che tu prendi il latte e quei cosi ai cereali, che tu chiami biscotti, ma, dato che sei in casa mia, mangi ciò che ho.- Asserisce, fingendosi serio.
Sbuffo.
Si riferisce ai biscotti ai cinque cereali, che una volta gli ho fatto assaggiare, trovandolo, poi, a sputacchiarne i resti in un sacchetto.
È stato disgustoso.
-Ehi, ehi! Esiste il libero arbitrio!,- sghignazzo, incrociando le braccia sul petto,- Comunque vanno bene lo stesso.- Concludo, scoccandogli un'occhiata accondiscente.
Jamie sorride, flettendo i muscoli delle sue braccia.
Sospiro.
-Sono troppo sexy, non è vero?.- Chiede, mentre è voltato verso uno dei cassetti, intento nel raccogliere qualche posata.
Arrossisco.
Non si sarà mica accorto che lo stavo fissando? È girato! È impossibile!
-Ehm...no! Stavo pensando a dove ho lasciato il mio cellulare.- Mi schiarisco la voce, stranamente arrochita.
Jamie si volta, portando le posate in tavola, sedendosi di fronte a me.
Mi sta fissando.
-Che c'è?.- Chiedo, mentre mi allungo verso la forchetta.
Jamie scuote la testa e i suoi occhi sono attraversati da un'emozione improvvisa, che non riesco ad interpretare.
-Tutto bene?.- Domando, addentando il bacon, che, cavolo, scotta!
Quell'emozione strana si dissolve in un attimo e Jamie mi rivolge il suo sorriso rassicurante.
-Certo, biondina, e il tuo Iphone è lì accanto a te. L'ho recuperato stamattina dai tuoi pantaloncini del pigiama.- Mi spiega, marcando il volume della voce sulla parola "pantaloncini".
Arrossisco, pensando alla notte prima e comincio a ridere come una deficente.
Prendo il cellulare in mano e spalanco gli occhi.
Dodici chiamate e dieci messaggi da Oliv e altrettante chiamate da mia madre.
Merda! Non l'ho chiamata ieri per avvisarla che dormivo fuori.
Certamente non avrei potuto dirle che rimanevo da Jamie, ma potevo sempre inventarmi una scusa.
Merda, merda, merda!
-Hei! Cos'hai?.- Jamie si passa la mano libera tra i capelli, osservandomi.
Resto persa nei suoi pettorali che si alzano e abbassano lentamente per qualche secondo, ma poi connetto il cervello.
-I miei genitori! Diavolo, devono essersi accorti che non sono a casa!.- Strillo, agitandomi sul posto.
Jamie impreca.
-Chiamali ora.- Conclude, facendo spallucce.
Sì, potrei farlo, ma cosa dico? Meglio se prima telefono ad Oliv.
Compongo il suo numero e resto in attesa.
-Sì? Qui è Oliv.- Riconosco subito la sua voce squillante.
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Odiarsi per poi amarsi || Jamie Campbell Bower
Fanfiction{Rating ROSSO} College Santa Monica. Primo anno per Ginevra Brant, terzo anno per Jamie Campbell Bower. Amici, alcool, feste, sesso e divertimento sfrenato sono il passato, ed anche il presente, di Jamie. Buoni voti,disciplina, libri, studio, una so...